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Giu 20


Primo recupero di opere fortificate di ‘superficie’ della Cittadella di Torino dai tempi della sua demolizione, nella seconda metà del XIX secolo – Visite guidate dal 24 giugno.

Domenica 24 giugno (dalle ore 15), in coincidenza con la festa patronale, l’Assessorato alla Cultura della Città di Torino renderà accessibile al pubblico â€“ attraverso visite guidate – l’Area archeologica della Cittadella venuta alla luce nel corso dei lavori per la realizzazione del parcheggio interrato ‘Galileo Ferraris’ e salvaguardata su progetto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, su intervento della Società concessionaria ‘Parcheggio Galileo Ferraris srl’.

Viene così restituito alla Città un ulteriore frammento di quella particolare ricchezza  storica costituita da ciò che rimane dell’antico sistema difensivo torinese. Un patrimonio che l’Amministrazione comunale sta attivamente valorizzando, sia attraverso il restauro della porzione cinquecentesca del Mastio della Cittadella, sia promuovendo, insieme con l’Istituzione militare, il Centro Studi e Ricerche sull’Architettura Militare del Piemonte e le Associazioni Amici del Museo di Artiglieria e del Museo Pietro Micca, la costituzione di un polo museale della Cittadella che ne consenta la fruizione, mettendolo in dialogo con le collezioni del Museo Nazionale di Artiglieria.

L’Area archeologica rappresenta il primo recupero in assoluto di un settore delle opere fortificate ‘di superficie’ della Cittadella di Torino dai tempi della sua demolizione, iniziata nella seconda metà del XIX secolo.

Riemersi nel corso degli scavi del parcheggio iniziati nel 2015, i resti delle fortificazioni costituiscono parti significative delle opere difensive della Cittadella appartenenti al fronte sud compreso fra i bastioni ‘il Duca’ e ‘San Lazzaro’. Qui, nel 1639, iniziò un generale potenziamento delle difese con la costruzione di un’ulteriore opera difensiva, a pianta triangolare, composta da un terrapieno rivestito da solide muraglie a scarpa dotate di parapetto lungo le due facce rivolte verso il nemico e un muro sul lato orientato verso la cinta principale della Cittadella da cui era separato da un ampio fossato.

Questo tipo di opera – che fu contemporaneamente costruita su tutto il perimetro della Cittadella a potenziamento difensivo del tratto di muraglione di collegamento tra i bastioni contigui – si chiamava in termine tecnico Rivellino e quello ritrovato, unico esempio rimasto dei cinque costruiti, Ã¨ detto ‘degli Invalidi’.

Si accede all’Area archeologica del Rivellino degli Invalidi attraverso un ingresso autonomo realizzato sul sedime del parcheggio in corrispondenza del nr 14 di corso Galileo Ferraris, che porta a circa 6 metri sotto il livello stradale dov’è visibile un buon tratto del fronte di gola del Rivellino rivolto verso la Cittadella. A seguire, un breve segmento delle mura del primo ampliamento urbanistico seicentesco della Città, risalente al 1619, che costituisce la struttura muraria più antica fra quelle rinvenute e, fino a oggi, l’unica testimonianza visibile delle difese della prima espansione della Città, iniziate da Ercole Negro di Sanfront proprio nel 1619 e terminate da Carlo di Castellamonte negli anni ‘30 del XVII secolo.

Attraversando un ponticello metallico si potranno ammirare prima i resti della polveriera delle mine, salvaguardata solo in parte e unica trovata tra quelle dell’epoca, e poi la galleria di collegamento tra la polveriera e la cittadella, entrambe risalenti agli anni ‘80 del XVII secolo. Quest’ultima Ã¨ la prima grande galleria di comunicazione fino a oggi recuperata databile a questo periodo.

Un tratto del fossato principale della Cittadella e le adiacenti rampe di accesso al terrapieno del rivellino, conservate in buona parte, concludono la visita delle strutture principali.

Per guidare il visitatore alla scoperta del complesso sistema difensivo e dei resti delle opere eccezionalmente rinvenute e preservate, è stato predisposto un dettagliato apparato illustrativo consistente in 17 grandi pannelli disposti lungo le pareti dell’area archeologicarealizzato da Ecplus Architects e dal Tavolo Scientifico Museologico e Museografico del “Polo della Cittadella†con la collaborazione del Museo Civico Pietro Micca e dell’omonima Associazione.

Al di fuori dell’area archeologica, ma sempre all’interno del parcheggio, è stata inoltre conservata e resa liberamente fruibile una sezione della muraglia della faccia destra del Rivellino degli Invalidi e un’area espositiva composta da 6 pannelli dedicati alle gallerie di contromina della Cittadella.

La gestione dell’Area archeologica è affidata al Museo Civico Pietro Micca e dell’assedio di Torino del 1706 che, a partire dalla data inaugurale del prossimo 24 giugno (dalle ore 15) – e sperimentalmente a titolo gratuito –ne garantirà l’apertura e le visite guidate attraverso il personale della omonima Associazione fornendo al visitatore il completamento di un ideale itinerario storico con le gallerie del Museo civico Pietro Micca e dell’assedio di Torino del 1706:

–      tutte le domeniche con accesso a ogni inizio di ora dalle 15 alle 18 comprese;

su prenotazione (tel. 011546317 – mpm@biblioteche.ruparpiemonte.it) anche in altre date e orari per gruppi di almeno 10 persone.

