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Nov 09


Torino e Kharkhorin, l’antica capitale dell’impero mongolo nel XIII secolo, da oggi sono più vicine. In sala Rossa, nel corso di una cerimonia alla quale hanno preso parte le autorità civili e militari torinesi, i primi cittadini Chiara Appendino ed Enkhbat Lamzav, insieme all’ambasciatore a Roma Tserendorj Jambaldorj hanno sottoscritto un patto di collaborazione che vedrà relazioni più strette tra la città millenaria, giacimento culturale e archeologico di inestimabile importanza e valore, sede di un importante sito Unesco quale è il Monastero di Erdene Zuu e il capoluogo piemontese. Si tratta del primo patto che la nuova Amministrazione comunale sottoscrive. Quello firmato oggi con la città mongola che dista da Torino 8mila500 chilometri è un riconoscimento straordinario a suggello di un’amicizia duratura tra la Repubblica Italiana e quella della Mongolia, consolidata durante l’ultima occasione di incontro, proprio qui nella nostra città, lo scorso anno in occasione dei lavori del III Forum mondiale sullo sviluppo economico: “La cooperazione internazionale tra istituzioni locali è sostanziale per lo sviluppo culturale, economico e sociale – ha sottolineato la sindaca, prendendo la parola dopo il saluto introduttivo del presidente della sala Rossa, Fabio Versaci-. Torino mantiene relazioni con oltre 50 città del mondo nella convinzione che l’amicizia tra i popoli sia un viatico formidabile per la comprensione reciproca, la condivisione delle scoperte scientifiche, la fruibilità dei patrimoni culturali e, attraverso il consolidamento delle relazioni economiche, lo sviluppo e la crescita del reciproco benessere. La nostra città ha una tradizione internazionale molto consolidata, è stata la prima capitale d’Italia, propulsore nel Novecento dell’industria automobilistica e dello sviluppo economico nazionale e oggi si è rafforzata anche sotto il profilo della formazione e della cultura. In questo senso saranno incentivati gli scambi”. Il patto consentirà proprio di favorire la cooperazione tra le istituzioni, inizialmente a vantaggio dei settori turistico e culturale, con progetti e corsi di formazione, studi storico-archeologici, culturali e interreligiosi. Ma in prospettiva anche nello sviluppo delle relazioni tra le piccole e medie imprese si consolideranno i rapporti. A contorno dell’accordo al Museo di Arte Orientale questo pomeriggio alle 18 sarà inaugurata la mostra fotografica Un tesoro nella steppa. Il monastero di Erdene Zuu in Mongolia, rassegna in corso fino all’11 dicembre: “L’accordo – ha concluso la sindaca- ci consente di dimostrare che è forte la volontà di collaborare allo scopo di stringere ancor di più i rapporti ed estenderli anche ad altri ambiti per favorire investimenti e creare opportunità di sviluppo reciproche. Così come auspichiamo siano incoraggiati i rapporti di collaborazione tra il Piemonte e la Regione Uvurkhangai”. Dal canto suo, il sindaco Enkhbat Lamzav nel ringraziare per il calore con il quale è stata accolta a Torino la delegazione mongola, si è detto fiducioso che si rafforzerà la collaborazione tra i due popoli, invitando a visitare Kharkhorin in occasione della festività nazionale del Naadam. Un patto, quello di Torino, importante, dopo l’apertura, pochi mesi fa, della rappresentanza diplomatica italiana in Mongolia.

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Ott 16


Il Comune di Torino sostiene la campagna dell’Ambasciata Argentina per la ricerca dei 393 figli di desaparecidos delle cui sorti si sono perse le tracce.

In Argentina, durante l’ultima dittatura 1976-1983, oltre ai 30mila desaparecidos, i militari fecero scomparire centinaia di bambini: il loro atroce protocollo stabiliva che quando arrestavano una donna incinta la mantenevano in vita finché partoriva. Poi le si toglieva il bimbo, che veniva dato in adozione con documenti falsi o consegnato ad altri militari o complici.

Cinquecento bambini hanno seguito questa sorte: 107 di quei bambini di allora sono stati rintracciati dall’instancabile lavoro delle Abuelas (Nonne) de Plaza de Mayo. L’ultimo ritrovamento è proprio di questi giorni. Ma ne restano ancora molti da ritrovare e alcuni di loro potrebbero risiedere proprio in Italia.

