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Dic 16


Giornata torinese fitta di incontri per il ministro alla Cooperazione internazionale, all’integrazione e alle politiche giovanili, Andrea Riccardi. Oltre a quello dell’integrazione, il tema dei rom è stato al centro della trasferta a Torino del ministro, venuto nella nostra città per visitare il campo della Continassa e verificare i danni provocati dall’incendio di sabato scorso.
Riccardi ha parlato anche con alcuni degli abitanti promettendo loro un interessamento per risolvere i problemi creati dall’incendio e per fare riavere alle famiglie i documenti, compresi quelli d’identità, bruciati dalle fiamme.
“Non è una emergenza,- ha dichiarato Riccardi – ma è una nuova fase della nostra storia e credo in una ripresa e un nuovo sviluppo. Uno dei problemi è il linguaggio, ci vuole un nuovo linguaggio pubblico, deve crescere una nuova cultura della parola, della condivisione, del confronto. Questi fatti ci insegnano che dobbiamo vigilare, che è necessaria una cultura pubblica diversa”. Riccardi ha sottolineato anche che “l’esplosione di violenza ci ricorda l’odio che alberga nel cuore dell’uomo. Dobbiamo essere responsabili, attenti, bonificare le coscienze, ma dobbiamo anche evitare che la gente viva in queste condizioni”. Subito dopo si è recato a Palazzo Civico, dove ha incontrato il sindaco.
Accogliendo il ministro, Fassino ha ribadito che “la presenza di campi nomadi è un tema che riguarda non solo Torino, ma tutte le grandi città; per questo, è necessario un tavolo nazionale che consenta di dare soluzione al problema tenendo insieme accoglienza e sicurezza. Torino è una città multietnica in cui si sono realizzate esperienze all’avanguardia, è una città sicura e non il Bronx, come qualcuno l’ha dipinta in questi giorni. Tuttavia, il tema dei rom non può essere affrontato dalla città da sola, richiede un quadro di riferimento nazionale in termini di leggi e di risorse finanziarie. E su questo – ha concluso – ho riscontrato l’assoluta consapevolezza del governo sul fatto che si tratta di una questione delicata”.
Le iniziative per realizzare efficaci politiche d’integrazione sono state al centro della giornata torinese del ministro Riccardi. Insieme al sindaco Fassino, la mattinata è infatti proseguita con la visita e l’incontro dei giovani del Cecchi Point, l’Hub Multiculturale, un progetto della Città di Torino cui contribuiscono Fondazione Vodafone Italia, Fondazione Umana Mente (Gruppo Allianz) e Compagnia di San Paolo. Il centro ha come obiettivo di rappresentare un crocevia di persone e di opportunità in cui dare vita a nuove esperienze e far emergere nuove idee. Incontrando giovani di diverse origini, Fassino e Riccardi hanno affermato che ”La sicurezza e l’integrazione degli immigrati nella società nazionale devono essere una priorità politica dell’azione di governo e un impegno generale della nostra società”.
Nel pomeriggio il sindaco e il ministro sono andati nel cuore di San Salvario, dove hanno visitato la scuola dell’infanzia multietnica Bay. Un incontro caloroso con i bambini e gli insegnanti, per raggiungere poi l’associazione di Animazione interculturale Asai dove vengono promossi progetti di incontro e di scambio fra culture e religioni diverse.
In conclusione della giornata torinese, il ministro Riccardi ha visitato l’oratorio salesiano San Luigi di via Ormea.

[fonte: TorinoClick]

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Ott 05


Inaugurati in via Cecchi 17 i nuovi spazi del Cecchi Point, l’Hub Multiculturale nato dalla collaborazione e dal contributo di Comune di Torino, Fondazione Vodafone Italia, Fondazione UMANA MENTE (Gruppo Allianz), Compagnia di San Paolo e con la gestione operativa dell’associazione Il Campanile ONLUS. Al progetto ha collaborato attivamente la Circoscrizione 7 facilitando le relazioni tra gli attori sociali del territorio coinvolti.
Il centro si pone l’obiettivo di rappresentare un crocevia di persone e di opportunità in cui dare vita a nuove esperienze e far emergere nuove idee attraverso l’offerta di un calendario di eventi culturali vasto e articolato e l’organizzazione di laboratori e corsi aperti a tutti. Il focus principale è l’incrocio tra contrasto del disagio e protagonismo giovanile, ma il Cecchi Point si offre anche come spazio di incontro e di fruizione di musica e spettacoli, dotato di un locale ristorante che sarà attivo da metà ottobre.

