Riaprono domani, venerdì 29 marzo, gli spazi rinnovati della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Si tratta del terzo appuntamento di un percorso iniziato nell’ottobre del 2009, quando il museo ha modificato completamente l’allestimento delle sue collezioni permanenti abbandonando il criterio cronologico e ordinando le opere esposte in ordine tematico, secondo un metodo che prevede la rotazione del patrimonio: oltre 47mila tra dipinti, disegni, sculture, installazioni e video, con la possibilità di distribuirlo secondo modelli interpretativi trasversali e riscoprire così capolavori non esposti da tempo. I due precedenti allestimenti (nel 2009 e nel 2011) hanno coinvolto otto diversi esponenti del pensiero italiano: docenti e intellettuali chiamati a proporre un tema legato alla propria materia di ricerca, diversa dalla storia dell’arte, fornendo livelli di lettura differenti, secondo una pluralità di punti di vista. Genere, Veduta, Infanzia e Specularità; Anima, Informazione, Malinconia e Linguaggio sono gli otto temi fin qui proposti. Il museo si modifica utilizzando lo stesso schema e coinvolgendo quattro nuovi professionisti: il professore di Estetica Federico Vercellone, il presidente della Fiat John Elkann, la scrittrice e giornalista Luciana Castellina e il celebre architetto Massimiliano Fuksas. Infinito, Velocità, Natura ed Etica sono i percorsi scelti. Il primo piano del museo ospita l’Infinito, tema proposto da Federico Vercellone, professore di Estetica all’Università degli Studi di Torino, che scrive: “L’infinito si dice in molti modi. È l’immensità degli spazi celesti, è l’infinito della serie numerica, quello dell’amore, e ce ne sono ancora molti altri”. Affronta così un tema che contempla categorie di indagine quali, tra l’altro, “caos, divenire, illimitato”. Tra le opere scelte, Il diradarsi di un temporale di Giuseppe Camino, Lo Specchio della Vita di Pellizza da Volpedo, il blu di Yves Klein concepito come colore dell’assoluto, il bianco di Piero Manzoni che l’artista considera un non-colore, i tagli e i buchi di Lucio Fontana, le superfici specchianti di Michelangelo Pistoletto. Al primo piano la galleria è dedicata alla Velocità, tema proposto da John Elkann, presidente della Fiat, che sostiene: “Il rapporto tra l’uomo e la velocità è un tema moderno e al contempo assai antico”.
La partenza è affidata a Benedetto Junck e L’edera di Tranquillo Cremona, per proseguire con Hans Hartung e Karel Appel passando attraverso Andy Warhol e alla grande ruota di sedie di Marc Andrè Robinson per raggiungere la sala dedicata al ritmo, con la ripetizione dei segni astratti di Giuseppe Capogrossi e di Carla Accardi ma anche Balla, Boccioni e Scarpitta.
Il secondo piano è dedicato all’Etica, tema proposto dall’architetto Massimiliano Fuksas. In mostra i lavori di Mancini, Grosso, Maccari, Uncini, Morbelli, Sironi e Tirelli. Un respiro di ottimismo è offerto da Nicola de Maria con Regno dei fiori musicale, Universo senza bombe che si smorza con le inquietanti installazioni di Christian Boltanski. Modigliani e Canova sono allestiti accanto a una recente acquisizione di Marina Abramović. L’esposizione continua con l’etica religiosa rappresentata da La Religione di Innocenzo Spinazzi, l’Apocalisse di Scipione e Schüttbild di Hermann Nitsch e termina con il tema Natura proposto dalla scrittrice e giornalista Luciana Castellina che descrive la natura stessa come un concetto “sovrabbondante e metafisico: nella natura noi ci siamo dentro, ma non proprio. E da millenni si discute di dove siamo in rapporto a lei.” Le scelte sono andate su Antonio Fontanesi, Eduardo Chillida, José Maria Sicilia, Filippo de Pisis, Mario Mafai, Alberto Burri e Medardo Rosso, per arrivare a Mario Merz, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio.