Feb 13
In occasione del 40esimo anniversario della tragedia del cinema Statuto, la Città ha organizzato due diversi momenti ufficiali per ricordare le sessantaquattro vittime che, la sera del 13 febbraio 1983, si trovavano all’intero della sala di via Cibrario. Questa mattina presso la targa posta nel giardino di largo Cibrario e oggi pomeriggio in Sala Rossa. Ad entrambi gli eventi hanno partecipato: il sindaco Stefano Lo Russo, la vicesindaca Michela Favaro, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, assessori e consiglieri comunali, rappresentanti del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e dell’Associazione dei familiari “Vittime dello Statuto”. Due cerimonie semplici quanto sentite che hanno mescolato il dolore per il ricordo di quella tragica vicenda con la necessità di mettere in campo tutte le risorse necessarie per evitare il ripetersi di incidenti simili, aumentando la prevenzione so una maggiore e più consapevole informazione delle nuove generazioni. Se dopo la tragedia, le analisi sugli errori di gestione e sulle lacune nell’impianto della sicurezza, portarono ad un cambiamento drastico delle regole, oggi si moltiplicano le iniziative per garantire lo svolgersi in sicurezza di eventi e manifestazioni e per educare i giovani ad una maggiore attenzione alle regole e alle procedure che concernono la sicurezza nei locali.
Ne ha parlato il sindaco, sia questa mattina sia nel pomeriggio, sottolineando l’importanza di celebrare questa ricorrenza con una cerimonia non solo commemorativa ma propositiva. In una città più volte toccata da episodi gravi, in materia di sicurezza serve, per il sindaco, una nuova stagione di attenzione per la sicurezza nei luoghi dello spettacolo e del divertimento e sul posto di lavoro. E la responsabilità che compete al mondo degli adulti, deve essere quella di trasmettere una nuova cultura della sicurezza alle nuove generazioni. Una cultura fatta di norme e di investimenti, ma fatta soprattutto del buon comportamento e della capacità delle persone di comprendere in anticipo quali siano le vie di fuga, avendo il coraggio di segnalare eventuali inadempienze. Un concetto ripreso anche dalla presidente del Consiglio comunale che, nel ricordare l’allora voragine normativa sui luoghi di pubblico intrattenimento che consentì di trasformare in tragedia gli eventi del febbraio di quarant’anni fa, e pur senza essere completamente al riparo dalla possibilità che una simile tragedia possa sempre ripetersi, ha sottolineato come l’insieme delle regole, per funzionare ha bisogno di un’applicazione coerente di norme anche severe e di una forte consapevolezza sociale. Sui giovani è necessario insistere affinché capiscano l’importanza di conoscere ed osservare le regole di comportamento che riguardano la prevenzione e la capacità di reagire in modo corretto alle eventuali situazioni di pericolo anche grave che si trovassero ad affrontare.
Anche Gianna Sacchi, rappresentante dell’Associazione familiari vittime dello Statuto, questo pomeriggio in Sala Rossa, ha insistito su questo aspetto. Nel ringraziare l’Amministrazione per l’attenzione ricevuta alla richiesta di coinvolgere i giovani in questa commemorazione, ha spiegato che l’associazione ritiene da sempre che le prime nozioni sulla sicurezza si debbano insegnare già nel corso della scuola per l’infanzia, imparando da Paesi più progrediti in questo campo, dove avere coscienza civica significa, fin da piccoli, conoscere i propri diritti nell’ambito della comunità. Vorrebbe, Gianna Sacchi, ragazzi che in discoteca chiedono al gestore di sbloccare le uscite di emergenza o di limitare gli ingressi, senza curarsi dell’eventuale ironia di amici ed adulti. Un messaggio che aveva già lanciato in mattinata Alessandro Cabodi Gatti, altro rappresentante dell’associazione. “I nostri cari non torneranno, ma qualcosa di comune deve restare: un’eredità, un senso” ha dichiarato nel suo intervento, per spiegare come sia necessario avere la forza di chiedere sempre il rispetto delle norme: “rompendo le scatole al ristorante perché si lasci libera l’uscita di sicurezza, spiegando al cliente che non può stare lì, proprio lì, perché quella è una via di fuga, spiegando ai bambini a cosa serve quel cartello verde luminoso, evitando di parcheggiare bloccando una strada, rischiando di impedire il passaggio di un mezzo dei Vigili del fuoco”.
[Fonte: CittAgorà]