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Apr 12


Biennale Democrazia quest’anno diventa una occasione per confrontarsi su un tema molto sentito dalle città: come rendere l’ambiente urbano ricco di stimoli e di cultura per i bambini. Questione strategica per il futuro delle Città Bambine che “nella loro volontà di diventare intelligenti e sostenibili, propongono un patto sociale alle nuove generazioni”, sostengono gli organizzatori.

Torino, da tempo, persegue questo obiettivo, sviluppando percorsi partecipativi e di coinvolgimento dei cittadini sulle trasformazioni urbane ed economiche, sulle mutazioni sociali, culturali e sulla crescita tecnologica.

In questa direzione vanno gli eventi che si sono svolti questa mattina in piazza Carlo Alberto e questo pomeriggio al Teatro Gobetti.

Nell’area racchiusa dal Museo del Risorgimento e dalla Biblioteca Nazionale dalle 10 alle 18 Iter (Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile) – Centri di Cultura per il Gioco della Città e la Fondazione Oat (Ordine Architetti Torino) hanno proposto l’istallazione inSEDIAmenti ludici. Cento sedie rosse, veri e propri prototipi ricreativi che affondano le radici nella tradizione popolare e nella riflessione sulle condizioni culturali, storiche e territoriali, si sono riappropriate dello spazio pubblico.

Si tratta di un progetto, ideato lo scorso anno dai Centri di Cultura per il Gioco, sul tema del recupero in rapporto alla sostenibilità ambientale: le seggiole sfondate e mal ridotte sono state trasformate in strumenti di gioco nelle scuole elementari, dove i bambini hanno lavorato insieme alle loro famiglie, e nelle sette ludoteche cittadine. “Siamo partiti dalla ricerca sui giochi di percorso, logici e di strategia – spiega Maria Carla Rizzolo, responsabile pedagogico dei Centri di Cultura ludica – per arrivare, grazie alla genialità di alcuni insegnanti, a trasferirli sulle sedute delle sedie dismesse”. “Questo lavoro – continua Rizzolo – traduce il gioco in termini innovativi, la cui realizzazione diventa la testimonianza di come utilizzare un’area per divertirsi. Un’idea che rimanda all’utopia di una città a misura di bambini, che parte da loro e arriva ai genitori, allargando la comunicazione intergenerazionale”.

Le “Città Bambine” sono anche sostenibili. Così trecento allievi delle scuole elementari
A. Gabelli, V. Alfieri, Duca d’Aosta e L. Armstrong, che aderiscono al progetto Mobilità scolastica sostenibile, hanno occupato la piazza, dalle 10.30 alle 12.30, dopo aver percorso un tratto a piedi, dando vita alla performance Smart School Mobility, la scuola si muove in modo intelligente. Le dodici classi sono partiti da tre diverse postazioni: corso Regina Margherita angolo viale 1 Maggio (Gabelli); via Garibaldi angolo corso Palestro (Alfieri); piazza Carlo Felice (Duca d’Aosta, Armstrong). Il walk pooling è stato curato da Iter – Laboratorio Città Sostenibile, che coordina il progetto Mobilità scolastica.

Gli alunni, a gruppi di classi, hanno giocato e visitato la mostra a cielo aperto allestita con 60 poster selezionati da tre concorsi internazionali sui temi declinati da Smart City, dando vita a un flash mob che ha animato tutta la piazza. “Il titolo di Biennale e Democrazia di quest’ anno è l’Utopia possibile. Con questa iniziativa – ha sottolineato Mariagrazia Pellerino, assessore alle Politiche educative delle Città – vogliamo segnalare che l’utopia possibile è guardare alla città con gli occhi delle bambine e dei bambini perché’ e’ a loro che la consegniamo affinchè la custodiscano e la migliorino: la progettazione partecipata dai bambini dei luoghi da loro abitati li educa ad essere cittadini consapevoli e creativi e porta, con la crescita di ognuno di loro, la crescita della comunità cittadina”.

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