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Set 26


Sono stati festeggiati in Sala Rossa gli ottant’anni di Diego Novelli. E lui, che non lo aveva pubblicizzato troppo, si è esposto ‘ai rischi della commozione’ accettando, senza ipocrisie, il gradito invito del sindaco e di una Sala Rossa particolarmente gremita, che lo ha ascoltato tracciare con scioltezza e ironia un pezzo di storia della Città. A festeggiare Novelli questo pomeriggio c’erano molti ex primi cittadini (Sergio Chiamparino,Giovanni Porcellana, Maria Magnani Noya, Valentino Castellani, Giovanna Cattaneo Incisa), consiglieri e assessori in carica, ma soprattutto moltissimi ex amministratori che, con il loro impegno, hanno fatto di Torino una città che ha sempre saputo anticipare i tempi. “Voglio esaltare senza retorica il ruolo del Comune come istituzione – ha detto Novelli – perché la torre civica rappresenta il simbolo di una comunità, lo specchio in cui si riflettono i cittadini. Senza peccare di gianduismo, come avrebbe detto Bobbio, dobbiamo lavorare per fare di Torino una città sempre più bella, ma anche più umana, una città che ponga al centro le aspirazioni dei suoi abitanti e degli ultimi”.

“Un grande politico e un grande sindaco che ha interpretato il proprio ruolo assumendo la guida della città in modo alto e forte. Non è esagerato dire che con la città ha saputo costruito un rapporto carnale, come in Borgo San Paolo che è in qualche modo la rappresentazione simbolica della sua identificazione con Torino e i torinesi”. Così ha esordito il sindaco Piero Fassino nel saluto in Sala Rossa a Diego Novelli in occasione del suo ottantesimo compleanno. “Diego Novelli è stato un uomo delle istituzioni – ha proseguito il primo cittadino – capace di prendere senza paura le decisioni che riteneva utili. A lui si devono alcune scelte fondamentali come l’estensione generalizzata del tempo pieno, Settembre Musica, i Punti Verdi, il piano regolatore generale, pensato per la prima volta in quegli anni come la grande cornice destinata a contenere lo sviluppo della città. Un uomo animato da un’idea di politica come passione, basata sul disinteresse personale e sulla capacità di mettere al centro del suo agire i cittadini, a partire da quelli più umili”.

[fonte: TorinoClick]

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