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Mag 27


La bestia nera che combattono è la noncuranza. Al senso civico che difetta in chi preferisce assegnare al vento la carta delle caramelle, i mozziconi e i fazzoletti usati piuttosto che gettarli nel cestino, liberano dall’immondizia aiuole e viali, cortili scolastici e parchi. Operano nella discrezione. Accorciano cespugli, innaffiano fiori, tolgono i petali sfioriti, rastrellano le foglie secche. Non si scoraggiano davanti a un sentiero sconnesso, agli acciacchi di una panchina o a una cancellata intaccata dalla ruggine, o se si imbattono in foreste dalla vegetazione talmente fitta da accendere la fantasia di un novello Salgari, prendono le cesoie e con pazienza, modellano le fronde. I viottoli che scendono sulle sponde del Po, il Parco Europa e Cavoretto – nelle foto del fotoblog – e gli altri polmoni verdi collinari, il Valentino, i giardini dell’edificio scolastico di via Figlie dei Militari e del Liceo Einstein, l’aiuola della Biblioteca Civica centrale in via della Cittadella, i cortili delle materne comunali, i viali ciclabili di corso Taranto, il monte dei Cappuccini, corso Umbria , le Porte Palatine sono alcuni dei diversi luoghi presi in consegna e restituiti all’onore del decoro.
Sono giovani disoccupati, ragazzi che frequentano le Scuole Superiori e soprattutto ‘Senior Civici’ che al giro di boa della pensione, non si mettono le pantofole, ma raccogliendo l’appello del Comune si danno da fare in ogni modo in uno dei gruppi di volontariato del progetto “Torino Spazio Pubblico”, nato nella primavera dello scorso anno per iniziativa del Servizio comunale Arredo Urbano, diretto da Valter Cavallaro e animato dall’assessore Ilda Curti.
L’iniziale drappello di una settantina di volontari è decollato in dodici mesi fino a toccare la ragguardevole quota delle trecento adesioni (una buona metà gli assidui, l’altra pronta ad attivarsi per iniziative o situazioni speciali). Giulio Taurisano, funzionario dell’Assessorato e responsabile dell’iniziativa con esperienza di lungo corso nel volontariato sociale, non nasconde la soddisfazione di un progetto nato dal basso, con il coinvolgimento diretto della popolazione. E’ lui a reclutare la manodopera (occorre compilare un modulo all’indirizzo telematico www.comune.torino.it/arredourbano). E’ lui l’antenna che raccoglie da uffici circoscrizionali, direzioni didattiche e dagli stessi volontari – autentiche sentinelle del bene pubblico -, le necessità d’intervento. Organizza la tabella di marcia (“In ufficio, in via Meucci, mi fermo solo nelle giornate di pioggia”, dice allargando le braccia) e procura il materiale necessario. Coordina i volontari con cui è in contatto permanente per telefono e attraverso una mailing-list (tutti gli aderenti sono formati con un corso preparatorio, coperti da assicurazione contro gli infortuni e dotati di dispositivi di sicurezza, ne asseconda i ruoli e li raggiunge all’appuntamento a bordo di un mezzo del Comune. Apre il bagagliaio del Porter Piaggio a trazione elettrica e distribuisce scopettoni, badili, cesoie, rastrelli e sacchi a volontà. Un patrimonio di attrezzatura minuta del valore di poche centinaia di euro. Serve a raccogliere la spazzatura e a rendere puliti gli spazi. Ogni squadra nelle quattro ore medie di servizio la settimana, ad esempio, tira a lucido un viale. E i passanti che si fermano non disdegnando i complimenti a questi signori dai capelli d’argento. Capiscono che si tratta di volontari di buona volontà. Gli operatori ecologici dell’Amiat si rendono disponibili a far intervenire gli autocarri che porteranno in discarica i detriti mentre i giardinieri comunali del Verde pubblico istruiscono sulle potature e si prodigano per raccogliere le ramaglie e rimpiazzare terriccio e arbusti. La crisi economica lacerante e i fondi pubblici all’asciutto hanno tagliato di netto gli interventi di più minuta manutenzione, ma non meno importanti per la collettività. Non agire drasticamente sulle incivilities – lo insegnano i sociologi – , aprirebbe la porta al degrado, anticamera della svalutazione di una città che negli ultimi vent’anni ha subito una evidente metamorfosi ed oggi è una delle prime tre città d’arte più visitate in Italia. Torino Spazio Pubblico non si sostituisce all’attività ordinaria di pulizia della città, ma è un carburante efficiente a mettere in moto il coinvolgimento, a far sentire alla collettività lo scatto etico di cittadini che si mettono all’opera, qualche ora la settimana, a mantenere lustro il capoluogo. Del battaglione di volontari fanno parte anche una ventina di torinesi ammessi ai lavori di pubblica utilità e una ventina di famiglie al completo, residenti nella precollina, che hanno preso a cuore la sorte del verde all’interno dell’Istituto Gobetti-Marchesini. E se l’invito rivolto a ditte nazionali di bricolage per la fornitura gratuita di materiali di consumo lo scorso anno è caduta nel vuoto, diversamente sta andando con aziende di oltreoceano impegnate nel sociale. E’ il caso della sede torinese di una software house statunitens, la MathWorks, che retribuirà l’intera giornata ai suoi 25 dipendenti che oggi sono stati di “servizio” nel parco Europa di Cavoretto. All’opera saranno anche il centinaio di rappresentanti nazionali del Movimento dei Focolarini riuniti al Sermig il 6 giugno, che collateralmente all’incontro, si impegneranno, in carne e ossa, a sistemare alcune aree verdi della Circoscrizione 7. Fare leva sul grande senso civico dei torinesi, dimostrato su larga scala in occasione delle olimpiadi invernali e in occasione del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, è un obiettivo dell’Amministrazione comunale.