La nuova struttura musealizzata si unisce allo straordinario patrimonio fortificato sotterraneo recuperato in piccola parte all’inizio del ‘900 e poi, dalla fine degli anni ‘50, a cura del Museo Civico Pietro Micca e dell’omonima Associazione Amici, la cui attività ha permesso la salvaguardia di tratti molto estesi delle contromine della Cittadella e anche di parte della del Pastiss e del Pozzo Grande, opere per le quali sono allo studio nuovi progetti di ricerca in vista della loro futura apertura al pubblico.

Informazioni e prenotazioni c/o Museo Pietro Micca e dell’assedio di Torino del 1706 Tel. 011 546317 E-mailmpm@biblioteche.ruparpiemonte.it  Sito www.museopietromicca.it

[Fonte: TorinoClick]

Giu 16


“Siamo tantissimi, è quasi impossibile contarci†– con queste parole commenta il Torino Pride 2018 il coordinatore Alessandro Battaglia. “Stimiamo che siano scese a sfilare almeno 120.000 persone. Un folla che vuole dire basta alle discrimini e lo vuole fare in modo pacifico ma con determinazione. Credo che il pugno chiuso rainbow, immagine guida 2018, sintetizzi al meglio, questo pensiero. Nessun dorma†– conclude Battaglia. La parata, aperta dalla banda della Polizia Municipale della Città di Torino, è partita da via San Donato alle 16.30 circa. Dietro allo striscione del Torino Pride, gli attiviste e le attiviste che hanno reso possibile con il loro lavoro volontario la realizzazione del grande evento dell’orgoglio. La parata 2018 era infatti dedicata a loro: a chi – ieri e oggi – ha reso e rende grande il movimento.

Giu 15


 

Ogni scuola possiede un patrimonio culturale da riscoprire e valorizzare. L’esperienza della Casa del Sole, nata come luogo di accoglienza, di cura e di istruzione per bambini fragili, svantaggiati e soprattutto poveri e oggi scuola dell’infanzia comunale, è un esempio, tra i più significativi, di costruzione e trasmissione della memoria.

Il nuovo allestimento e l’apertura permanente del suo museo, testimonianza d’eccezione delle esperienze, delle persone, degli eventi che lì hanno lasciato una traccia indelebile sono stati inaugurati vernedì 15 giugno.

Creato due anni fa – partendo dal recupero di documenti, fotografie e testimonianze del periodo storico dal 1915 ai giorni nostri – oggi il museo si rinnova con una mostra, nella quale sono elementi centrali l’esperienza e il protagonismo delle bambine e dei bambini: dalla scoperta alla raccolta, dalla catalogazione degli oggetti ritrovati all’allestimento.
Le memorie raccolte sono presentate in ogni ambiente scolastico che viene così trasformato in uno spazio espositivo: il salone e il corridoio d’ingresso accolgono la mostra permanente e la mappa del museo; le aule, i corridoi, gli uffici custodiscono gli oggetti così come sono stati ritrovati dai bimbi. L’allestimento permanente è suddiviso in quattro sezioni: storia della casa, vita della casa, voci dalla casa, la nostra amica Giorgina.

“È giusto e bello che un luogo speciale come la Casa del Sole sia il luogo dove celebrare la possibilità per bambine e bambini, anche di età davvero tenera, di fare storia, di rivolgere il motore potente della curiosità infantile verso l’interrogazione degli oggetti, la costruzione di narrazioni e comprensioni. Da dove vengono gli oggetti intorno a noi, perché sono fatti così, e cosa ci raccontano se li interroghiamo? Queste domande possono essere l’inizio di un viaggio di scoperta a qualunque età†sottolinea Federica Patti, assessora all’Istruzione della Città di Torino.

“Il museo scolastico Casa del Sole è il risultato di un percorso iniziato nel 2016 quando la scuola aderì al progetto “Vuoi costruire il tuo museo scolastico? del servizio Archivi musei e patrimonio culturale. L’esito di questa collaborazione fu la mostra “La casa del Sole, da soccorso laico e servizio pubblico†con la quale si è aperta una scommessa i cui esiti non erano certi. Con l’inaugurazione del nuovo allestimento del museo possiamo dire che l’educazione al patrimonio culturale, il prendersi cura della memoria collettiva, a partire dagli oggetti e dai segni lasciati dal passato, sono un percorso concretamente accessibile anche ai più piccoli†afferma Francesca Leon, assessora alla Cultura della Città di Torino.

La costruzione del museo scolastico ha dato ai piccoli la possibilità di guardare con occhi diversi il mondo che li circonda e l’aver focalizzato l’attenzione su alcuni oggetti li ha resi speciali nella loro fantasia. Attraverso questa esperienza, inoltre, i bimbi hanno potuto confrontarsi con una nuova dimensione temporale dilatata e straordinaria.

In occasione del centenario della fondazione della Casa del Sole, una delle più significative esperienze novecentesche in campo laico, la Città ha pubblicato il volume La Casa del Sole. Storia di una istituzione torinese a cura di Maria Grazia Tiozzo, Isabella De Gasperi e Alessio Bottai.

Come altre 13 scuole torinesi, Casa del Sole ha aderito al progetto “Vuoi costruire il tuo museo scolastico?†nato come disseminazione di un progetto europeo Comenius Regio (2009/2011) ideato da museiscuol@ del Servizio Archivi, Museo e Patrimonio Culturale della Città di Torino e dall’Associazione culturale Strumento Testa e si avvale della consulenza scientifica di INDIRE – Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa.

Il museo scolastico si propone come uno spazio di supporto e di potenziamento alla formazione e vuole essere il fulcro dell’educazione al patrimonio culturale, un luogo di apprendimento partecipato e di inclusione, una palestra per lo studio attraverso le fonti, un territorio di memoria collettiva della comunità, un patrimonio condiviso e appartenente a ciascuno di noi.