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Apr 16


Questa mattina, nella caserma La Marmora di via Asti 22, sono stati ricordati i partigiani fucilati nell’allora sede dell’Ufficio Investigativo della Guardia Nazionale Repubblicana. Un luogo simbolo della repressione nazifascista, dove si consumarono torture, detenzioni e condanne sommarie durante gli anni dell’occupazione.

La caserma Lamarmora – conosciuta proprio come “caserma di via Asti” – divenne, dopo l’8 settembre 1943, il quartier generale dell’Ufficio Politico Investigativo (UPI) della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), con il compito di stroncare ogni forma di opposizione al regime: partigiani, dissidenti, antifascisti. Le violenze perpetrate dal comandante della GNR, Giovanni Cabras, sono state rievocate da Boris Bellone, dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (A.N.P.P.I.A.), nel suo discorso ufficiale.

Autorità civili e militari si sono unite nel rendere omaggio alle vittime, proprio nel luogo dove molti furono condotti alla fucilazione. Presenti alla cerimonia il Gonfalone della Città di Torino, decorato con Medaglia d’Oro al Valor Militare, il consigliere comunale Luca Pidello, il vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti – delegato al Comitato Resistenza e Costituzione – e il sottosegretario alla Presidenza della Regione Piemonte, Alberto Preioni.

“Oggi ricordiamo chi, in questo luogo, non aveva più una speranza personale”, ha sottolineato Luca Pidello nel suo intervento, portando il saluto della Città e del Consiglio Comunale. “Qui venivano vissuti gli ultimi momenti di una vita terrena che si concludeva con un atto di Resistenza, alle torture, alla volontà di piegare l’animo e di estorcere ancora qualche nome da poter falcidiare. Tuttavia – ha aggiunto – la mancanza di speranza personale era sostenuta dalla speranza che qualcosa di nuovo potesse nascere, un mondo migliore per cui valesse la pena morire. Noi siamo qui a testimoniare che questo sacrificio è germogliato, e che all’interno di tutti i rappresentanti dell’arco costituzionale non possiamo far altro che onorarlo e continuare ad alimentarlo.”

Alberto Preioni ha espresso un sentito “grazie ai partigiani per aver difeso la libertà”, mentre Domenico Ravetti ha portato il saluto del Consiglio Regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione, ricordando l’invito ai sindaci piemontesi ad aprire i palazzi comunali il 27 aprile, due giorni dopo l’80° Anniversario della Liberazione: “Un gesto simbolico per testimoniare che i sindaci sono elementi fondamentali della nostra democrazia e che le istituzioni rispettano i valori della Costituzione.”