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Set 27


“Il teatro è sempre stato per me una forma di rivoluzione, mi da un senso di libertà creativa assoluta”, ha detto stamattina l’artista Arnaldo Pomodoro durante la presentazione della sua mostra personale dal titolo “Il teatro scolpito” che sarà ospitata, dal 28 settembre al 25 novembre a Palazzo Reale, sia nelle sale, sia nella piazzetta adiacente a piazza Castello. L’esposizione – promossa dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro, patrocinata dal Ministero per i Beni Culturali e realizzata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte in collaborazione con lo Studio Copernico di Milano – racconta un viaggio straordinario e unico, attraverso cui è possibile rileggere il lavoro di ricerca per la progettazione scenica svolto da Pomodoro nell’arco di un cinquantennio: dalla tragedia greca al melodramma, dal teatro contemporaneo alla musica, attraverso sculture, modellini, bozzetti e disegni, ma anche costumi e oggetti di scena. Si va dalla Caterina di Heilbronn di Kleist, sul Lago di Zurigo nel 1972 con la regia di Luca Ronconi, alla trilogia dell’Orestea di Emilio Isgrò da Eschilo sui ruderi di Gibellina messa in scena tra il 1983 e il 1985, con la regia di Filippo Crivelli– fino al dittico Cavalleria rusticana di Mascagni e Šárka di Janáček al Teatro La Fenice di Venezia nel 2009, con la regia di Ermanno Olmi. Il teatro è per lui il luogo della ricerca per eccellenza. “L’esperienza teatrale, che abbraccio con entusiasmo, mi ha aperto nuovi orizzonti, incoraggiato e persino ispirato a sperimentare nuovi approcci e nuove idee per le sculture di grandi dimensioni. Mi sembra di poter materializzare la visionarietà”. Le sue opere scenografiche possiedono una propria autonomia linguistica, resistono nel tempo e soprattutto hanno fatto intravedere all’artista nuovi sviluppi espressivi e nuovi contesti. Oltre all’impegno nell’ambito teatrale, ricordiamo gli importantissimi lavori di Arnaldo Pomodoro che adornano città come Roma, Milano, Torino, Copenaghen, Dublino (di fronte al noto Trinity College), Los Angeles, oltre a essere presente nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani o all’ONU. “La mia massima aspirazione è di avere come ambiente, per le mie opere, uno spazio all’aperto, la gente, le case, il verde – spiega l’artista -. Sono perciò contento che molte delle mie sculture siano collocate in importanti piazze del mondo e in luoghi significativi, come il piazzale delle Nazioni Unite a New York, il cortile della Pigna dei Musei Vaticani a Roma o ancora la sede della Casa Editrice Mondadori di Segrate, progettata da Oscar Niemeyer. Ma oggi risulta sempre più difficile collocare i lavori davanti agli edifici, infatti l’architettura stessa sembra spesso gareggiare con l’opera d’arte contemporanea”. A completare la mostra, l’allestimento alcune sculture monumentali inizialmente pensate per importanti spettacoli, negli spazi esterni del Palazzo: le quattro Forme del mito per il ciclo dell’Orestea, il Grande Portale per Oedipus Rex e l’Obelisco per La passione di Cleopatra. “Oggi si apre a Torino un’altra bellissima mostra in uno spazio meraviglioso – ha detto l’assessore alla cultura della Città, Maurizio Braccialarghe, durante l’incontro con la stampa -. Un altro anello dell’importante catena di eventi, come la mostra di Bob Wilson, quella di Degas che aprirà a metà ottobre o Artissima a novembre, il cui obiettivo è di rendere Torino una meta turistica oltre che una splendida città culturale”. L’esposizione, il cui curatore è lo stesso Arnaldo Pomodoro, è realizzata con i patrocini delle città di Torino e Milano e si inserisce nel programma di collaborazione tra i due comuni. Contemporaneamente sarà pubblicato da Feltrinelli un volume di oltre 600 pagine, curato da Antonio Calbi, con molti scritti e un grande numero di immagini che mostrano tutti i 44 progetti scenici realizzati dall’artista dal 1972 ad oggi.

