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Mag 30


Si è svolta questo pomeriggio a Palazzo Civico la cerimonia per la consegna del Sigillo civico a Laila Abdane, la prima bambina straniera nata a Torino, nel 2012. L’onorificenza è stata ritirata dal papà Moloudi e dalla mamma Hafida Belguiz. La bimba, marocchina, è nata all’ospedale Sant’Anna il 1 gennaio, ed stata insignita del prestigioso riconoscimento in conseguenza di una mozione approvata dal Consiglio comunale su proposta del consigliere Roberto Tricarico, il 5 marzo scorso. Il provvedimento, chiedendo il riconoscimento della cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri, disponeva il conferimento del Sigillo civico al primo neonato straniero registrato presso l’anagrafe del Comune di Torino nel 2012.

Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Torino Piero Fassino e il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris.

“Un gesto simbolico forte, evocativo dei valori che da sempre ispirano la nostra comunità quali dignità, tolleranza, uguaglianza e solidarietà”, ha sottolineato il presidente del Consiglio comunale nel suo saluto. “Una cultura dell’accoglienza che noi torinesi sappiamo mettere in pratica da tempo e che – ha concluso Ferraris – ha spinto il Consiglio comunale ad approvare la mozione che chiede al Parlamento di rivedere l’attuale disciplina sulle modalità per riconoscere la cittadinanza a coloro che nascono nel nostro Paese da genitori stranieri”.

“Una cerimonia che ha un grande valore culturale morale e sociale”, ha dichiarato il sindaco Fassino. “Il Sigillo civico conferito a Laila Abdane sottolinea l’importanza di costruire e pensare ogni giorno di più, Torino come città multietnica, multireligiosa e multiculturale. Dove tutti abbiano gli stessi diritti e gli stessi doveri. Negli ultimi vent’anni – ha continuato Fassino – la nostra città come tutto il Paese ha vissuto un forte flusso migratorio. Sono 150mila i cittadini di origine straniera (quasi il 17% della popolazione, il 20% sotto i vent’anni) che vivono a Torino. Cittadini che devono essere considerati a tutti gli effetti torinesi e che contribuiscono con il lavoro, intelligenza, professionalità, sacrificio e passione, alla vita, alla crescita e allo sviluppo della città.
Per questo sentiamo il dovere di creare le condizioni affinché chi è venuto da lontano a vivere nella nostra città possa sentirsi fino in fondo e a pieno titolo, cittadino torinese”.

“Torino si è caratterizzata negli anni per essere una comunità accogliente e l’amministrazione comunale in questi anni ha avuto particolare cura nel mettere in campo politiche di integrazione che consentissero a chi veniva a vivere, lavorare, crescere i propri figli, di poterlo fare senza pregiudizi, senza discriminazioni, senza paure, sentendosi a tutto tondo cittadino di questa città. Servono politiche attive per l’integrazione – ha concluso il sindaco – che possano creare le condizioni per costruire una società multietnica libera. Serve allora particolare attenzione per i bambini nati nel nostro Paese, che devono essere considerati cittadini del luogo in cui nascono. E’ necessaria una legge adeguata ai tempi di oggi che tenga conto che il nostro Paese è destinato ad ospitare crescenti flussi di migrazione”.

Ha concluso la cerimonia un emozionato Moloudi Abdane (il padre di Laila) che ha ringraziato la Città di Torino per il Sigillo civico conferito alla figlia, iniziativa ideale per promuovere un processo di integrazione.

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Feb 08


Cerimonia questa mattina a Palazzo civico, in Sala Rossa, per la consegna della cittadinanza onoraria a Tawakul Karman, premio nobel per la Pace 2011.

A dare il benvenuto alla trentatreenne yemenita che si è battuta contro il regime del Presidente Ali Abdullah Saleh il Sindaco Piero Fassino e il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris.

“Consegnarle la cittadinanza onoraria, – ha detto Ferraris – vuol dire per tutti noi sottolineare i valori di libertà di pensiero e di espressione, che ha perseguito e strenuamente difeso, valori che in lei si esprimono nella scelta della non violenza come metodo per la soluzione dei problemi, nella scelta del dialogo come unico strumento per costruire la pace, ma anche nella difesa e affermazione dei diritti umani e delle donne in particolare”.

“Torino, ha aggiunto Ferraris, “da sempre in lotta per la difesa dei diritti, come ha dimostrato nel corso della Resistenza, vuole allora condividere con Tawakul Karman il senso profondo della sua battaglia, volta ad eliminare le cause dell’estremismo e a combattere qualunque autoritarismo mediante il rafforzamento della società civile e l’incoraggiamento dello sviluppo e della stabilità del suo Paese”.

Dopo il presidente è intervenuta l’assessore alle Pari opportunità, Maria Cristina Spinosa: “Avere qui tra noi Tawakul Karman è un onore per tutti coloro che si battono per i diritti delle donne in Italia e nel mondo.
Per affermare una cultura di pace c’è bisogno di donne come Tawakul Karman. La sua lotta non violenta è stata determinante per la costruzione del processo di pace e l’affermazione della figura della donna nel momento storico particolarmente delicato che sta attraversando il suo Paese. Il suo volto e la sua lotta sono diventati simbolo della primavera araba.
Ha promosso la cultura della non violenza nello Yemen, paese in cui i diritti civili vengono ancora violati, scendendo in piazza con coraggio e diventando un punto di riferimento per i giovani e le donne arabe e la loro volontà di partecipazione alla vita pubblica e politica.
La lotta di Tawakul Karman, che incarna i valori di solidarietà e giustizia, ci insegna che il lento cammino verso la democrazia passa soprattutto attraverso la lotta pacifica ed il riconoscimento della figura della donna”.

