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Giu 12


Al nastro di partenza i lavori di sistemazione dell’ultima parte del Parco Dora, in specifico l’area che prende il nome: “Parco Dora – Spina 3. Valdocco – sub B”.
I lavori (oggetto di progettazione e gara d’appalto) di questo ultimo lotto, rivisto e aggiornato dagli uffici Comunali, dureranno circa 1 anno. Nell’ambito del
progetto AxTO, l’importo complessivo dell’opera è pari a 3 milioni e 700 mila euro messi a disposizione dalla Città come cofinaziamento al programma.
L’intervento prevede la sistemazione a parco dell’ultima area rimasta incompiuta del Parco Dora delimitata dal corso Mortara, via Livorno, corso Principe Oddone
e il torrente Dora.
Quest’area, utilizzata per collocare la terra di scavo del passante ferroviario e di alcuni lotti di Spina 3 è stata oggetto di studio di un progetto di ricerca europeo in collaborazione con l’ Università di Torino e di una sperimentazione di phytoremediation , ossia una bonifica tramite la pulitura della terra dai metalli pesanti attraverso l’utilizzo di alcune particolari tipologie di vegetazione; grazie a ciò si è potuto così individuare, ad esempio, le specie maggiormente adatte, le quantità di impianto ottimali, gli elementi inquinanti maggiormente assorbiti.
L’innovativa tecnica, quindi potrà essere utilizzata anche in futuro per riqualificazioni analoghe.

“Al posto di una grande area industriale dismessa – sottolineano gli assessori all’ambiente e alle periferie, Alberto Unia e Marco Giusta
sulle rive della Dora, occupate per decenni dalle industrie pesanti di Fiat e Michelin, il parco Dora, progettato dal paesaggista tedesco Peter Latz, è uno dei primi parchi ex industriali italiani. Obiettivo del piano di riqualificazione, che si ispira agli omologhi parchi della Ruhr sorti su distretti ex industriali è stato, dunque, quello di trasformare in area verde, con alberi e prati, sentieri e aree giochi, mantenendo le tracce del passato industriale”.
L’opera di riqualificazione del Lotto Valdocco B prevede che verso il corso Principe Oddone sorgerà una collinetta belvedere alta circa 4 metri che offrirà punti di osservazione panoramici sulla basilica di Superga, la Dora e le Alpi, sviluppando il parco su due livelli dotati di rampe e gradini di accesso, oltre alla realizzazione di un corridoio verde di collegamento tra le due sponde della Dora, la risistemazione dell’area giochi già presente nel lotto realizzato in sponda destra e di una pista ciclabile lungo il fiume (da via Livorno a corso Principe Oddone).
Numerosi saranno i percorsi interni, con connotazioni differenti a seconda della pavimentazione utilizzata, quando possibile in simmetria con i percorsi dell’area Valdocco Sud, il tutto coordinato con la nuova segnaletica prevista dal progetto Iron Valley. Anche l’arredo del parco sarĂ  coerente con i restanti lotti del parco giĂ  realizzati: gabbie metalliche riempite con pietre, recinzioni e parapetti metallici.

A fronte del necessario taglio di due magniolie e un pioppo cipressino, i trecento nuovi alberi che verranno piantati, sia nel parco che lungo l’asse di corso Mortara, sono stati scelti tra le specie che producono dei bei foliage in autunno e una fioritura primaverile abbondante, proprio per questo sono stati scelti ciliegi e peri da fiore (Prunus avium florepleno, Pyrus calleriana), liquidambar, liriodendri, ma anche noccioli di Costantinopoli (Corylus colurna). Inoltre, siepi di agrifoglio, cotoneastrum, calicanto, arbusti di forsizia creeranno una barriera verde lungo il corso della Dora, visibile dai due ponti di via Livorno e di corso Principe Oddone.

L’intervento non riguarderà solo la parte verde del parco, ma anche quella stradale di corso Mortara: sarà possibile accedere alle aree parcheggio fronte Snos con una parziale rettifica del suo tracciato e la realizzazione di una nuova rotonda in corrispondenza della passerella sulla Dora.
Giu 12


In mostra oltre 200 capolavori, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, che illustrano la maiolica rinascimentale italiana, la forma d’arte che nel modo piĂą completo e con i colori piĂą vivi riflette il gusto e lo stile di vita delle donne e degli uomini del Rinascimento.

La storia unica e affascinante della maiolica italiana viene narrata da un curatore di eccezione, lo storico dell’arte Timothy Wilson, in collaborazione con Cristina Maritano, conservatore di Palazzo Madama. Wilson, attualmente conservatore onorario dell’Ashmolean Museum di Oxford, è tra i massimi esperti di maiolica del Rinascimento.

La mostra si apre in Camera delle Guardie con una grande vetrina, che celebra il mobile protagonista della sala da pranzo rinascimentale, la credenza, dove le raffinate maioliche erano esposte sia per essere ammirate sia per servire all’apparecchiatura della tavola.

Si entra poi nella Sala del Senato dove il percorso si snoda attraverso i principali centri produttori di maiolica in Italia, come Deruta, Faenza, Urbino, Gubbio, Venezia, Castelli e Torino.

L’esposizione prosegue illustrando l’ampia varietĂ  di temi riprodotti sulla maiolica istoriata, che, oltre ai soggetti religiosi, vede riccamente rappresentati soggetti profani quali miti antichi, romanzi cavallereschi, storie sacre e profane che arricchivano gli ambienti privati e pubblici delle dimore signorili.

In mostra alcune opere dei principali pittori su maiolica conosciuti come Nicola da Urbino e Francesco Xanto Avelli e alcuni capolavori come una coppia di albarelli di Domenigo da Venezia, un grande rinfrescatoio di Urbino e la brocca in porcellana medicea di Palazzo Madama, eccezionale esemplare della prima imitazione europea della porcellana cinese, realizzato da maiolicari di Urbino che lavoravano a Firenze alla corte di Francesco I de’ Medici.

Maggiori informazioni nelle pagine del sito di Palazzo Madama