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Apr 15


Anche quest’anno, in occasione delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione, lo spazio antistante l’edificio al numero 122 di corso Ferrucci si è trasformato in un luogo della memoria per ricordare gli operai torinesi che, durante la Resistenza, scioperarono più volte mettendo a rischio la propria vita. Prima per contrastare il regime nazifascista, poi – dopo l’8 settembre del 1943 – per salvaguardare la produzione industriale nelle fabbriche, anche con le armi.

Come ha sottolineato Pierino Crema, intervenuto per portare il saluto ufficiale della Città:
“Gli operai di Torino, da questa fabbrica e da altre della città, furono tra i primi a scioperare contro la guerra, per la pace e per la libertà”.

Il presidente della commissione Lavoro di Palazzo Civico ha poi ricordato:
“Scioperarono nel marzo del ’43, con Mussolini ancora al potere, poi nel 1944, e fino alla Liberazione difesero con le armi il loro posto di lavoro, nella convinzione che impedire la distruzione e lo smantellamento delle fabbriche avrebbe permesso di ricostruire più in fretta il Paese, una volta terminata la guerra”.

“La Resistenza è stato tutto questo – ha concluso Crema – ricordarla in questo luogo, sede di uno degli stabilimenti più importanti della Fiat dell’epoca, è un modo per trasferire alle giovani generazioni un ricordo che non può essere ridotto a poche righe in un libro di storia”.

Durante la cerimonia, cui hanno partecipato anche Susanna Maruffi per ANED – Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti – e Valentina Cera in rappresentanza del Consiglio regionale del Piemonte, è stata deposta una corona alla lapide che ricorda il sacrificio degli operai torinesi, all’interno dell’edificio che oggi ospita alcuni uffici della Città di Torin