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Mar 21


Nell’interno di via Francesco Cigna 96 a Torino, nei pressi dell’ex fabbrica Incet, è stata intitolata una piazza a Teresa Noce, madre costituente, partigiana, antifascista e politica italiana, impegnata nella legislazione sul lavoro femminile, nata a Torino il 29 luglio 1900 e morta a Bologna il 22 gennaio 1980.

La “nuova†piazza era gremita da circa 500 alunni della Direzione Didattica Ilaria Alpi e delle scuole primarie Anna Frank, Erich Giachino, Enrico Pestalozzi, XXV aprile e del gruppo “Crescere in coro” che hanno preso parte alla marcia per la 24a giornata Vittime delle Mafie organizzata da Libera e che al termine della Cerimonia Ufficiale hanno scandito letture e canti.

A rappresentare la Città di Torino alla cerimonia, è intervenuto il vicepresidente vicario del Consiglio Comunale Enzo Lavolta: “Aver scelto Teresa Noce come toponimo da associare a questo spazio pubblico, in un’area in cui sorgevano un tempo gli stabilimenti Incet, dove si producevano cavi elettrici, in una delle tante aree industriali della periferia di Torino, per troppo tempo abbandonate ma che da alcuni anni è stata oggetto di importanti ed efficaci iniziative di riqualificazione da parte della Città di Torino, non fa che rafforzare il senso di identità, di appartenenza e di riconoscenza per chi ha lottato in nome di Torino, dell’Italia e della nostra Democraziaâ€.

“Oggi, nel ricordo di Teresa Noce – ha concluso Lavolta â€“ è più che mai necessario frenare l’assalto ai diritti che le donne e i lavoratori e le lavoratrici hanno acquisito a caro prezzo. Da oggi, il suo nome, il suo ricordo vivranno con noi, vicino a noi. In un luogo che appartiene alla storia di questa Città e che sarà nostro dovere morale tenere e mantenere con cura e amoreâ€.

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti ha quindi ricordato l’opposizione della Noce alla prima Guerra Mondiale, la sua appartenenza al Partito Comunista e la tragica esperienza della deportazione: “Fu una donna straordinaria, una delle tre donne piemontesi che hanno fatto parte dell’Assemblea costituente, che credeva nel cambiamento, nell’interesse della comunità in cui vivevaâ€.

Arrivato da Bologna, Giuseppe Longo, figlio di Teresa Noce, ha poi sottolineato il percorso dal basso che ha portato all’intitolazione e l’attualità della lotta al fascismo e alle mafie, necessaria allora così come oggi. Teresa Noce però – ha ricordato – è stata anche una mamma che ha avuto paura mentre svolgeva attività antifascista illegale, sotto i bombardamenti nella guerra civile di Spagna e nel campo di concentramento di Ravensbrück, ma non per sé, ma per il futuro dei suoi figli.

Tiziana Rubano, dell’associazione Artemuda, ha quindi ringraziato tutti i promotori dell’intitolazione e dello spettacolo teatrale dedicato alla figura di Teresa Noce: “Dedicarle una piazza, in un’area di ex fabbrica, luogo di lotte, in un quartiere multiculturale, è stato un gesto di responsabilità, per restituire a una grande torinese il riconoscimento che la storia non le ha datoâ€.

Ha concluso la cerimonia la presidente della Circoscrizione 6, Carlotta Salerno: “Abbiamo intitolato questa piazza, anonima dopo una grande riqualificazione urbana, attraverso un percorso partecipato e condiviso. Per dare un giusto tributo alle battaglie politiche, sindacali e antifasciste di una donna eccezionaleâ€.

Perché Teresa Noce…

Nata in una famiglia di modestissime condizioni economiche Teresa mostra da subito acume, caparbietà e desiderio di riscatto. Dopo la morte della madre e del fratello fa dell’impegno politico la sua ragione di vita, dapprima nel Partito socialista italiano e, in seguito, nel Partito Comunista d’Italia dove conosce Luigi Longo, destinato a diventare dirigente politico nazionale di primo piano, marito e padre dei suoi tre figli. Dopo aver combattuto nella Guerra Civile Spagnola ed essere rientrata più volte clandestinamente nel nostro Paese per sostenere l’antifascismo militante nel corso degli Anni Trenta, viene arrestata in Francia e internata nel campo di Rieucros, poi deportata in Germania e in Cecoslovacchia. Tornata in Italia nel 1945, si dedica pienamente all’attività politica: è nominata alla Consulta e nel 1946 è eletta alla Costituente come una delle candidate più votate del PCI a livello nazionale. Entra a far parte della Commissione dei 75, incaricata di stendere il testo della Carta Costituzionale. Eletta in Parlamento, vi rimane per due legislature, durante le quali presenta, tra le altre, la proposta di legge per la “Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madriâ€, che rimarrà la base della legislazione in materia fino agli anni Settanta, e quella sulla parità tra donne e uomini, prevedendo eguale salario per eguale lavoro.

