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Feb 15


La mostra documenta la poliedrica attività creativa di Bruno Munari (Milano, 1907-1998), uno dei personaggi più significativi della cultura artistica internazionale del XX secolo. Il percorso espositivo pone in evidenza la sua multiforme ricerca e l’originalità della sua sperimentazione offrendo alla fruizione del pubblico l’ampio arco delle sue operazioni creative (disegni, progetti, collage, dipinti, sculture, libri illeggibili, nuove tecniche di riproduzione delle immagini, oggetti di industrial design, esperienze di grafica editoriale, architettura, nonché nuove proposte di pedagogia), solo per indicare le discipline più rappresentative all’interno del suo progetto di sintesi delle arti.

MEF – MUSEO ETTORE FICO
Via Francesco Cigna, 114, 10155
www.museofico.it
info@museofico.it

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Gen 26


In occasione del Giorno della Memoria 2017, gli spazi del Polo del ‘900 ospiteranno Ricordi futuri 2.0 una mostra organizzata dal Museo Diffuso della Resistenza, a cura di Ermanno Tedeschi, sulla memoria della Shoah e sulla sua rielaborazione nell’arte contemporanea.

L’oggetto principale dell’esposizione è la memoria della tragedia della Shoah così come la memoria che lega ogni uomo alle proprie origini e tradizioni. Questi due livelli si incontrano all’interno del percorso espositivo che offre allo spettatore una doppia chiave di lettura: la testimonianza di chi ha vissuto direttamente la deportazione (attraverso interviste, documenti dell’epoca, filmati, fotografie e oggetti originali) e la rielaborazione della memoria, la sua attualizzazione, da parte di chi l’ha vissuta indirettamente, attraverso opere d’arte contemporanea.

Una mostra di racconto e di riflessione, che si sviluppa attraverso un linguaggio tecnologico immersivo e l’esposizione di opere di artisti italiani e internazionali che attraverso la pittura, la scultura e la fotografia rappresentano momenti ed episodi legati alla memoria. Interviste a figli di sopravvissuti, come quella a Daniel Libeskind, opere di artisti israeliani che raccontano la storia della loro famiglia reduce della Shoah, come quelle di Vardi Khana, Yuri Dojc, Tobia Ravà, Sher Avner, e Sharon Rashbam Prop,così come le opere di chi non ha legami diretti con la storia del popolo ebraico ma che ha scelto di lavorare sulla memoria e sulla sua rielaborazione (Bruna Biamino, Valerio Berruti, Francesca Duscià, Francesca Leone, Paolo Amico, Riccardo Cordero, Moshe Gordon, Brigita Huemer Limentani, Menashe Kadishman, Eugene Lemay, Antonio Meneghetti, Barbara Nejrotti, Benjamin Renoir, Max Tommasinelli, Greta Schodl): tutte rappresentano, in questa esposizione, il ponte tra il testimone diretto e il visitatore.

La parte centrale della mostra presenta un’installazione multimediale costituita da due binari sui quali scorrono documenti e immagini che raccontano la vita delle famiglie prima della Shoah; parallelamente in un’altra video-installazione sono proiettate le immagini della realtà della vita quotidiana.

La mostra affronta inoltre il tema della musica, simbolicamente rappresentata da un piccolo violino ritrovato in un campo di sterminio, attraverso l’esplorazione del lavoro del maestro Francesco Lotoro, autore dell’Enciclopedia KZ Musik. In essa si raccoglie tutta la produzione musicale creata tra il 1933 e il 1945 da musicisti di ogni estrazione e provenienza nei campi di prigionia, di concentramento e di sterminio del Terzo Reich e di altri Paesi.

È infine presente una video intervista a Liliana Segre, una delle poche sopravvissute alla Shoah ancora viventi. Deportata ad Auschwitz – Birkenau all’età di tredici anni, ha perso nel Lager il padre e i nonni paterni e solo nel 1990 ha incominciato a raccontare la sua esperienza di sopravvissuta.

Maggiori informazioni sul sito del Museo Diffuso della Resistenza

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Nov 06


L’edizione 2016 – dal 3 al 6 novembre – è stata caratterizzata da diverse novità volte a rafforzare l’unicità della fiera e renderla un evento culturale unico nel suo genere. The Others quest’anno ha lasciato lo spazio dell’ex struttura carceraria Le nuove per l’ex Ospedale Regina Maria Adelaide, un cambiamento nella natura stessa della fiera che diventa un evento itinerante nomadico, che occuperà di volta in volta spazi anticonvenzionali, spesso in disuso, contribuendo alla riattivazione degli stessi.

L‘ex Ospedale Regina Maria Adelaide, in Lungo Dora Firenze 87, si compone di tre ali collegate da corridoi e si affaccia su un vasto cortile; chiuso nel mese di aprile di quest’anno, è stato un centro traumatologico di eccellenza, tra i primi ad introdurre i servizi di rieducazione e riabilitazione negli anni ’60.

The Others, alla sua sesta edizione quest’anno, ha ospitato spazi profit e no-profit con programmi dedicati ai giovani artisti: gallerie emergenti, centri no profit, spazi espositivi, fondazioni, associazioni, collettivi di artisti o curatori e spazi artist-run spaces focalizzati sulla promozione e sullo sviluppo del panorama artistico emergente. Inoltre, collaborazioni con progetti editoriali, premi d’arte, residenze per artisti, accademie d’arte e spazi di design autoprodotto rendono The Others una fiera con un punto di vista sull’arte a 360 gradi.

www.theothersfair.com

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