L’hub è il prodotto di un percorso di analisi e di ricerca sulle Periferie Italiane mosso dalle fondazioni UMANA MENTE e Vodafone Italia insieme all’Irs (Istituto di Ricerca Sociale di Milano). Il 5 maggio 2009 la Città di Torino e le Fondazioni Vodafone Italia e Umana Mente firmavano un protocollo d’intesa che istituiva anche appositi tavoli di indirizzo, controllo e governo progettuali (una “Cabina di Pilotaggio” e un “Tavolo operativo”) e individuava una governance del processo e progettuale condivisa tra i firmatari del protocollo. L’associazione Il Campanile è il referente organizzativo degli spazi di via Cecchi. Qui agiranno anche i settori dell’Amministrazione comunale, con propri progetti e in sostegno alle associazioni, e sarà garantito il raccordo con altri progetti esistenti nel quartiere.

“Si tratta di una grande opportunità di rilancio di un territorio, dove all’azione di governo della Città si affianca l’apporto strutturale e gestionale dato dall’associazionismo che su quel territorio gravita e che trova nell’Hub multiculturale una nuova dimensione d’azione – sostengono il vicesindaco Tom Dealessandri e l’assessore Ilda Curti -. Per la Città di Torino l’hub di via Cecchi è un polo culturale efficace e uno strumento per sperimentare nuove forme di partecipazione e di sostegno al disagio; Cecchi Point è un modello di gestione innovativo basato sull’autonomia di sviluppo, grazie all’apporto, economico e progettuale, delle fondazioni private”.
L’Hub è un incubatore di interventi che fa riferimento a tre filoni progettuali: Spazi Educativi: attività educative e volte alla prevenzione/contrasto al disagio e all’integrazione sociale di minori italiani e stranieri sul territorio, indirizzati dalle scuole o segnalati dai servizi recupero di minori in drop-out scolastico, laboratori innovativi, percorsi educativi individualizzati e centri diurni; Spazi del Protagonismo: proposte culturali, eventi, iniziative rivolte alla città e basate sulla promozione del protagonismo dei giovani e delle associazioni multi-culturali; Spazi Atelier: aperti all’associazionismo degli immigrati e alle organizzazioni socio-culturali in genere.

“Per la Fondazione Vodafone Italia è motivo di estrema soddisfazione essere qui per partecipare a un’altra importante fase del progetto Hub Culturale, afferma Antonio Bernardi presidente della Fondazione Vodafone Italia. L’impegno per le periferie urbane, aree disagiate presenti anche nelle principali metropoli del Paese, è un punto strategico della nostra Fondazione. In questo ambito abbiamo finanziato a livello nazionale 43 progetti, investendo 7,5 milioni di euro. Il progetto di Hub Culturale a Torino è uno dei più importanti sul territorio, per il circolo virtuoso che ha saputo attivare. Continueremo ad investire a Torino – continua Bernardi – un territorio dove abbiamo 15 progetti attivi”.
“Le collaborazioni con Fondazione Vodafone Italia e Compagnia di San Paolo, nate per la realizzazione dell’Hub Multiculturale – afferma Nicola Corti, segretario generale di Fondazione UMANA MENTE del Gruppo Allianz – si basano sull’esperienza acquisita sia come realtà erogative che come attenti osservatori delle dinamiche della progettazione in ambito sociale. In questo Progetto il ruolo delle Fondazioni, in sinergia con il Comune di Torino, è stato quello di ridare un Luogo da vivere al quartiere di Porta Palazzo e al contempo ha permesso lo sviluppo delle capacità operative degli enti del terzo settore presenti sul territorio, così da aiutarli ad aumentare la loro efficienza ed efficacia nelle sfide da affrontare: a testimonianza di questo la bella storia dell’associazione Il Campanile, capofila del Progetto, ne è la testimonianza concreta.”

