preload
Apr 25


Per celebrare il 25 Aprile, giorno dal significato particolare per Torino città simbolo della Resistenza e medaglia d’oro al valor militare, al Cimitero Monumentale si è svolta la cerimonia commemorativa del 76 anniversario della Liberazione.
Presenti le autorità cittadine: la Sindaca Chiara Appendino; Marco Giusta, Assesore alle Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Citta di Torino; Andrea Tronzano, Asessore della Regione Piemonte; Claudio Palomba, Prefetto di Torino e le rappresentanze delle associazioni combattentistiche e della Resistenza.

Apr 25


Il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Nuto Revelli, la Fondazione Revelli e la “Portineria di Comunità†della Rete Italiana di Cultura Popolare propongono per il 25 aprile sotto i portici di Porta Palazzo la mostra fotografica Ricordati di non dimenticare: Nuto Revelli, una vita per immagini curata da Paola Agosti e Alessandra Demichelis per celebrare il centenario della nascita dello scrittore che fu alpino in Russia, partigiano e ricercatore della memoria contadina.

La mostra, inaugurata con il patrocinio della Città di Torino nell’ambito delle iniziative del Polo del ’900 per la Festa della Liberazione, vede la collaborazione di Spazio ZeroSei della Fondazione Compagnia di Sanpaolo e di Fondazione Contrada Torino e rimarrà esposta fino a dicembre 2021.

Con questo appuntamento, per la prima volta il Portico di Piazza della Repubblica diviene anche spazio pubblico per una mostra aerea. Un primo passo che vuole portare cultura e condivisione di prossimità, per questo sono coinvolti gli attori della Piazza, dalla Portineria a Spazio ZeroSei. Nuto Revelli e Ì€ stato, con la sua opera e con la sua azione, una figura di rilievo nella storia nazionale: un “testimone del suo tempoâ€, in primo luogo – di quel tempo insieme terribile e fecondo che e Ì€ stato il Novecento -, un protagonista delle battaglie per la giustizia e per la liberta Ì€ , un ricercatore di memoria tra le pieghe di una societa Ì€ in trasformazione spesso drammatica.

Fa parte di quella generazione di scrittori (come Primo Levi e Mario Rigoni Stern, di cui era amico) che giunsero alla scrittura non per sola vocazione interiore ma trascinati, per cosi Ì€ dire, dalla Storia, per una sorta di dovere civile e morale: per “far sapere†affinche Ì gli orrori di cui erano stati vittime e testimoni non si dovessero mai piu Ì€ ripetere.
Il suo impegno permanente e ̀ stato quello di restituire voce a coloro che voce non hanno : ai soldati vittime delle guerre, ai montanari e contadini che quelle guerre per primi le avevano pagate e che erano poi stati lasciati ai margini, a quanti senza nulla pretendere si sono sacrificati per il bene di tutti.

Queste tracce di memoria, che giungono a noi dal secolo scorso – e dunque da un tempo che potrebbe apparire irrimediabilmente lontano – si intrecciano invece oggi con le vicende umane di un nuovo paesaggio, quello di Porta Palazzo, che accoglie popoli e persone a loro volta in fuga da guerre, carestie, oppressione e che qui giungono percorrendo con mezzi di fortuna i mille cammini della speranza.
È sicuramente questa oggi la principale eredità di Nuto Revelli: la sua pratica dell’ ascolto come atto politico per dare voce ai più fragili. È particolarmente significativo, quindi, rappresentare la sua storia in un paesaggio urbano e umano così tipico come quello di Porta Palazzo, dove la Portineria di Comunità, attraverso il Portale dei Saperi, svolge un’importante funzione di presidio proprio attraverso la raccolta di testimonianze, storie, racconti che sono espressione dei percorsi di vita delle tante persone che partendo da un nuovo “mondo dei vinti†costruiscono, giorno dopo giorno, il loro futuro di speranza e di riscatto. Nella babele di lingue e dialetti che risuonano al mercato di Piazza della Repubblica – da sempre uno dei luoghi in cui si forma l’identità torinese nello scambio tra tradizioni e culture differenti – la mostra offre un’occasione di ripercorrere la vita di un testimone del proprio tempo, ricostruendo un percorso di formazione che porta un ragazzo degli anni Trenta a prendere coscienza della dittatura fascista, a ritrovarsi libero nell’esperienza partigiana, per poi diventare un vero e proprio “mediatore culturaleâ€, anticipatore delle tematiche ambientali e della valorizzazione dei saperi tradizionali legati al proprio territorio.

Inaugurano la mostra fotografica Ricordati di non dimenticare: Gastone Cottino, presidente del Comitato Nazionale, Marco Revelli presidente della Fondazione Nuto Revelli, il direttore di Rete Italiana di Cultura popolare Antonio Damasco e Marco Giusta, assessore ai Diritti della Città di Torino.

La mostra Nuto Revelli, una vita per immagini , realizzata dalla Fondazione Revelli e dal Comitato Nazionale in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Cuneo “Dante Livio Biancoâ€, ha ricevuto il sostegno del Mibac, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Città di Cuneo, delle Fondazioni Compagnia di San Paolo, CRC e CRT e gode del patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.

L’allestimento della mostra torinese è realizzato con il contributo di Fondazione Contrada Torino Onlus. È composta da 15 stendardi bifacciali di 3 m x2m allestiti sotto i portici di Piazza della Repubblica, in un percorso visivo bidirezionale che si snoda lungo entrambe le maniche della piazza.

La mostra sarà protagonista della II edizione del Festival delle piccole storie che si svolgerà dal 23 al 25 luglio 2021 tra la Portineria di Comunità e il Polo del ’900 e che vedrà un evento di lancio il 21 luglio (data di nascita di Nuto) da Borgata Paraloup, la borgata partigiana della Valle Stura recuperata dalla Fondazione Revelli.