[Fonte: CittAgorà, Notizie Circoscrizione 6]

Mar 18


Un minuto di silenzio per ricordare le vittime del museo Bardo di Tunisi. Nella strage, compiuta il 18 marzo 2015, morirono 23 persone. Tra questi, i torinesi Antonella Sesino e Orazio Conte. Davanti al Palazzo di Città, la sindaca Chiara Appendino, il presidente del Consiglio Comunale, Francesco Sicari, insieme ai vice Enzo Lavolta e Viviana Ferrero, con tanti consiglieri e assessori, oltre a impiegate e impiegati (molti gli ex colleghi di Antonella Sesino), si sono stretti ancora una volta attorno ai familiari delle vittime e a coloro che, nell’attentato, riportarono gravi ferite.

[Fonte: CittAgorà]

Mar 18


Celebrato oggi in piazza Castello, davanti al monumento all’Alfiere Sardo, il 158° anniversario dell’Unità d’Italia, nella Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera. Fu infatti il 17 marzo 1861 la data in cui fu proclamata a Torino la nascita del Regno d’Italia e Vittorio Emanuele II assunse il titolo di Re d’Italia, dopo le tante guerre che determinarono la progressiva unificazione del territorio nazionale. Un percorso storico che ebbe Torino quale protagonista assoluta, quale centro politico promotore dell’Unità e poi come prima Capitale del Paese, anche se soltanto per una manciata di anni.
In rappresentanza della Città di Torino era presente il vicesindaco Guido Montanari.
“La parola unità si deve coniugare con altre come pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà per raggiungere, o almeno avvicinarci, agli obiettivi di sostenibilità, di resilienza, di giustizia non ancora completamente raggiuntiâ€, ha affermato il vicesindaco, declinando ai giorni nostri i valori che diedero spinta alla volontà unitaria.
“Le incertezze legate alla drammatica carenza di prospettive di occupazione e di valorizzazione delle proprie potenzialità per una parte importante dei giovani – ha proseguito Montanari – le politiche di una giusta accoglienza e inclusione dei cittadini stranieri che giungono nelle nostre città, la sicurezza nella vita quotidiana sono obiettivi che restano collanti di quella Unità prefigurata nel 1861. Sono obiettivi che quindi ogni giorno devono essere perseguiti in primis da chi amministra a livello centrale e locale ma devono essere ben chiari a tuttiâ€. E ha concluso ricordando la necessità del personale impegno di tutti per la costruzione di un’Italia migliore: “È anche nella quotidianità dei singoli che si concretizzano i grandi cambiamenti socialiâ€.
La cerimonia si è poi trasferita nell’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale, dove si è tenuta una lectio di Gianni Oliva, storico e preside dell’istituto Majorana di Moncalieri ed è intervenuta l’assessora all’Istruzione Antonietta Di Martino, di fronte ad alcune scolaresche. L’assessora ha sottolineato il valore educativo che questa ricorrenza conserva, evidenziato anche dalla sua legge istitutiva, la n. 222 del 23 novembre 2012 “che ha introdotto questa ricorrenza e ne ha evidenziato lo specifico scopo didattico per promuovere tra i giovani la conoscenza e la riflessione sugli avvenimenti storici che hanno condotto all’Unità nazionaleâ€, ha ricordato Di Martino.
Di Martino si è soffermata soprattutto sul concetto di cittadinanza, “e sullo sviluppo delle conoscenze e competenze che la norma istitutiva di questa giornata pone alla base della sua finalità culturale ed educativa, affinché la riflessione sugli eventi passati, sul significato del tricolore e dell’inno nazionale, possano consolidare l’identità nazionale, ma anche far emergere, generare, nutrire e rinforzare i valori che devono guidarci nel presente e che la nostra Costituzione pone a fondamento del nostro Paeseâ€, ha proseguito l’assessora.
“Il ruolo della scuola diventa dunque prioritario non solo nella costruzione di conoscenze e saperi codificati, ma anche nel promuovere valori ed atteggiamenti che vengono interiorizzati dagli studenti – ha concluso Di Martino – attraverso esperienze concrete, ad esempio attività di volontariato, la cura per le cose proprie e altrui e per l’ambiente di vitaâ€.

[Fonte: TorinoClick]