[fonte: Torinoclick]

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Mag 21


Sono tornati in azione questa mattina, graziati dalla pioggia che però ha poi ripreso a cadere nel primo pomeriggio, i volontari di “Torino Spazio Pubblico”, il progetto varato dall’amministrazione comunale nello scorso dicembre e che intende valorizzare il contributo spontaneo e gratuito dei cittadini per la tutela e la promozione del bene comune e dell’interesse generale favorendo così anche la convivenza civile, la partecipazione e la coesione sociale.
L’appuntamento era al giardino dedicato ai Caduti nei Lager Nazisti di corso Moncalieri, angolo ponte di corso Vittorio Emanuele, per un intervento di pulizia e ripristino. Supportati dagli uffici dei Settori Arredo Urbano, che cura e coordina l’iniziativa, e Verde Gestione, i volontari provvederanno – l’intervento si protrarrà per più martedì – a ripulire dai rifiuti la passeggiata lungo il fiume, alla potatura di siepi e cespugli e all’asporto delle ramaglie.
Singoli o già riuniti in associazioni e gruppi come il comitato “Quattro zampe in centro” e “Le mamme dei Giardini Cavour”, sono oltre 70 i volontari che hanno aderito all’iniziativa, ma a fine mese si pensa che supereranno il centinaio. Le attività di questi “volontari civici”, raggruppati in piccoli gruppi a seconda della provenienza geografica (corso Racconigi, San Salvario, Mirafiori Sud) sono principalmente concentrate sulla cura degli elementi di arredo urbano presenti in città.
L’obiettivo è di riuscire a realizzare quella minuta manutenzione che, se effettuata con il ricorso a soggetti imprenditoriali sarebbe antieconomica, contribuendo quindi, in un’ottica di riduzione dei consumi e rispetto dell’ambiente, al recupero di strutture ancora utilizzabili con modeste riparazioni.
Tra i prossimi interventi in programma la pulizia del vecchio canale di corso Appio Claudio (nella circoscrizione 4) conosciuto come “Bealera della Pellerina” e risalente almeno al 1563, quando Torino divenne la capitale del Ducato di Savoia e subì imponenti trasformazioni urbanistiche. Il canale portava acqua ad alcuni mulini e fucine, i cui magli, o martinetti, erano azionati dall’energia idraulica. Nella seconda metà dell’800, lungo il corso del canale sorsero anche numerose industrie, soprattutto alimentari (Talmone, Caffarel, Metzger).

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