preload
Mar 15


Per quarantamila torinesi, questi sono giorni speciali. In questo periodo, in tutto il mondo le persone di religione musulmana celebrano il Ramadan, un periodo di preghiera e purificazione che costituisce uno dei pilastri della religione monoteista fondata dal profeta Mohamed , Maometto, nel VII secolo. Anche sotto la Mole, quindi, i nostri concittadini e concittadine di fede musulmana vivono questo periodo di intensa spiritualità. Sono di cittadinanza (o di origine: in migliaia sono infatti cittadini e cittadine italiani a tutti gli effetti) marocchina, egiziana, senegalese, tunisina, bengalese e altre ancora: a tutti loro, la Città si è idealmente stretta nella cerimonia dell’Iftar, la rottura del digiuno diurno che avviene al tramonto. Presso la sala conferenze del Museo Nazionale del Cinema, si sono riuniti numerosi esponenti delle moschee torinesi e di varie associazioni di matrice islamica. A rappresentarle al tavolo degli oratori, la giovane Halima Rakiki e Mohamed Abdelrahman. Con loro, oltre al presidente del Comitato Interfedi, Valentino Castellani (sindaco di Torino fra il 1993 e il 2001), l’assessora Gianna Pentenero, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo e il presidente della Commissione contro intolleranza e razzismo Abdullahi Ahmed Abdullahi. In attesa del tramonto, momento di rottura del severo digiuno (il Ramadan prevede che nelle ore diurne non si assumano cibo e bevande), dal Museo Nazionale del Cinema è partito un corale messaggio di unità nella diversità, di pace e fratellanza. Per vivere insieme, è stato sottolineato nel corso dell’incontro, occorre conoscersi, confrontarsi. Per costruire insieme questo Paese, con rispetto per le differenze e con i valori della Costituzione Repubblicana a tutelare – e vincolare – tutte le componenti della mostra comunità.

[Fonte: CittAgorà]