Prosegue l’opera di Monumenta Italia, progetto di arte pubblica che intende sensibilizzare e far riflettere sull’esigua presenza di monumenti dedicati alle donne e alla loro storia nel patrimonio artistico urbano e su cosa significhi parlare di monumentalità e memoria in una società sempre più complessa e globale. Questa mattina una nuova fase del progetto è stata inaugurata nella sede dell’Assessorato alla Cultura della Città di Torino.
Un gonfalone in tessuto è stato affisso questa mattina, alla presenza dell’artista e degli assessori alla Cultura e alle Pari opportunità Rosanna Purchia e Jacopo Rosatelli, in via Meucci 4, sede dell’assessorato alla Cultura e di molti uffici comunali. L’opera principale del progetto denuncia l’assenza anche a Torino, città con un importante patrimonio monumentale, di monumenti dedicati alle donne. A partire da lunedì prossimo, 11 novembre, e fino a lunedì 2 dicembre, una serie di manifesti d’artista sarà esposta anche nelle biblioteche cittadine. Saranno coinvolte la Biblioteca Civica Alberto Geisser di corso Casale 5, il punto di servizio bibliotecario I ragazzi e le ragazze di Utoya di via Zumaglia 39, la Biblioteca Civica Cesare Pavese di via Candiolo 79 e la Biblioteca Civica Cascina Marchesa di corso Vercelli 141/7.
“Se è vero che, come spesso ricordiamo – ha dichiarato l’assessora Rosanna Purchia – la cultura è il terreno su cui costruire il cambiamento, allora anche il patrimonio statuario cittadino deve partecipare alla costruzione di un futuro più inclusivo e giusto. Monumenta Italia è un invito a chiedersi cosa e chi rappresenta la nostra arte. Un’opportunità di riflessione che abbiamo voluto diffondere a tutte e tutti accogliendo l’iniziativa nelle nostre biblioteche, luoghi che promuovono la condivisione culturale e il dialogo, dove questi manifesti trovano una casa naturaleâ€.
“Come Città siamo orgogliosi di riaccogliere a Torino il progetto artistico di Monumenta Italia – ha commentato l’assessore Jacopo Rosatelli -. Torino è sempre pronta ad accogliere proposte e iniziative che vanno nella direzione di una società più giusta e il progetto che Irene Pittatore porta avanti, cercando di creare attraverso la sua arte consapevolezza sul tema dell’uguaglianza di genere, viaggia certamente su questa stradaâ€.
La scelta di esporre queste opere a novembre, frutto di una decisione condivisa tra l’artista e l’amministrazione, non è casuale: il 25 novembre cade infatti la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Monumenta Italia nasce a Torino da un’idea di Irene Pittatore ed è curato da Lisa Parola e Tea Taramino. L’obiettivo che si pone è di riunire le competenze di operatrici della cultura e dell’arte e proporre riflessioni negli spazi pubblici attraverso l’arte. Alla base di Monumenta Italia c’è Monumentale dimenticanza, progetto di ricerca sviluppato dal Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile APS, che ha messo in luce alcuni dati inequivocabili su come, laddove non sia pari a zero, il numero di monumenti dedicati alle donne a Torino, così come in altri capoluoghi di provincia e comuni piemontesi, sia molto esiguo.
Partendo dall’assunto che se la storia non è raccontata la storia non esiste, Monumenta Italia vuole accendere un riflettore sul patrimonio artistico pubblico e e portare la riflessione su come la sua presenza nello scenario urbano sia prettamente raffigurata al maschile. Ci muoviamo in uno scenario di “uomini che hanno fatto la storiaâ€, in cui le figure femminili il più delle volte si presentano, nei pochi monumenti a loro dedicati, come archetipi, simboli, muse, quasi mai donne protagoniste di fatti o azioni.
Diffondere questi dati e contestualizzarli, anche attraverso l’arte stessa, consente alle cittadine e ai cittadini di osservare il patrimonio monumentale con uno sguardo diverso e di prendere coscienza del mancato riconoscimento pubblico delle donne, con l’obiettivo di avanzare insieme verso nuovi paradigmi di equità e parità .
Irene Pittatore
Artista visiva, performer e giornalista pubblicista, adotta strumenti visivi, narrativi e partecipativi per sviluppare opere che riflettono attraverso l’ironia e il gioco sulla marginalizzazione, la discriminazione e i loro sintomi, in prospettiva femminista e intersezionale. I suoi progetti, dedicati alla violenza di genere (Monumenta Italia, L’amavo troppo e le ho sparato), alla diversità e all’inclusione (You as me / Nei panni degli altri), all’emergenza abitativa (Homeless heroines), alla body positivity (Floating portraits), alla fotografia da remoto (From a distance), si sviluppano spesso nello spazio pubblico e in relazione a musei, festival, gallerie, università , organizzazioni non profit, come l’Università degli Studi e il Politecnico di Torino, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Camera – Centro Italiano per la Fotografia (TO), il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI), Es Baluard – Museu d’Art Modern i Contemporani di Palma di Maiorca, Capacete a Rio de Janeiro e San Paolo, Festival Jeu de l’Oie (MUCEM e Aix-Marseille Université). È direttrice artistica, con Tea Taramino, del PARI – Polo delle Arti Relazionali e Irregolari di Torino.
Lisa Parola
Lisa Parola è storica dell’arte e curatrice di progetti d’arte pubblica. La sua pratica curatoriale è da sempre orientata allo sviluppo critico e civico di artisti, studenti e giovani lavoratori della cultura; all’indagine e alla sperimentazione sulle potenzialità dell’arte contemporanea nell’ambito della sfera pubblica e sociale; alla promozione della relazione tra arte, territorio e cittadinanza. Tra le collaborazioni, Matera Capitale della Cultura 2019, Università di Torino e Fondazione Merz. Ha ricevuto incarichi di docenza da Università di Torino, Università del Piemonte Orientale e Politecnico. Ha scritto per Torino Sette e La Stampa e pubblicato per Einaudi Editore, Silvana Editoriale e Corraini Edizioni. Attualmente sta collaborando con Treccani per l’aggiornamento della voce ‘Monumento’ dell’Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti.
Tea Taramino
Artista relazionale, progettista culturale e curatrice. È ideatrice del PARI, Polo delle Arti Relazionali e Irregolari – che dirige con l’artista Irene Pittatore. Ha lavorato per il Comune di Torino, dove nel 1982 ha fondato il laboratorio La Galleria, spazio di ricerca di metodologie utili per facilitare l’esperienza estetica e comunicativa in persone svantaggiate, e ha avviato la collezione civica di arte irregolare che oggi conta più di 30mila opere. Dal 1993 ad oggi ha curato eventi per le istituzioni, tra cui “Arte Plurale†e “Singolare e Plurale†per la Città di Torino. Ha collaborato, tra gli altri, con Parco Arte Vivente, Università di Torino, Accademia di Belle Arti di Torino, Politecnico di Torino e altre istituzioni e musei in Italia e all’estero.