“Con il sostegno al progetto dell’Hub multiculturale”- ha affermato Angelo Benessia, presidente della Compagnia di San Paolo – “la nostra fondazione contribuisce non solo a riqualificare e a restituire alla collettività un pezzo importante di città ma anche a rafforzare la capacità dei giovani di essere protagonisti in una società sempre più multiculturale”.
“La nascita di un centro polifunzionale come il Cecchi Point nel quartiere Aurora è un fatto moto positivo perché è posto al centro di un’area tra le più problematiche della città, con un tessuto sociale debole e bisognoso di rinforzi – spiega il presidente della Circoscrizione 7, Emanuele Durante -. La presenza di questa struttura d’eccellenza sosterrà un rilancio di tutta la zona alle spalle di Borgo Dora, grazie alle molte iniziative rivolte a tutti i cittadini e in particolare ai giovani, cui mancava un luogo d’incontro dove potersi esprimere in modo creativo e dove costruire progetti per il futuro”.

“Il completamento della ristrutturazione rappresenta per l’Associazione un motivo d’orgoglio, non solo per ciò che si è costruito, ma soprattutto per le persone che, con il proprio investimento ed energie, hanno fatto sì che questo potesse avvenire – ha sostenuto Davide Paglia, presidente associazione Il Campanile Onlus -. Il lavoro si concretizzerà attraverso l’ideazione e l’attivazione di proposte educative, formative e creative, contribuendo a favorire dinamiche interculturali, di integrazione e d’incontro, sostenendo e potenziando un luogo dove già ora si incontrano persone di età diverse, culture ed estrazioni sociali differenti”.

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Set 20


“Lottare perla laicità è sempre attuale” ha detto Tullio Monti, coordinatore della consulta torinese per la laicità nelle istituzioni, durante la commemorazione dell’anniversario della breccia di Porta Pia che si è tenuta questa mattina ai giardini Lamarmora. Molti i temi che ricorrono nel rievocare quel 20 settembre 1870 “e il solo ricordare può sembrare un atto quasi rivoluzionario in giorni nei quali si torna a parlare di secessione anche da parte di autorità di Stato e di Governo” ha spiegato Monti. “Così anche la battaglia per la laicità – ha continuato il coordinatore della consulta – non è una battaglia del passato, un omaggio ai nostri Padri del Risorgimento, ma una battaglia da combattere ogni giorno, che si sostanzia in scelte di governo e personali da parte di ogni cittadino”.
La questione della laicità dello Stato – supremo principio costituzionale e garanzia del pluralismo religioso e di uguale libertà religiosa per tutte le fedi e non fedi – incontra infatti ancora oggi ostacoli per affermarsi frenata anche dall’incapacità del mondo politico di essere autonomo nelle proprie scelte e azioni legislative. E alla politica, alle sue mancanze, al suo supino aderire ad alcuni concetti e valori che pure vengono riconosciuti da una parte dei cittadini italiani, ha fatto riferimento nel suo intervento l’assessore della Città di Torino, Ilda Curti. “In questo Paese – ha detto Curti facendo riferimento alle polemiche per la costruzione della moschea – continua a essere difficile, complicato, fonte di scontro politico che talvolta rasenta la barbarie affermare un principio che è sancito dalla Costituzione, quello della libertà religiosa e della libertà di culto. Non solo non è scontato, ma è ostacolato continuamente”. “Ma senza laicità, non c’è democrazia” ha proseguito, spiegando come la Città di Torino faccia della laicità un metodo: “perché la laicità è il metodo per tenere insieme le diversità, la pluralità dei valori, delle credenze, delle fedi”.

Per questo è altrettanto importante nella Torino dei vecchi e dei nuovi cittadini che arrivano da altri Paesi in cerca di un futuro migliore, lo avrebbe sottolineato da lì a poco l’assessore provinciale Umberto D’Ottavio, che “i nostri giovani abbiano a disposizione un luogo dove la cultura della laicità possa formarsi: e questo luogo è la scuola pubblica. La difesa della scuola pubblica – ha concluso D’Ottavio – diventa così l’obiettivo principale di chi si batte per la laicità nelle istituzioni”. E l’importanza del ruolo formativo della scuola per le nuove generazioni è stato sottolineato anche dal presidente della Circoscrizione 1, Massimo Guerrini, prima che il ‘rompete le righe’ da parte del generale Manzo dei bersaglieri chiudesse la manifestazione.    

[fonte: TorinoClick]

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