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Ott 16


Sono state scoperte dal sindaco Piero Fassino e dai soci della Consulta, le statue dell’ingresso di Palazzo Civico (le statue di Eugenio e Ferdinando di Savoia). I lavori, realizzati direttamente dalla Consulta, sono donati alla Città dai Soci in occasione del 25° anniversario della Fondazione. Durante la cerimonia, in Sala Rossa a Palazzo Civico, Fassino ha consegnato ai vertici delle aziende e degli Enti Soci della Consulta una targa in riconoscimento per l’impegno dimostrato negli anni a favore del patrimonio storico-artistico cittadino. Tra i presenti premiati c’erano per Burgo Group, Giuseppe Lignana, per Fiat, John Elkann, per la Compagnia di San Paolo, Luca Remmert, per l’Unione Industriale di Torino, Giuseppe Gherzi, per Lavazza, Marco Lavazza e per Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino, Alessandro Barberis. “Ringrazio tutti e in particolare Lodovico Passerin d’Entrèves – ha detto il Sindaco durante la cerimonia –. Questo vostro contributo concorre a ridare luce a una parte di patrimonio culturale della città. Vedo tra voi molti esponenti dell’industria – ha continuato il sindaco -, comparto che ha permesso a Torino di diventare una grande città. Sappiamo però che negli ultimi venti anni il profilo di Torino si è allargato ad altri settori quali il bancario, l’universitario, lo scientifico, il tecnologico e il turistico culturale . Torino è diventata una grande capitale di cultura poiché abbiamo giustamente creduto fosse importante investire in questo campo. Viviamo nell’era della globalizzazione economica dove vincono i territori che sono più accoglienti e accattivanti. Investire in cultura – ha sottolineato – significa investire in un motore di sviluppo della città, leva strategica di crescita. Per fare questo serve un grosso impiego di risorse che oggi non può essere affidato solo alle amministrazioni pubbliche. Dobbiamo aumentare il perimetro degli investimenti ed è essenziale che esista un ‘mecenatismo’ come quello reso possibile dalla Consulta, alla quale esprimo la mia gratitudine e quella di tutta la città e dico che siamo felici di continuare a lavorare insieme”. A conclusione della cerimonia, dalla balcone del Municipio, il Sindaco insieme ai presenti alla cerimonia, ha sciolto i nastri del telo che le copriva le statue.

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Nov 18


Il magnifico gioiello juvarriano riapre le porte.
La Palazzina di Caccia di Stupinigi non poteva mancare all’appuntamento per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Un esemplare restauro architettonico, impiantistico ed artistico che riporta la Palazzina di Caccia di Stupinigi aglil antichi splendori, un percorso espositivo che interessa tutta l’ala di Levante, dalla Scuderia juvarriana al Salone Centrale, fino all’Appartamento del Duca di Chiablese, magnificamente restaurato negli interni e negli Arredi.
Reggia, palazzo, dimora, tenuta estiva. Ora regale, ora piena di una calda intimità. Straordinario capolavoro settecentesco e uno dei più begli esempi di architettura juvarriana, gemma del circuito delle Residenze reali e patrimonio dell’Unesco.

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Ott 24


Il sindaco Piero Fassino è intervenuto all’inaugurazione dell’archigrafia dedicata ad Antonio Gramsci e installata sulla facciata dell’ex Albergo di Virtù di piazza Carlo Emanuele II nr. 15, in fase di ristrutturazione.

Si tratta di un pannello lungo quaranta metri e alto dieci su cui spicca il volto dell’illustre pensatore affiancato da alcune delle sue frasi più celebri. L’archigrafia, oltre a essere testimonianza della memoria di Antonio Gramsci che abitò in questo edificio dal 1914 al 1922, è un’opera innovativa e di grande interesse comunicativo.

Il Sindaco, dopo aver ricordato che in questo palazzo – dove oltre a Gramsci ha abitato Angelo Tasca – si è sviluppato nella prima parte del Novecento un ruolo politico importante per la storia italiana, ha sottolineato come questo progetto sia indicativo della capacità di Torino di non smarrire il senso della sua memoria: “L’iniziativa, resa possibile della Fondazione Gramsci e dalla proprietà dell’ex Albergo di Virtù, sono una testimonianza dell’apprezzamento al valore dell’uomo politico e assolvono al compito di sottolineare come le sue riflessioni siano attualissime oggi e vengano studiate dai politologi di tutto il mondo. I suoi scritti sono infatti, da tempo, tra i più tradotti”.
“Torino – ha proseguito Piero Fassino – ha investito molto nella ricostruzione della sua storia e, le manifestazioni legate ai centocinquanta anni dell’Unità d’Italia, sono servite per trasmettere la memoria del percorso del nostro Paese”.

Il prospetto dell’edificio è stato così trasformato in un’ esposizione culturale e, come ha spiegato Sergio Scamuzzi, direttore della Fondazione Gramsci, “l’archigrafia è solo l’inizio di un percorso di ricerca e di progettazione che continuerà, d’accordo con la proprietà, anche a cantiere finito”.

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