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Nov 05


Le circa 4800 targhette metalliche incastonate su altrettanti paletti in legno ricordano ormai da un secolo i torinesi caduti nella Grande Guerra del 1915-1918. Fanti, aviatori, artiglieri, alpini che fecero parte dei 650.000 morti rappresentanti il tributo di sangue pagato dall’Italia a quella che, già allora, venne definita in tanti e contrapposti modi: ideale compimento del Risorgimento, inutile strage, guerra imperialista… In ogni caso, questa mattina un sole limpido e caldo faceva risplendere molte di quelle targhette, scaglionate lungo i vialetti boscosi del Parco della Rimembranza, che sovrasta la città dai circa 700 metri del Colle della Maddalena.

Targhette la cui manutenzione è garantita, in una maniera che si può solo definire amorevole, dall’Associazione Nazionale Alpini (ANA), presente in forze all’Ara votiva del Parco per ricordare i caduti di tutte le guerre con labari, corone di alloro e preghiere. In uniforme quelli ora in servizio, in abiti borghesi ma con copricapo e penna d’ordinanza quelli in congedo, “veci” e “bocia” hanno affollato il piazzale con quel misto di orgoglio, commozione e allegria nel ritrovarsi che contraddistingue ogni raduno alpino.

Tante le autoritĂ  civili e militari presenti alla cerimonia, a testimonianza di una memoria condivisa e indelebile e di un rispetto per i caduti inossidabile nel tempo. Per la CittĂ  di Torino, hanno preso parte alla cerimonia la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo e l’assessore Marco Porcedda. I gonfaloni del Comune, della CittĂ  Metropolitana e della Regione hanno affiancato i numerosi labari delle sezioni ANA e di altre associazioni d’Arma, mentre una scolaresca ha declamato brani di Nuto Revelli ed eseguito la struggente Amazing grace.

Il tutto, in un clima ovattato, tra i boschi sereni di un parco a pochi minuti dal centro cittadino, così lontani in apparenza dai drammi che sconvolgono il mondo, drammi che le targhette risplendenti al sole sembravano riecheggiare in un dialogo muto tra le sofferenze del passato e quelle attuali.

[Fonte: CittAgora]