Il presidente del comitato provinciale di Torino dell’UNICEF, Antonio Sgroi ha un sogno nel cassetto: “Entrando nella città di Torino – dice – si vedono cartelli che recitano “Città dell’Automobile”, sarebbe bello – propone – che in un futuro nemmeno troppo lontano, si potessero incontrare nuovi cartelli indicatori che presentano la nostra, come una “Città Amica dei Bambini e delle Bambine”.
L’intervento di Sgroi arriva al termine della cerimonia di questa mattina per l’intitolazione del giardino di via Challant compreso fra i numeri 10 e 16, diventato “Delle bambine e dei bambini di tutto il mondo” e si è concluso con la richiesta di garantire il diritto dei bambini alla città, inserendo parametri di accessibilità, giocabilità e salubrità tra gli indicatori di qualità urbana.
Il giardino di nuova intitolazione, si trova in Borgata Lesna, porzione di territorio del quartiere Pozzo Strada al confine con Grugliasco.
Alla cerimonia, oltre a Sgroi, erano presenti: la vicepresidente del Consiglio comunale Ludovica Cioria, la presidente della Circoscrizione 3 @Francesca Troise, la dirigente scolastica dell’IC “Aldo Palazzeschi” Nancy Grande. Nel suo intervento di saluto e rivolgendosi ai bambini presenti, tre classi della scuola elementare Ottino, Ludovica Cioria li ha esortati a non dimenticare che tutti i bambini hanno il diritto di imparare, giocare, divertirsi, stare con le persone a cui vogliono bene. Imparare a guardare il mondo con gli occhi dei più piccoli, ha sottolineato ancora la vicepresidente del Consiglio comunale, permetterebbe di accorgersi che per essere migliori serve uno sforzo in più per avere pazienza, uno sforzo in più per sognare, uno sforzo in più per perdonare.
Un’intitolazione, quella odierna, che, per Francesca Troise rappresenta uno stimolo nel continuare a promuovere politiche destinate ad accrescere le opportunità ai residenti più piccoli della Circoscrizione 3. Ai più piccoli, ha chiosato Troise, dobbiamo ascolto, dobbiamo l’educazione che ne faccia cittadine e cittadini liberi e consapevoli, dobbiamo la cura della comunità. Perché loro sono il futuro nostro e del mondo.
Il giardino deve la sua denominazione alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la Legge numero 176. Convenzione nata con l’obiettivo di tutelare e promuovere i diritti delle persone di minore età. Attraverso il riconoscimento di uno spazio dedicato ai più piccoli, la Città di Torino intende adesso rimarcare le importanti conquiste acquisite e stimolare maggiore attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni su queste tematiche.
Venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 maggio 2023 Torino ospita la prima edizione di Un Grado e Mezzo. Festival su clima e ambiente, ideato e organizzato da CentroScienza Onlus in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e il Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino.
Dopo il successo di una prima edizione zero sperimentale proposta nel 2022, per tre giorni il Festival porta in città eccellenze della ricerca scientifica italiana, scrittori, giornalisti, divulgatori scientifici e attivisti del movimento del Fridays For Future per parlare di cambiamento climatico e ambientale sotto diversi punti di vista mescolando registri differenti per raggiungere e sensibilizzare un pubblico sempre più vasto.
6 sedi torinesi – il Museo A come Ambiente MAcA, il Mausoleo della Bela Rosin, gli Orti Generali, la Casa nel Parco, Cascina Roccafranca e lo Spazio WOW – ospiteranno per un intero weekend gli appuntamenti del festival. Tanti gli eventi prefestival, dal 17 al 25 maggio.