Nel corso della conferenza stampa il Sindaco Piero Fassino e l’Assessore alle Pari Opportunità Mariacristina Spinosa hanno annunciato che nei prossimi giorni verranno distribuiti negli uffici anagrafici e nei servizi decentrati, locandine e volantini per sensibilizzare chi di origine argentina avesse il sospetto di essere una tra le persone ancora disperse e possa così fare ricerche per ricostruire la propria identità. Già in occasione della visita dello scorso giugno a Palazzo Civico l’Ambasciatore della Repubblica di Argentina in Italia Torcuato Di Tella aveva proposto di presentare anche a Torino la campagna, come avviene in diverse altre città italiane.

All’incontro di oggi sono intervenuti il Prorettore dell’Università degli Studi di Torino, professor Sergio Roda, il Ministro Carlos Cherniak, responsabile della Sezione Diritti Umani presso l’Ambasciata Argentina a Roma, Claudia Carlotto, Presidente CONADI, Commissione Nazionale per il Diritto all’Identità e Guillermo Perez Roisinbilt una delle persone che attraverso questa iniziativa ha potuto ricostruire la sua identità originaria.

“E’ un’iniziativa di grande spessore umanitario che nasce dalla lotta delle Abuelas di Piazza de Mayo impegnate nella ricerca dei bambini desaparecidos rubati alle famiglie dal regime. Siamo legati alla popolazione argentina da sentimenti di fratellanza per le atrocità subite durante la dittatura. – ha affermato il Sindaco – . Dei dodicimila argentini residenti nella nostra regione, alcune migliaia abitano nella nostra città. La comunità di origine piemontese è inoltre molto numerosa nel Paese dell’America Latina. Torino per altro mantiene solidissime relazioni di collaborazione con Cordoba, città gemellata dal 1986. Con le municipalità di Rosario e Buenos Aires sono stati inoltre sottoscritti accordi di collaborazione e cooperazione”.

“L’Amministrazione comunale torinese si impegnerà a dare il massimo risalto all’iniziativa nei luoghi di maggior afflusso di pubblico affinché tutte le persone interessate vengano informate e si mettano in contatto con i funzionari dell’Ambasciata allo 06/48073300 oppure scrivano alla e-mail dubbio@retex.it per verificare, se hanno dubbi, la loro origine familiare” – ha spiegato Mariacristina Spinosa sottolineando come “Torino è una città da sempre impegnata a sostegno di quanti, donne o uomini, sono vittime di soprusi e violenze. Riconoscere le proprie origini e riannodare i fili di storie personali e collettive è uno dei diritti fondamentali”.

In occasione della presentazione a Torino della campagna oggi alle 17 nell’aula magna dell’Università ( in via Verdi, 8 ) sarà proiettato il film Verdades Verdaderas. La vida de Estela. Il lungometraggio del regista Nicolás Gil Lavedra (2011) racconta la storia di Estela Carlotto, della sua famiglia. La Carlotto è una donna simbolo dell’avversione ai crimini e alla violazione dei diritti umani commessi in Argentina che ha vissuto il dramma del sequestro e l’uccisione della figlia Laura, che durante la prigionia diede alla luce un bimbo, scomparso come altre centinaia di neonati in quei giorni. Il film ha vinto il Premio per i Diritti umani assegnato dall’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (Wacc) e da Signis World.

Torino, da sempre vicina al popolo argentino, nel 2008 ha ospitato al Museo Diffuso della Resistenza una mostra fotografica su questa che è una delle più tragiche pagine della storia contemporanea dell’America latina: si tratta di ‘Ausencias (assenze) I desaparecidos’ del fotografo argentino Gustavo Germano, che aveva immortalato istantanee di famiglia dell’epoca abbinandole ad altrettante scattate a distanza di trent’anni, negli stessi luoghi, ritraendo i componenti superstiti. Immagini eloquenti con le quali si è dato un volto alle vittime della repressione instaurata dalla dittatura.

LE RELAZIONI INTERNAZIONALI CON L’ARGENTINA

CÓRDOBA
Torino ha storici rapporti con Córdoba legati all’emigrazione piemontese. Il gemellaggio fu firmato nel 1986. Nel 2011 si è conclusa la costruzione del Memoriale dei Desaparecidos nel cementerio de San Vicente con il contributo dell’Amministrazione comunale torinese.

ROSARIO
I progetti fra Torino e Rosario sono iniziati nel 2007 e proseguiti nel 2011. Un protocollo di cooperazione ha ufficializzato i legami tra le due città.
Rosario partecipa al progetto europeo Mirando al Mundo, di cui Torino è capofila, su una ricerca sociale dedicata al rapporto tra i giovani e la legalità.

BUENOS AIRES
Nel 2010 Torino e il governo della Città Autonoma di Buenos Aires hanno firmato un accordo di collaborazione nell’ambito dell’arte, della cultura, del turismo e della diffusione della scienza. Attualmente le due amministrazioni stanno discutendo di estendere l’accordo ai temi della mobilità e della città intelligente.

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