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Ott 06


In occasione dell’anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, questa mattina ai Giardini Cavour è stato piantato un tiglio, il primo di una donazione di sette alberi da parte del Consolato Indiano di Milano alla Città di Torino.

Alla cerimonia hanno presenziato il Console Generale dell’India nel capoluogo lombardo, Dottor George Binoy, e l’Assessore alle Politiche per l’Ambiente della Città, Alberto Unia.

Il tiglio è stato posizionato nei pressi del busto in bronzo dedicato a Gandhi, di cui quest’anno ricorrono i 151 anni della nascita.

Le altre 6 piante ad alto fusto donate dal Consolato – un tiglio, un acero rosso e quattro liriodendri – sono state invece messe in dimora al Parco Ruffini.

“Siamo lieti di aver donato questi alberi alla Città di Torino in occasione dell’anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, che si è celebrato lo scorso 2 ottobre, data in cui le Nazioni Unite hanno indetto la Giornata Internazionale della non-violenza â€“ ha dichiarato il Console indiano George Binoy – . Gandhi è stato uno dei pionieri del concetto di sostenibilità e del rispetto dell’ambiente: il gesto di piantare degli alberi per ricordarlo è pieno di significati anche come lascito per le generazioni future.“

“L’iniziativa del Consolato indiano di Milano, per la quale ringraziamo il Dottor George Binoy, è un gesto dal forte valore simbolico â€“ commenta l’Assessore all’Ambiente Alberto Unia –: coniuga l’aspetto spirituale, rappresentato dal personaggio di Gandhi, alla cura e alla tutela del verde e dell’ ambiente, ambito che come Città di Torino ci vede fortemente impegnati, anche grazie al sostegno di molti che con le loro donazioni contribuiscono ad arricchire il patrimonio arboreo dei nostri parchi.â€

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Ott 02


E’ stato firmato questa mattina, nella sala Rossa di Palazzo Civico, il protocollo internazionale della dichiarazione di Parigi che fa entrare Torino nel Network Fast-Track Cities. Un network di città che si pone l’obiettivo di contrastare l’AIDS, riducendo lo stigma e le discriminazioni nei confronti di chi ha contratto il virus. Ancora oggi la mancanza di consapevolezza e la giusta informazione nei confronti dell’infezione da HIV (Human Immunodeficiency Virus) e della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) costituisce un limite al controllo dell’epidemia. Una recente indagine – Is HIV sorted – ha riportato che quasi la metà (43%) degli intervistati residenti in Italia ignorano che l’HIV sia un virus e solo il 37% è in grado di definire in modo corretto la sindrome da immunodeficienza acquisita, mentre circa un quarto dei cittadini (27%) ritiene che HIV e AIDS siano sinonimi.

I dati dell’indagine riferiscono che a Torino l’87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e quasi il 60% non ha mai eseguito un test HIV, mentre il 45% di coloro che l’hanno eseguito almeno una volta l’hanno fatto più di 5 anni prima. C’è ancora molta disinformazione anche rispetto al trattamento dell’HIV basti pensare che quasi il 50% degli intervistati pensa che chi convive con l’HIV e segue una terapia efficacie possa comunque trasmettere il virus ad altri. La mancata percezione del rischio e delle misure di prevenzione, si associa a un approccio sociale negativo nei confronti delle persone con infezione da HIV.

Torino è la quarta città in Italia come nuove diagnosi (108, su 198 nell’intero Piemonte), dopo Roma Milano Napoli. Gli stranieri costituiscono il 35 % circa dei nuovi casi, per lo più provenienti da paesi ad alta endemia (Africa sub sahariana, America Centro – Sud). La modalità MSM si conferma la principale fonte di infezione e comunque i rapporti sessuali non protetti sono causa di infezione nel 96 % dei casi, ormai la TD attiva costituisce meno del 4 % delle cause di infezione. La incidenza maggiore è nella fascia 25-34 anni. Nel circa il 40 % dei casi la diagnosi è tardiva ovvero persone ignare di avere la malattia da almeno 5 -10 anni.

“L’adesione a Fast-Track Cities â€“ afferma l’Assessore ai Diritti Marco  Giusta â€“ rappresenta per Torino un chiaro segnale di presa di coscienza del problema. Bisogna costruire una coalizione fra l’amministrazione cittadina, le realtà associative locali, le istituzioni sanitarie e le reti internazionali per favorire una corretta informazione e il superamento dei pregiudizi. La sinergia fra enti e istituzioni è alla base della lotta all’HIV. Grazie al coinvolgimento delle associazioni territoriali auspichiamo l’adozione di pratiche innovative fra cui checkpoint, campagne informative, azioni di contrasto allo stigma che colpisce ancora le persone sieropositive.†

Ott 01


Dal 1° ottobre Torino accoglie la nuova tappa di ‘Beyond Walls – Oltre i muri’, il progetto di Land Art dell’artista franco-svizzero Saype sostenuto dal Gruppo Lavazza in collaborazione con il Comune di Torino e i Musei Reali Torino

Due mani che si tendono l’una verso l’altra e si stringono, in una presa che trasmette fiducia e aiuto reciproco: è questa l’immagineal centro del progetto Beyond Walls – Oltre i muri firmato dall’artista franco-svizzero Saype.

