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Mar 18


Prima dell’apertura della seduta consiliare plenaria, in Sala Rossa si è svolta una breve cerimonia in vista della Giornata in memoria delle vittime innocenti delle mafie. Erano presenti in aula, oltre a numerosi consiglieri e consigliere, nonché rappresentanti della Giunta, i familiari di Demetrio Quattrone, ingegnere e ispettore del lavoro assassinato a Reggio Calabria nel 1991. In Sala Rossa era presente anche una delegazione di Libera, con la referente per il Piemonte, Maria Josè Fava.

Introducendo l’incontro, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo ha ricordato la genesi della Giornata, varata per iniziativa di Libera il 21 marzo del 1996 e dal 2017 riconosciuta da una legge dello Stato, sottolineando come siano ormai circa 1600 le diverse realtà e associazioni della rete costruita da Don Luigi Ciotti

La data del 21 marzo, ha aggiunto Grippo, si configura come una preghiera laica, che vuole essere un momento non solo di ricordo, ma di speranza: l’elenco dei nominativi delle vittime che viene letto in quell’occasione, ha aggiunto la presidente, contava 300 nomi all’inizio, ma oggi sono circa un migliaio. Questo per effetto di una sempre più minuziosa attività di ricostruzione dei fatti, capace di riportarci indietro nel tempo fino al 1978 ma anche del tragico riproporsi nel tempo di attentati criminali che hanno versato sangue innocente. Di questo migliaio di nomi, un quarto appartengono a donne, bambine e bambini.

Grippo ha poi ricordato l’impegno della Città di Torino e del suo Consiglio comunale nella costruzione di una memoria comune e di una cultura diffusa della legalità, un impegno che va oltre il rafforzamento di quei meccanismi utili a scongiurare il rischio di illegittimità negli atti amministrativi e il rischio di infiltrazioni malavitose, in collusione tra pubblico e privato. La Città ha scelto di camminare al fianco di chi ha accettato la sfida di portare primavere nuove alle dinamiche di convivenza che animano la nostra comunità, lavorando sul principio di cittadinanza attiva e responsabile, ha affermato la presidente, anche rilanciando il ruolo della Commissione consiliare per la Legalità

Nino Quattrone, a nome della famiglia che vive in gran parte a Torino, ha rievocato la vicenda di suo padre Demetrio, ingegnere e soprattutto ispettore capo del lavoro, noto per essere rigoroso e inflessibile nella propria attività professionale sul territorio anche in collaborazione con varie procure calabresi, ad esempio nel corso di inchieste sul porto di Goia Tauro. Lo fece proprio in un periodo nel quale infuriava la guerra di mafie a Reggio, con centinaia di morti, mentre il “Decreto Reggio” faceva affluire in zona ampie risorse economiche.

Nel 1991, Demetrio Quattrone – che a Torino aveva fatto i propri studi –  venne assassinato di fronte alla propria casa da mani ancora ignote. Il motivo non si sa, ha spiegato il figlio, ma proprio in quel periodo esaminava il processo edilizio in corso nel Reggino, dagli appalti alla formazione e sicurezza dei lavoratori, facendo emergere il peso della mancata programmazione nel favorire l’emergere di un’economia drogata. Sono storie e persone come questa, ha affermato Quattrone, che devono essere ricordate e raccontate, anche se le ferite delle famiglie non si rimargineranno mai e parlarne è doloroso.

A chiudere l’incontro è stato l’intervento della vicesindaca Michele Favaro, che nella Giunta di Palazzo Civico ha anche una specifica delega per la Legalità. Ricordata la manifestazione nazionale in programma a Roma giovedì 21 marzo e l’analogo appuntamento torinese di oggi pomeriggio, Favaro ha sottolineato come esista anche sul nostro territorio una criminalità organizzata di stampo mafioso, che ha affinato i propri strumenti anche con l’uso delle nuove tecnologie. Segnalato come il fenomeno mafioso interessi e anche affascini settori giovanili in alcuni quartieri disagiati, poveri di mezzi e cultura.

Dati della Dia risalenti a fine 2022, ha spiegato la vicesindaca, confermano una presenza radicata nella ‘ndrangheta e il rischio che amministrazioni locali non sufficientemente formate non colgano i pericoli di questa presenza: proprio per questo sono importanti momenti di formazione specifica e una grande attenzione sui fondi PNRR e sugli appalti. Ci sono poi i gruppi legati al narcotraffico e una diffusa microcriminalità. Nel solo secondo semestre del 2022, ha citato Favaro, ci sono state 21 condanne, per 160 anni di pene detentive. Come Città di Torino, ha proseguito la numero due della Giunta, grande è l’impegno su questo terreno e prossimamente vi sarà la II edizione delle giornate per la Legalità (6.000 i partecipanti dell’anno scorso), mentre il nuovo “Bando Bruno Caccia” ha raccolto 37 candidature per progetti di educazione alla legalità sul territorio.

