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Mag 29


Come avvenuto lo scorso anno, anche in questa primavera le pecore sono tornate in città, nei prati del parco della Colletta. Si tratta di una modalità di mantenimento di alcune superfici a prato cittadine sperimentata con successo negli scorsi anni e portata avanti: nel rispetto delle caratteristiche naturali dei prati, consente il contenimento delle erbacce, aiuta nel tenere tagliata l’erba e favorisce la concimazione del terreno, con evidenti risparmi per la città in termini di manutenzione e cura del patrimonio verde.

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Mag 27


La bestia nera che combattono è la noncuranza. Al senso civico che difetta in chi preferisce assegnare al vento la carta delle caramelle, i mozziconi e i fazzoletti usati piuttosto che gettarli nel cestino, liberano dall’immondizia aiuole e viali, cortili scolastici e parchi. Operano nella discrezione. Accorciano cespugli, innaffiano fiori, tolgono i petali sfioriti, rastrellano le foglie secche. Non si scoraggiano davanti a un sentiero sconnesso, agli acciacchi di una panchina o a una cancellata intaccata dalla ruggine, o se si imbattono in foreste dalla vegetazione talmente fitta da accendere la fantasia di un novello Salgari, prendono le cesoie e con pazienza, modellano le fronde. I viottoli che scendono sulle sponde del Po, il Parco Europa e Cavoretto – nelle foto del fotoblog – e gli altri polmoni verdi collinari, il Valentino, i giardini dell’edificio scolastico di via Figlie dei Militari e del Liceo Einstein, l’aiuola della Biblioteca Civica centrale in via della Cittadella, i cortili delle materne comunali, i viali ciclabili di corso Taranto, il monte dei Cappuccini, corso Umbria , le Porte Palatine sono alcuni dei diversi luoghi presi in consegna e restituiti all’onore del decoro.
Sono giovani disoccupati, ragazzi che frequentano le Scuole Superiori e soprattutto ‘Senior Civici’ che al giro di boa della pensione, non si mettono le pantofole, ma raccogliendo l’appello del Comune si danno da fare in ogni modo in uno dei gruppi di volontariato del progetto “Torino Spazio Pubblico”, nato nella primavera dello scorso anno per iniziativa del Servizio comunale Arredo Urbano, diretto da Valter Cavallaro e animato dall’assessore Ilda Curti.
L’iniziale drappello di una settantina di volontari è decollato in dodici mesi fino a toccare la ragguardevole quota delle trecento adesioni (una buona metà gli assidui, l’altra pronta ad attivarsi per iniziative o situazioni speciali). Giulio Taurisano, funzionario dell’Assessorato e responsabile dell’iniziativa con esperienza di lungo corso nel volontariato sociale, non nasconde la soddisfazione di un progetto nato dal basso, con il coinvolgimento diretto della popolazione. E’ lui a reclutare la manodopera (occorre compilare un modulo all’indirizzo telematico www.comune.torino.it/arredourbano). E’ lui l’antenna che raccoglie da uffici circoscrizionali, direzioni didattiche e dagli stessi volontari – autentiche sentinelle del bene pubblico -, le necessità d’intervento. Organizza la tabella di marcia (“In ufficio, in via Meucci, mi fermo solo nelle giornate di pioggia”, dice allargando le braccia) e procura il materiale necessario. Coordina i volontari con cui è in contatto permanente per telefono e attraverso una mailing-list (tutti gli aderenti sono formati con un corso preparatorio, coperti da assicurazione contro gli infortuni e dotati di dispositivi di sicurezza, ne asseconda i ruoli e li raggiunge all’appuntamento a bordo di un mezzo del Comune. Apre il bagagliaio del Porter Piaggio a trazione elettrica e distribuisce scopettoni, badili, cesoie, rastrelli e sacchi a volontà. Un patrimonio di attrezzatura minuta del valore di poche centinaia di euro. Serve a raccogliere la spazzatura e a rendere puliti gli spazi. Ogni squadra nelle quattro ore medie di servizio la settimana, ad esempio, tira a lucido un viale. E i passanti che si fermano non disdegnando i complimenti a questi signori dai capelli d’argento. Capiscono che si tratta di volontari di buona volontà. Gli operatori ecologici dell’Amiat si rendono disponibili a far intervenire gli autocarri che porteranno in discarica i detriti mentre i giardinieri comunali del Verde pubblico istruiscono sulle potature e si prodigano per raccogliere le ramaglie e rimpiazzare terriccio e arbusti. La crisi economica lacerante e i fondi pubblici all’asciutto hanno tagliato di netto gli interventi di più minuta manutenzione, ma non meno importanti per la collettività. Non agire drasticamente sulle incivilities – lo insegnano i sociologi – , aprirebbe la porta al degrado, anticamera della svalutazione di una città che negli ultimi vent’anni ha subito una evidente metamorfosi ed oggi è una delle prime tre città d’arte più visitate in Italia. Torino Spazio Pubblico non si sostituisce all’attività ordinaria di pulizia della città, ma è un carburante efficiente a mettere in moto il coinvolgimento, a far sentire alla collettività lo scatto etico di cittadini che si mettono all’opera, qualche ora la settimana, a mantenere lustro il capoluogo. Del battaglione di volontari fanno parte anche una ventina di torinesi ammessi ai lavori di pubblica utilità e una ventina di famiglie al completo, residenti nella precollina, che hanno preso a cuore la sorte del verde all’interno dell’Istituto Gobetti-Marchesini. E se l’invito rivolto a ditte nazionali di bricolage per la fornitura gratuita di materiali di consumo lo scorso anno è caduta nel vuoto, diversamente sta andando con aziende di oltreoceano impegnate nel sociale. E’ il caso della sede torinese di una software house statunitens, la MathWorks, che retribuirà l’intera giornata ai suoi 25 dipendenti che oggi sono stati di “servizio” nel parco Europa di Cavoretto. All’opera saranno anche il centinaio di rappresentanti nazionali del Movimento dei Focolarini riuniti al Sermig il 6 giugno, che collateralmente all’incontro, si impegneranno, in carne e ossa, a sistemare alcune aree verdi della Circoscrizione 7. Fare leva sul grande senso civico dei torinesi, dimostrato su larga scala in occasione delle olimpiadi invernali e in occasione del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, è un obiettivo dell’Amministrazione comunale.

