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Apr 04


Il nuovo percorso espositivo della Sala Tessuti illustra la varietà delle forme amate nell’arco di cinquant’anni: le cloches negli anni Venti, le forme classiche rivisitate, i baschi alla Greta Garbo e i volumi azzardati alla Schiaparelli negli anni Trenta; i modelli semplici e arditi realizzati con materiali poveri del tempo di guerra; le toques, le calotte fiorite, le piume e le velette degli anni Cinquanta, fino ai ballon di pelliccia e i cappelli a larga tesa della fine degli anni Sessanta.
Complemento abituale del vestire della signora del XIX secolo, il cappello diventa nel Novecento accessorio indispensabile per le donne di ogni classe sociale. Negli anni Venti nascono una nuova immagine della donna e l’abito moderno: il cappello segue da vicino il mutamento, con la libertà e la fantasia consentite dalla sua funzione puramente estetica.
I cappelli provengono dalla collezione del Liceo Artistico Musicale “A. Passoni” di Torino, formatasi grazie a donazioni cittadine, e mettono in evidenza la particolare sfumatura di stile delle signore torinesi, note per l’eleganza aggiornata sul gusto internazionale, che si servono da modisterie di alto livello come Vassallo e David, o acquistano a Parigi presso le case più prestigiose: Caroline Reboux, collaboratrice d Worth per l’imperatrice Eugenia, Maria Guy, sua allieva, la Maison Lewis, in rue Royale.
Anche nei decenni successivi, le modisterie eccellenti, quali Cerrato, Maria Volpi, Chiusano e Rigo, Gina Faloppa, mantengono un rapporto privilegiato con la capitale francese e propongono, accanto alle proprie creazioni, modelli originali o copie su licenza di maison come Pierre Balmain, Christian Dior, Jean Barthet, Claude Saint Cyr.

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
da martedì a sabato 10 – 18 (ultimo ingresso ore 17)
domenica 10 – 19 (ultimo ingresso ore 18) chiuso il lunedì

[fonte: Torinocultura]