La vicesindaca Michela Favaro ha poi concluso ricordando i quattro immobili (uno dedicato alla memoria proprio di Demetrio Quattrone) confiscati alla criminalità organizzata e reimpiegati dalla Città per iniziative sociali e di pubblica utilità.

[Fonte: CittAgorà]

Mar 18


La mattina del 18 marzo del 2015, un gruppo di terroristi, dopo avere fallito un attacco al Parlamento di Tunisi, si sposta presso il vicino Museo del Bardo e spara sulla folla di turisti. Dei ventiquattro morti accertati: tunisini, spagnoli, polacchi, giapponesi, tedeschi; quattro sono italiani, due torinesi: la dipendente del Comune di Torino Antonella Sesino e il marito di un’altra dipendente, Orazio Conte. La moglie Carolina Bottari e una terza collega, Anna Abagnale, rimangono gravemente ferite. Facevano tutti parte della comitiva di un viaggio organizzato. Per ricordarli, come ogni anno, la Città ha deciso di fermarsi, alle ore 12, e tributare loro un saluto ufficiale in piazza Palazzo di Città. Intorno al Gonfalone Civico si sono raccolti il Sindaco Stefano Lo Russo, assessori, consiglieri comunali, familiari e amici delle vittime, per osservare un minuto di raccoglimento, preceduto dalle note del “Silenzio” eseguite da un trombettiere della banda del Corpo della Polizia Municipale.

[Fonte: CittAgorà]

Mar 18


Questa mattina in piazza Carignano davanti al monumento a Vincenzo Gioberti Torino ha celebrato la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera, istituita nel 2012, con l’obiettivo di ricordare e promuovere i “valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica”.

Sono trascorsi 163 anni, era il 17 marzo 1861, da quando la «Gazzetta Ufficiale» pubblica il reale decreto che conferisce a Vittorio il titolo di Re d’Italia per sé e i suoi successori, sancendo l’Unità nazionale, quasi 7 da quando, nel novembre del 2017,  l’Inno di Mameli, o meglio «Il canto degli Italiani» – adottato provvisoriamente dal Consiglio dei ministri il 12 ottobre 1946 – grazie a una legge diventa ufficialmente l’Inno della Repubblica Italiana.

“Sono felice di vedervi qui così numerosi – ha detto l’assessora alla Politiche giovanili Carlotta Salerno rivolgendosi ai tanti bambine e bambine presenti alla cerimonia – Voi siete il presente e il futuro del nostro Paese. Una democrazia ancora giovane con alle spalle momenti di difficoltà e cambiamento, dai quali è sempre riemersa grazie alle capacità e all’umanità dei suoi cittadini. Ma l’unità del Paese non è scontata – ha proseguito -, è necessario continuare a prendersene cura quotidianamente preoccupandoci gli uni degli altri. Ci aiuta in questo l’inno di Mameli che con le sue trascinanti note accompagna i grandi eventi e ci ricorda che siamo un unico Paese, un’unica grande comunità, a scuola, al lavoro, in famiglia, nello sport, con i compagni e con i colleghi”.

Oltre agli alunni delle scuole I.C. Regio Parco Gabriella Poli, Niccolò Tommaseo e Pacchiotti-Revel, con l’assessora Salerno in piazza Carignano erano presenti i gonfaloni della  Città di Torino, della Città Metropolitana e della Regione Piemonte, insieme ai rappresentanti delle autorità di Stato.

Deposta una corona di alloro della Città di Torino per ricordare tutti i Caduti  del Risorgimento Italiano sono poi intervenuti Agnese De Bortoli, sindaca del Consiglio comunale dei ragazzi e Stefano Arcangeli, dell’Istituto Tommaseo. Ha preso la parola anche Umberto d’Ottavio, presidente del Patto Nord Ovest e promotore della legge per il riconoscimento ufficiale dell’Inno d’Italia, il cui testo scritto da Goffredo Mameli il 10 settembre 1847 fu musicato proprio a Torino da Michele Novaro.

La cerimonia è stata accompagnata dalle note della Banda musicale del Corpo di Polizia municipale di Torino.

[Fonte: TorinoClick]