Quindi è intervenuta la consigliera Lucia Centillo che ha sottolineato come “Tawakul Karman, piccola, grande donna, madre di tre figli, sia un grande esempio di emancipazione che ha reso partecipe gran parte della nostra comunità, che si rispecchia nella sua battaglia per i diritti delle donne e i diritti umani.
Anche grazie alla globalizzazione della comunicazione è stato possibile portare autonomia nei paesi in cui la donna è sottovalutata.
L’esperienza di Tawakul si forma in un paese piegato dalla violenza e dalle guerre civili. Ha conosciuto il rigore del carcere, è stata minacciata di morte, ma non si è mai piegata di fronte agli estremismi della stessa religione in cui lei crede, è un incredibile esempio di forza.
La vittoria delle donne è la sconfitta del regime e delle sue intimidazioni. La Città di Torino riconosce a tutta la sua comunità interculturale un valore straordinario attraverso la cittadinanza conferita a Tawakul.
Le azioni come quelle intraprese da Tawakul portano ad un mondo più libero, più civile, più sicuro. La posizione femminile va difesa anche in Europa e la forza di Tawakul deve essere sempre un monito per la lotta in direzione di questo obiettivo”.

Il sindaco Piero Fassino ha iniziato il suo intervento spiegando il significato della scelta di conferire la cittadinanza a tre donne (Tawakul Karman, Leymah Gbowee ed Ellen Johnson Sirleaf) di Paesi così lontani dal nostro: “In un mondo globalizzato e interdipendente, la libertà, la democrazia, i diritti delle persone e la dignità delle donne sono valori universali che vanno rispettati ovunque. Quando questi valori vengono negati, noi che viviamo in democrazia abbiamo il dovere di sostenere coloro che, nei rispettivi Paesi, si battono per ottenerne il rispetto. Torino – ha proseguito il sindaco – ha nel suo DNA i valori dell’antifascismo, della Costituzione, della Repubblica: per questo ha riconosciuto come propri cittadini tanti combattenti per la libertà, da Lech Walesa a Rigoberta Menchù e molti altri”.

La cittadinanza onoraria a Tawakul Karman in particolare, ha specificato Fassino, è indice della “simpatia e speranza con le quali guardiamo alla Primavera Araba, che coinvolge un’area fondamentale per la pace e la stabilità mondiali. E proprio la forte presenza e il protagonismo, nei movimenti, dei giovani e delle donne, rafforza la nostra fiducia nello sbocco democratico della Primavera Araba. Ci sono certamente elementi contradditori, quelle rivoluzioni e quei processi politici sono aperti a più esiti, ma il segno di quei movimenti, l’ampia partecipazione democratica, devono avere la nostra simpatia, così come coloro che propugnano soluzioni democratiche fondate sul rispetto delle persone devono avere il nostro appoggio”.
Il primo cittadino ha quindi concluso: “Sono tanti i torinesi che provengono dal mondo arabo e che sono parte integrante, con le altre comunità di stranieri, della nuova dimensione multietnica, multiculturale e multireligiosa della nostra città. La cittadinanza onoraria a Tawakul Karman è un riconoscimento anche per loro, che hanno scelto Torino come una nuova patria dove lavorare e far crescere i propri figli”.

In conclusione il ringraziamento della neocittadina torinese, Tawakul Karman: “Ringrazio tutti per questa sorpresa, per questa onorificenza, resa più bella perchè imprevista. Sono sempre stata convinta che il mondo sia un solo Paese e che il futuro sia nella cooperazione e non nella distinzione tra i popoli. Ho sempre lavorato per la comprensione reciproca tra i Paesi a prescindere dalla religione, dal ceto sociale e dal colore della pelle. Ho sempre avuto la sensazione di essere una cittadina del mondo.

Sono la rappresentante di un movimento che lotterà pacificamente sempre contro le dittature presenti nel mondo. Sono molto fortunata, perché cerco la libertà con mezzi non violenti. Non sono straniera per nessun popolo e lavoriamo per un mondo migliore. Siamo una nazione, non dirò mai noi e voi ma solo noi.

Adesso arriva la prima cittadinanza, grazie al principio della libertà, e grazie a ciò divento cittadina di Torino. Sono onorata per questo riconoscimento e lavorerò ancora di più. Sono felice di far parte di questa città, che è stata la prima capitale d’Italia”.

[fonte: Comunicati Stampa Città di Torino]

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Dic 06


Sono passati quattro anni esatti dalla notte che ha cambiato Torino. Il 6 dicembre 2007 le fiamme avvolgono in un abbraccio mortale sette operai delle acciaierie ThyssenKrupp di corso Regina Margherita 400: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demasi.
Questa mattina a quattro anni di distanza dal tragico incendio, la città di Torino ha voluto ricordare la terribile tragedia con una commemorazione presso il cimitero Monumentale.
Alla presenza dei familiari delle vittime e delle autorità civili, religiose e militari, è stata deposta nel Giardino della Quiete, una corona sotto la lapide dedicata agli operi morti nella tragedia.
Dopo un momento di riflessione e preghiera, il vicesindaco Dealessandri, in rappresentanza della Città, ha sottolineato che “Ricordare i sette operai della ThyssenKrupp significa anche non dimenticarsi di chi è rimasto, e la grande partecipazione di questa mattina, manifesta la vicinanza di tutta la città”.
“La tragedia dei lavoratori della Thyssenkrupp resterà una pagina nera e drammatica nella storia del lavoro e il miglior modo per onorarne le vittime è battersi perché più nessuno debba morire lavorando” è l’augurio che il sindaco Piero Fassino ha espresso nella lettera, inviata per la ricorrenza, ai familiari.

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