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Dic 06


Con la nuova produzione di Fidelio di Ludwig van Beethoven, in scena da venerdì 9 dicembre alle 20, inizia la Stagione d’Opera del Teatro Regio. Dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio Gianandrea Noseda, che prosegue idealmente il viaggio nell’universo compositivo di Beethoven iniziato con il clamoroso successo delle nove Sinfonie eseguite tra settembre e ottobre.
Un dramma personale – la prigionia ingiusta che miracolosamente nel finale trova soluzione – che si trasforma in appassionata esaltazione della libertà contro tutte le “catene” imposte all’umanità. Il Regio – non a caso – sceglie Fidelio, con il suo inno alla libertà, per chiudere idealmente le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Il nuovo allestimento è firmato dal regista e direttore artistico del Teatro Stabile, Mario Martone. Le scene dello spettacolo, realizzato in coproduzione con l’Opéra Royal de Wallonie di Liegi, sono di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Nicolas Bovey. Andato in scena per la prima volta con il titolo di Fidelio o l’amor coniugale nel 1805 al Theater and der Wien con libretto di Joseph Ferdinand Sonnleithner, non ebbe il successo sperato tanto che Beethoven tornò sulla partitura, la ridusse a due atti e la ripresentò quattro mesi dopo nello stesso teatro con il titolo Leonore o il trionfo dell’amor coniugale ma, causa dissensi con il direttore del teatro, la ritirò quasi subito dalla scena. È nel maggio 1814 che l’opera, l’unica scritta da Beethoven, prende le sue sembianze definitive. «Il fallimento iniziale – sottolinea Noseda – lo obbligò a rivedere profondamente tutto il materiale, regalandoci un capolavoro equilibrato ed efficace qual è la versione del 1814″, ed è su questa che Martone e Noseda hanno lavorato. “Fidelio è, sotto il profilo teatrale, un prodotto sfuggente – spiega il regista -. L’idea originale quasi si perde nel labirinto delle diverse edizioni, costringendo a meditare su cosa si debba conservare e cosa, invece, si possa effettivamente trascurare, un’opera che resta un work in progress aperto a varie interpretazioni”. “Martone rende in modo magistrale la caratteristica principale dell’opera – aggiunge il Maestro Noseda -, la compresenza di due livelli di esistenza ben distinti che però si spiegano e si rafforzano l’un con l’altro”.

Fidelio sarà trasmesso in diretta radiofonica da Rai-Radio3 il 9 dicembre alle ore 20 e la trasmissione di Rai Tre Prima della Prima dedicherà una puntata alla nuova produzione, che andrà in onda martedì 17 gennaio alle ore 01.35 e domenica 22 gennaio alle ore 12.55.

Per informazioni: www.teatroregio.torino.it

Nelle immagini del fotoblog la prova generale di martedì 6 dicembre.

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Gen 14


John Turturro

Martedì 19 gennaio 2010, alle ore 20.45, al Teatro Carignano di Torino (piazza Carignano, 6), debutterà in prima assoluta FIABE ITALIANE (Italian Folktales), spettacolo liberamente ispirato alle Fiabe italiane di Italo Calvino e alle favole di Giambattista Basile e Giuseppe Pitrè. Il testo, scritto da Katherine Borowitz, Carl Capotorto, Max Casella e John Turturro, è interpretato da Jess Barbagallo, Katherine Borowitz, Max Casella, Richard Easton, Erika La Ragione, Aurora Quattrocchi, Giuliano Scarpinato, Aida Turturro, Diego Turturro e John Turturro.

La regia è di John Turturro, acclamato attore e regista statunitense, interprete prediletto dai fratelli Cohen e da Spike Lee. Le scene sono di Carmelo Giammello, i costumi e gli oggetti di scena di Daniela Dal Cin, le luci di Luca Bronzo. Le musiche sono eseguite dal vivo dalla Compagnia Artistica “La Paranza del Geco”, composta da Simone Campa (voce, chitarra battente, flauti, percussioni tradizionali), Sergio Caputo (violino,
mandolino, mandola), Angelo Palma (voce, chitarra classica).

Fiabe italiane (Italian Folktales) – prodotto dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino e dal Teatro Stabile di Napoli – è un progetto speciale realizzato con il sostegno del MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) in occasione del 300° anniversario dalla fondazione del Teatro Carignano. Lo spettacolo sarà replicato fino a domenica 31 gennaio 2010. Giovedì 21 gennaio, ore 20.45, serata riservata alla critica.

Informazioni:
Biglietti: Intero € 29,00
Recite: da martedì 19 a sabato 23 gennaio 2010, ore 20,45. Domenica 24 gennaio, ore 15,30.
Lunedì 25 gennaio, riposo. Da martedì 26 a sabato 30 gennaio, ore 20,45. Domenica 31 gennaio, ore 15,30.
Biglietteria del Teatro Stabile – Teatro Regio, piazza Castello 215, telefono 011 8815241/242 (orario dal martedì al venerdì 10,30/18,00. Sabato 10,30/16,00).
Nei giorni di recita è possibile acquistare i biglietti alla cassa del Teatro un’ora prima dell’inizio
dello spettacolo.

Maggiori informazioni sul sito del Teatro Stabile di Torino

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