Città di Torino con questo progetto, conferma il proprio impegno sui temi della sostenibilità e della condivisione, consolidandosi come metropoli internazionale dalla spiccata vocazione culturale.

Un messaggio di solidarietà e di fratellanza per un’opera dipinta sull’erba, che connette idealmente la città di Torino al resto del mondo. Dopo essersi fatta portavoce dei messaggi di rinascita e solidarietà con la campagna #TheNewHumanity, ora Lavazza ha deciso di supportare Saype, artista con cui condivide visione e valori che faranno da filo conduttore per il Calendario Lavazza 2021.

In parallelo, i Musei Reali si fanno sostenitori del progetto grazie alla volontà di connettere il patrimonio delle arti classiche alle espressioni artistiche contemporanee, contribuendo a realizzare uno dei più importanti interventi artistici su scala globale degli ultimi anni.

Nella cornice del Parco archeologico della Porta Palatina di Torino, uno dei luoghi storici della città, Beyond Walls diventa un ulteriore tassello della “più grande catena umana della storiaâ€, coprendo cinque continenti per un totale di oltre venti città diverse. Settima tappa di un progetto globale inaugurato a Parigi nel 2019 e che ha già toccato luoghi come la Tour Eiffel di Parigi, il muro di Berlino e il memoriale di Ouagadougou in Burkina Faso.

La scelta di accogliere l’opera presso una delle porte di accesso della città, soglia che delimitava i confini dello spazio cittadino dal mondo esterno, sottolinea il desiderio dell’artista di superare i muri fisici e mentali, invitandoci a intraprendere uno sforzo collettivo per sentirci parte viva di un unico ecosistema, responsabili di un fragile equilibrio che richiede la nostra cura e il nostro impegno individuale.

Ogni singola mano appartenente al progetto Beyond Walls, con i suoi dettagli che rimandano a etnie, provenienze, culture differenti rappresenta il caleidoscopio di un’umanità in continua evoluzione, che non è disposta a farsi fermare da restrizioni e muri e che si fa portavoce di tolleranza e inclusione.

Inserito dalla prestigiosa rivista Forbes nell’elenco delle 30 personalità sotto i trent’anni più influenti nel mondo dell’arte e della cultura, Saype ha sviluppato la propria personale ricerca fondendo l’immediatezza e l’impegno sociale della street art alla consapevolezza della land art, dando vita a una grammatica artistica del tutto personale. Tutta l’opera dell’artista, nato a Belfort nel 1989 e formatosi da autodidatta, è realizzata nel totale rispetto della natura ed è costituita da dipinti di dimensioni monumentali realizzati sull’erba grazie all’utilizzo di pigmenti biodegradabili, ideati dall’artista stesso. I dipinti, di natura effimera e di grande impatto visivo, sono nati dall’esperienza maturata da Saype attraverso l’arte di strada, trasformatasi poi verso il linguaggio della land art, un movimento d’avanguardia nato alla fine degli anni ‘70, focalizzato sul dialogo tra gli artisti e la natura.

La visione di Saype rispetto al presente e alla responsabilità dell’arte è molto chiara:

«Ci troviamo a un punto della storia in cui il mondo si sta polarizzando, e in cui molte persone si stanno ripiegando su se stesse. Tuttavia credo profondamente che sia solo rimanendo insieme che l’umanità possa rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo.»

I suoi enormi dipinti, che hanno una durata media che varia tra i 15 e i 90 giorni, rappresentano un richiamo alla transitorietà dell’esistenza e alla relazione tra tutte le forme viventi e coniugano la trasversalità e la forza dell’arte urbana alla profondità e all’urgenza della land art, dando vita a una formula visiva del tutto originale.

La scelta di Saype – nome d’arte di Guillaume Legros, nato dalla contrazione di “say peace†– avviene in continuità con il percorso intrapreso da Lavazza. L’artista ha già collaborato con l’azienda in qualità di protagonista di uno scatto di Amy Vitale, curatrice del Calendario Lavazza 2019, che ha ritratto il suo dipinto Take Care for Future, realizzato in sinergia con il progetto “Colombia Breathes†della Fondazione Lavazza.

Con questa nuova opera, la Città di Torino e Lavazza si fanno portatrici di un messaggio di speranza, di ottimismo e di resilienza che parte dalla città di Torino e si apre a tutto il mondo.

Hanno voluto che anche Torino fosse uno dei luoghi scelti da Saype per realizzare la propria opera, per sostenere e diffondere la ripartenza della città già rappresentante dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, dopo l’emergenza sanitaria.

Il progetto è un percorso che comprende anche la prima mostra personale dell’artista francosvizzero presso le sale centrali della Galleria Sabauda dei Musei Reali. Beyond Walls. Torino 2020 ricostruisce poetica, carriera e tecnica dei “Foot Murales†che hanno reso celebre Saype in tutto il mondo e sarà visibile fino al 17 gennaio 2021.

 

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