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Set 25


Continua il “Trophy Tour” delle Nitto ATP Finals, che porterà la coppa della prestigiosa competizione sportiva in alcuni luoghi simbolo della città. Da oggi e fino a giovedì 28 settembre il trofeo sarà visibile al pubblico nelle vetrine di Torino Urban Lab, in via Milano 2A.

Le prossime tappe del “Trophy Tour” – il calendario è in costante aggiornamento – saranno visibili sul sito dell’evento NittoATPFinals.com.

A poco più di un mese dall’inizio del torneo, Torino sta già iniziando a vestirsi con i colori del grande tennis. Nelle prossime settimane, tra piazze, portici e strade, tutto ci parlerà dell’evento che dal 12 al 19 novembre vedrà affrontarsi, per la terza volta nella nostra città, gli otto tennisti più forti del mondo e le migliori otto coppie di doppio.

I torinesi e i turisti che affollano la città stanno cominciando a familiarizzare con i volti dei partecipanti alle Nitto ATP Finals; sotto i portici di via Po sono infatti esposti alcuni banner con le immagini e le schede dei primi qualificati alla terza edizione del torneo: Carlos Alcaraz, Novak Djokovic (vincitore delle Nitto ATP Finals dello scorso anno) e Daniil Medvedev. Fino al 14 ottobre la mostra sarà visibile nel tratto di via Po compreso tra piazza Castello e via Rossini, mentre dal 6 novembre al 19 novembre si sposterà tra piazza Castello e via Accademia Albertina.

Ogni nuovo giocatore che si qualificherà alle Nitto ATP Finals verrà inoltre celebrato con una spettacolare proiezione luminosa sulla guglia della Mole Antonelliana, il luogo più iconico della città.

Con l’intento di avvicinare sempre più persone alla pratica del tennis ricordiamo infine che venerdì ha avuto inizio da piazza San Carlo “Tennis in Città”, la manifestazione che scandirà i fine settimana che ci separano dall’inizio delle Nitto ATP Finals con alcune tappe che animeranno parchi e altri luoghi di Torino.

[Fonte: TorinoClick]

Set 23


50.030 presenze complessive tra Milano e Torino con 45 concerti sold out su 70!
Sono i risultati di MITO SettembreMusica 2023 “Città”, firmato da Nicola Campogrande che afferma «I frutti che in questa edizione si raccolgono, nell’esito così fuori dall’ordinario, nella lunghissima serie di tutto esaurito, a me sembra siano passione, desiderio, intensità. Lascio dunque un festival in forma eccellente e soprattutto due città nelle quali la musica classica, a settembre, ha imparato a risuonare in modo nuovo ed eccitante».
Ma non sono solo i numeri a decretare il successo del Festival 2023 dal tema “Città”: lo conferma l’accoglienza straordinaria che è arrivata fino alle zone più periferiche dei due capoluoghi.
Il prossimo Festival MITO SettembreMusica 2024 sarà, firmato da Giorgio Battistelli: «Il mio impegno sarà quello di rendere questo Festival nuovo, ma senza perderne l’anima e la tradizione. È un Festival che parla con le città e con la società e deve continuare a farlo».
 
Scopri di più su www.mitosettembremusica.it
Set 21


Inaugura il 21 settembre alla Cavallerizza di Torino e nella cornice di Paratissima, la mostra ‘Sacro Fuoco’ di Elisa Seitzinger, illustratrice contemporanea tra i dieci autori più influenti d’Italia, che negli ultimi anni ha raggiunto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali.

Il titolo della mostra, ‘Sacro Fuoco’ è una sorta di manifesto. È il fuoco sacro che spinge l’artista a creare libero da vincoli, se non quelli imposti dal proprio sentire. Ma che altresì spinge chi artista non è a riconoscere l’arte e farne momento emozionale e formativo.

La Cavallerizza, complice la sua stessa conformazione architettonica, si trasforma nel tempio del fuoco dove il sognatore può sognare e prendere coscienza di sè.

Paolo Lampugnani, curatore della mostra: ‘Al sonno presiedono gli archetipi umani che Seitzinger rielabora a partire dall’universo junghiano, concetti cui il sogno ha dato forma fisica. Mute, incombenti presenze a significare altresì la possibilità, anzi, l’intima esigenza di ognuno, di partecipare del fuoco sacro dell’arte in quanto rappresentazione della realtà mediata dall’immaginario visivo dell’artista. Le imponenti figure alle pareti, in qualche modo evoluzione degli arcani maggiori dei tarocchi, dove colore e forma la fanno da padrone, documentano il nuovo sentire dell’artista riguardo al trattamento delle immagini. L’intenzione di creare vere e proprie installazioni site specific, che divengono il cuore della mostra stessa, pur affiancate dalle tavole realizzate in veste di illustratrice, dimostra con evidenza il nuovo cammino intrapreso dall’artista che, ben lungi dal recusare la propria storia e vocazione, ne amplia il significato conferendo nuovo vigore e coscienza, con l’idea di obbedire a un intento puramente creativo e artistico, non vincolato cioè a esigenze esterne. E se il contenuto visivo non cambia in apparenza, a cambiare in modo significativo è la modalità espositiva, intesa non come mero esercizio ma sottesa da preciso concetto informativo, avvicinandosi ai modi dell’arte contemporanea’.

Una seconda installazione si incontra lungo un’intera parete delle scuderie dove il racconto del quotidiano nell’atto creativo è testimoniato da una serie ininterrotta di schizzi, lavori preparatori, stralci di letture e immagini a rappresentare in modo sincronico quanto, celato nello spazio di lavoro dell’artista, sottende ogni singola opera.

L’idea e il pensiero di Elisa Seitzinger: “Ho percepito la Cavallerizza Reale come uno spazio onirico, che ha evocato nella mia mente il tempio descritto da Borges ne “Le rovine circolari”. Un luogo sacro, decaduto, dove il protagonista si reca per sognare. Il suo scopo è plasmare il sogno affinché viva di vita propria rendendosi conto che “l’impegno di modellare la materia incoerente e vertiginosa di cui sono composti i sogni è il più arduo che un uomo possa intraprendere”. Finché, dopo molto tempo, “nel sogno dell’uomo che sognava, colui che era sognato si svegliò”. Il protagonista sembra aver concretizzato una creatura emersa dalla sua immaginazione salvo poi, alla fine del racconto, comprendere che anche lui non è altro che un sogno.

“Sacro fuoco” è allora un’emersione nella materia di cui noi stessi esseri umani siamo fatti,  ’immaginazione”. Completa il lavoro site specific il video realizzato in occasione della performance che ha visto un cavallo, esaltato nell’aspetto dalla stupenda gualdrappa realizzata ad hoc, correre per l’ultima volta nella reale cavallerizza. Il sogno si fa realtà prima di tornare evanescente nella sua sostanza ma, per una volta ancora vivente grazie alle immagini.

La restante parte dell’esposizione racconta, con opere scelte, gli ultimi dieci anni di attività della Seitzinger: progetti specifici come il più recente mazzo di tarocchi realizzato e qui esposto integralmente in una lunga teoria, collaborazioni con scrittori e musicisti, libri d’arte, immagini per magazine, quotidiani, campagne pubblicitarie che hanno valso all’artista numerosi premi e riconoscimenti.

Maggiori informazioni sul sito della Cavallerizza