Il valore di 1,5°C è il limite di innalzamento della temperatura media globale che non dovrebbe essere superato a fine secolo, rispetto ai valori preindustriali, per garantirci un futuro meno incerto, più sano e più equo. La salute del nostro Pianeta è strettamente interconnessa al benessere degli animali e di noi esseri umani in una prospettiva One Health di salute globale. Da qui l’esigenza del Festival di parlare di cambiamento climatico, degli aspetti legati alle trasformazioni cui stiamo già assistendo negli ambienti fisici e negli ecosistemi, dell’impatto che queste determinano sulla nostra società, sul modo in cui viviamo e vivremo, sulla nostra salute e sulle nostre attività. Si parlerà di acqua, aria, suolo, foreste, biodiversità, così come di eventi climatici e meteorologici estremi. Gli ambienti di riferimento spazieranno dal mare e dalle pianure con le grandi metropoli alle montagne e ai ghiacciai, veri e propri laboratori per studiare l’impatto dei cambiamenti climatici sul nostro Pianeta. Tutto questo mettendo da parte catastrofismo e allarmismi, ma utilizzando un approccio pragmatico e proattivo per parlare in concreto delle azioni necessarie finalizzate a mitigare gli impatti negativi del riscaldamento globale. Soluzioni buone e pratiche e spirito di iniziativa sono il fine dell’offerta di laboratori, conferenze, workshop, passeggiate naturalistiche e tavole rotonde, proposti durante il Festival, il quale ha l’ambizioso obiettivo di informare e rendere consapevoli cittadini e cittadine che con le loro azioni quotidiane possono contribuire a un futuro diverso. L’ampio spettro di linguaggi, di discipline e di approcci è fondamentale per trattare il tema nelle sue diverse sfaccettature e, inoltre, per riuscire a raggiungere e sensibilizzare un pubblico sempre più ampio che comprenda adulti, bambini e bambine, famiglie e ragazzi e ragazze. La varietà dell’offerta non è solo in termini di età, ma anche di conoscenza delle tematiche affrontate: dai concetti di base agli approfondimenti per muoverci nel grado e mezzo del clima che cambia. Tutti gli eventi sono proposti al pubblico a titolo gratuito, alcuni con prenotazione obbligatoria.
“Il 26, 27, 28 maggio torna il festival Un grado e mezzo – dichiarano Elisa Palazzi e Michele Freppaz, curatori del Festival. Il titolo ci ricorda l’importanza di avere come obiettivo quello di non superare a fine secolo un aumento della temperatura di 1,5 gradi centigradi rispetto al preindustriale, a vantaggio di chi popola la terra che avrà così a che fare con un clima meno incerto e sfide di adattamento meno difficili da affrontare. Quest’anno abbiamo deciso di trattare i temi scientifici – stiamo affrontando i segni dell’aumento di temperatura anche negli episodi e nelle manifestazioni di clima estremo e non mancheremo di menzionare questi segni del clima che cambia – ma quest’anno vorremmo focalizzarci in particolare sulle soluzioni, sulle azioni da intraprendere a livello locale e globale, ma anche sul contributo che i singoli individui possono dare alla comunità intera. Avremo quindi anche esempi di azioni dal basso che possono essere intraprese per dare un contributo significativo alle sfide poste dalla crisi climatica”.
“Torino è fortemente impegnata per la riduzione delle emissioni climalteranti e si è data un obiettivo ambizioso candidandosi alla call europea “100 Climate-Neutral Cities by 2030 – by and for Cizitens” per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2030, rendendo la Città un modello per altre municipalità europee che dovranno raggiungere questo risultato entro il 2050 – spiegano gli assessori Foglietta e Tresso. Manifestazioni come il festival ‘Un grado e mezzo’ consentono di mantenere alta l’attenzione su un tema che, per quanto gli effetti del riscaldamento globale siano già oggi visibili e concreti, non è ancora sufficientemente percepito per creare un effettivo cambiamento tra i cittadini come tra i decisori politici”
Luca Rolandi, presidente della Circoscrizione 2 aggiunge: “È motivo di orgoglio ospitare la manifestazione anche sul territorio della Circoscrizione 2 perché il tema è di quelli ineludibili e sui quali tutti saremo giudicati dalle future generazioni. Ambiente e Uomo o convivono o periscono”.
Maggiori informazioni nelle pagine del Centro Scienza
[Fonte: TorinoClick]