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Set 29


Una delle opere più famose del grande maestro fiammingo Antoon Van Dyck – il ritratto del principe Carlo, della principessa Maria e di Giacomo, duca di York, figli del re d’Inghilterra Carlo I Stuart – a confronto con il ritratto di uno dei due figli del diplomatico cileno Ramón Subercaseaux Vicuña, di Giovanni Boldini.
Lo spazio confronti della Galleria Sabauda ospita, dal 29 settembre all’8 gennaio 2017, un nuovo suggestivo accostamento: I’olio su tela del 1635, di Van Dyck, dalle collezioni della Galleria Sabauda, dialoga con il dipinto di Boldini del 1891, in prestito dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Dal punto di vista stilistico, la gamma cromatica tutta giocata sui toni del bianco, del nero e del grigio, dell’opera di Boldini ricorda la grande ritrattistica del Seicento e, dunque, dialoga profondamente con l’opera di Van Dyck. L’accostamento di opere apparentemente tanto distanti lascia emergere, oltre l’attenzione del Boldini verso la grande pittura del XVII secolo, la comune profonda sensibilità di entrambi gli artisti per il mondo dell’infanzia. I bambini ritratti nelle due opere a confronto sembrano rispondere a un modello convenzionale, ma senza ridursi a questo completamente poiché entrambi gli artisti riescono a cogliere le emozioni dei loro piccoli protagonisti.

Maggiori informazioni sul portale www.inpiemonteintorino.it

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Apr 21


Palazzo Madama presenta un appuntamento imperdibile dedicato ad Antonello da Messina. Dal 22 aprile al 27 maggio – in un nuovo scenografico allestimento appositamente creato per l’occasione in Camera delle Guardie – il celebre Ritratto d’uomo, capolavoro indiscusso e fiore all’occhiello del museo, potrà dialogare con un’opera del grande maestro siciliano eccezionalmente in prestito dal Museo regionale di Messina. Si tratta di una preziosa tavola bifronte che raffigura su un lato la Madonna con il Bambino benedicente e francescano in adorazione e sull’altro l’Ecce homo. Il dialogo tra i due capolavori consente di focalizzare le caratteristiche che hanno reso Antonello da Messina uno dei principali maestri del Rinascmento nonché il primo pittore italiano di statura veramente europea, capace di confrontarsi con i grandi artisti della nuova pittura fiamminga e insieme con la tradizione italiana.

L’opera in prestito da Messina è annoverabile tra i primissimi lavori dell’artista e si è imposta all’attenzione della critica internazionale per la straordinaria qualità della pittura, provocando uno fra i più dibattuti casi attributivi per la storiografia su Antonello.

La collocazione cronologica, tra il 1465 e il 1470, è attribuibile dai riferimenti alla pittura fiamminga e provenzale: quel patrimonio di cultura “internazionale” che il giovane Antonello aveva certamente conosciuto durante il suo soggiorno formativo a Napoli presso Colantonio intorno al 1450.

Il Ritratto d’uomo, dipinto nel 1476, è una delle prove più alte della produzione di Antonello. Nella sua solennità statuaria, è tra i massimi esempi della capacità dell’artista siciliano di fissare con la pittura la personalità del soggetto ritratto, cogliendone la natura più intima e profonda. La potenza dello sguardo ha fatto di questo ignoto personaggio una celebrità, e spesso si è tentato di leggere in senso psicologico la sua espressione autorevole e, forse, autoritaria.

Il progetto di collaborazione con il Museo regionale di Messina conferma l’impegno del Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama e della Fondazione Torino Musei a fare sistema con altre analoghe realtà istituzionali per ampliare le opportunità di fruizione dei grandi capolavori secondo una logica di art sharing. Dopo Torino, infatti, la mostra farà tappa dal 1 giugno al 10 luglio 2016 nel museo siciliano, luogo che ancora oggi è deputato a custodire la memoria della millenaria cultura messinese e che nell’autunno del 2016 inaugurerà una nuova e imponente sede museale, importante segnale di rinascita della città sotto l’egida dell’arte.

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Mar 10


Si è inaugurata stamattina, a Palazzo Madama, alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini, la mostra Da Poussin agli Impressionisti.  Tre secoli di pittura francese’. Una straordinaria selezione di oltre 70 opere provenienti dalle collezioni del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo sono ospitate fino al 4 luglio nella cornice unica della Sala del Senato. La mostra illustra la storia della pittura d’oltralpe dal 1600 alla fine dell’Ottocento, dall’avvento delle accademie fino alla nuova libertà della pittura en plein air proposta dagli impressionisti. Gli straordinari capolavori raccontano sia la trasformazione graduale del gusto artistico in Russia, sia la passione per l’arte francese che l’amore per l’Italia di molti pittori.

Si inizia con dei soggetti sacri per passare a quelli mitologici e alle nature morte. Poi ancora i ritratti, i paesaggi e le scene di genere.

Tutti capolavori che raccontano: le ragioni storiche e culturali del successo di alcuni generi accademici, rispetto all’impegno sociale delle correnti realiste; il gusto raffinato di Caterina II che nel 1772 si aggiudico gran parte dei dipinti raccolti a Parigi dal celebre amateur francese Pierre Crozat negli anni a cavallo tra il Sei e il Settecento; gli acquisti alla moda dei ricchi aristocratici russi nell’Ottocento, le riorganizzazioni dei musei nel Novecento in seguito alla Rivoluzione d’Ottobre.

Il percorso all’interno del grande salone si articola in 12 sezioni per un totale di circa 50 artisti: si apre con le influenze caravaggesche di Simon Vouet, prosegue attraverso il destino dei grandi maestri del classicismo, da Philippe de Champaigne ai sommi Poussin Lorrain; attraversa la nuova liberta della pittura di WatteauBoucher Fragonard, per approdare al ritorno all’antico di Greuze e alla poesia venata di Romanticismo di Vernet Hubert Robert; il neoclassicismo di Ingres si intreccia al nuovo sentimento del paesaggio che si affaccia con Corot e all’affermazione dell’Impressionismo con Renoir, Sisley, Monet, Pissarro, fino all’apertura verso le avanguardie moderne con Cézanne e Matisse.

Questa nuova mostra costituisce la terza tappa della collaborazione da tempo avviata da Città di Torino Fondazione Torino Musei con il Museo Statale Ermitage e con Ermitage Italia per attività di studio e ricerca e per progetti culturali.

[fonte: TorinoClick]

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