preload
Mar 11



Mario Soldati torna all’attenzione della cronaca.
L’11 marzo non erano in pochi ai Murazzi per vedere lo scoprimento della targa in onore del celebre intellettuale torinese, scomparso nel 1999. Posta su iniziativa del centro Pannunzio (del quale Soldati fu anche presidente), la targa ricorda un vero e proprio atto di eroismo ormai dimenticato.
Il testo iscritto, approvato a suo tempo dalla Commissione Toponomastica del Comune di Torino, ricorda il fatto: “Qui il 17 marzo 1922 un giovanissimo Mario Soldati (1906 – 1922) esempio di coraggio ed altruismo ai giovani di ogni tempo trasse in salvo dalle acque del fiume Po un coetaneo in pericolo di vita meritando la medaglia d’argento al merito civile”.
La vicenda, ormai dimenticata, all’epoca fece scalpore. Nel marzo del ’22, all’etĂ  di 15 anni Soldati salvò dalle acque gelide del Po (all’altezza dei Murazzi) il coetaneo Lello Richelmy che stava per annegare.
Il salvato apparteneva a una famiglia importante in cittĂ : Lello era il nipote dell’arcivescovo di Torino e fratello del futuro poeta e giornalista Tino Richelmy.
Pochi mesi dopo, fu conferita a Soldati la medaglia d’argento al valor civile. Il diploma, controfirmato dal Re, fu firmato da Paolino Taddei (ministro degli Interni del governo Facta), ed è datato 28 ottobre 1922. Il giorno della marcia fascista su Roma! Qualcuno dice sia stato l’ultimo atto dell’Italia liberale.
Oggi ai Murazzi si è rivisto anche il figlio Michele Soldati accompagnato dalla consorte. Quel gesto non lo ha mai sorpreso, Michele ricorda bene ancora oggi la generositĂ  e l’altruismo del padre.
Sullo stesso tema l’intervento di Beppe Castronovo: “Di questi tempi il gesto generoso di quel grande torinese è un esempio per le nuove generazioni, un modello di comportamento al quale i giovani dovrebbero ispirarsi. E non sarebbe male che tutti leggessero e facessero tesoro dei concetti espressi in un libro fondamentale: ‘Avere o Essere’ di Erich Fromm.”
Il direttore del centro Pannunzio, Pier Franco Quaglieni, ha posto l’accento sui troppi individualismi della societĂ  contemporanea. Ha ricordato il 18 luglio del 1997. In quella nefasta data Abdellah Doumi, un marocchino di 26 anni, cadde nell’acqua del Po davanti ai Murazzi durante una rissa. Ma non fu salvato, anzi. Venne bersagliato con bottiglie, oggetti contundenti. Qualcuno gli gettò pure un’aspirapolvere. Un linciaggio. Abdellah Doumi annegò.
“Quando Doumi morì – ha detto Quaglieni – ci venne l’idea di ricordare l’eroismo di Soldati. E siamo felici che oggi l’iniziativa sia andata a buon fine.”

[fonte foto e testo: CittAgorĂ ]