[fonte: Torinoclick]

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Mar 19


E’ stato inaugurato il nuovo Punto Acqua Smat in Piazza Chironi che consentirà l’approvvigionamento di acqua di rete naturale, gasata a temperatura ambiente o refrigerata, in ogni caso definita: acqua a “chilometri zero”. Presenti all’inaugurazione l’assessore all’ambiente Enzo Lavolta insieme a Claudio Cerrato, presidente della Circoscrizione 4 e l’amministratore delegato della Smat Paolo Romano. Un progetto che prosegue nell’area urbana torinese installando dei Punti Acqua per sostenere il consumo d’acqua del rubinetto a scopi alimentari. Un Punto Acqua, con un normale attingimento, a regime, di circa 4000 litri di acqua al giorno, permette un risparmio di circa 1 milione di bottiglie di plastica all’anno. Il Punto Acqua Smat rappresenta una fonte limpida e sicura, la cui qualità è garantita dai controlli che i laboratori del Centro Ricerche Smat effettuano quotidianamente presso i centri di produzione, di trattamento e sulle reti di distribuzione.
Dalla prima installazione, a marzo 2009, oggi sono 109 i Punti Acqua SMAT attivi in 97 Comuni della provincia torinesi. L’acqua è garantita e igienizzata con impianti UV; per la fornitura gasata viene utilizzata anidride carbonica liquida per uso alimentare. La portata media erogabile di acqua refrigerata è di 180 litri all’ora. L’acqua naturale, a temperatura ambiente o refrigerata, è in distribuzione gratuita, mentre quella gasata refrigerata è a pagamento, un litro e mezzo costa 5 centesimi.
Per il pagamento dell’acqua gasata ciascun chiosco può essere munito di gettoniera o di lettore per la tessera ricaricabile, quest’ultima è distribuita da un apposito box. Il Presidente della 4ª Circoscrizione, in accordo con l’Associazione Commercianti di Piazza Chironi, ha individuato come punto vendita delle predette tessere l’esercente Isot Kepap di Piazza Chironi n. 5, situato a circa mt. 10 dal Punto Acqua ed aperto tutti i giorni dalle h. 11.00 alle h. 23.30.

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