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Feb 26

Una cinquantina di dipinti e disegni, fra i quali alcuni capolavori di Annibale Carracci, Giuseppe Palizzi, Xavier e Giorgio De Chirico, provenienti dalla collezione Croff di Ivrea, sono ospitati fino al 30 maggio nelle sale del museo di Arti Decorative Pietro Accorsi in via Po 55.

La raccolta, che prossimamente troverĂ  sede definitiva nel Museo Civico Garda di Ivrea, documenta poco piĂą di dieci anni, dal 1935 al 1946, di storia del collezionismo.
Negli anni Trenta la ditta di tessile d’arredo della famiglia Croff divenne un punto di riferimento per aristocratici, borghesi e antiquari dai quali l’imprenditore iniziò ad accettare pagamenti in opere d’arte e oggetti d’epoca. Con la moglie, Adele Guelpa, Abdone Croff cominciò ad approfondire le sue passioni artistiche e a frequentare botteghe e artisti del nord e centro Italia. “Non sono un acquirente di quadri – scriveva al figlio del pittore Ettore Tito, in una lettera del 1940 – tanto meno un raccoglitore di firme e quelle poche opere d’arte che ho sono state acquistate con tutto l’entusiasmo, per il solo piacere dei miei occhi”. Amò oggetti esclusivi e raffinati che non esitò di commissionare, secondo il proprio gusto e la propria fantasia, ad artisti e artigiani: dall’argenteria per la tavola, ai gioielli fatti realizzare per la moglie da celebri orafi, agli studi per i giardini e i parchi delle sue ville.

La mancanza, all’interno della collezione, di legami storico-critici trasmette alla raccolta modernitĂ  e attualitĂ . Alla scomparsa improvvisa dell’imprenditore – morì prematuramente insieme a moglie e figlio in un incidente stradale – la serie di opere, che probabilmente sarebbe progredita nel tempo in qualitĂ  e in quantitĂ , era ancora acerba. Nel 1946 Lucia Guelpa, sorella di Adele, entrò in possesso dell’enorme patrimonio e, nel 20- 03 nominò il Comune di Ivrea erede dei propri beni.
L’Archivio Lucia Guelpa conserva sulle opere una ricca documentazione coeva, carteggi con artisti, antiquari ed esperti d’arte. Croff mantenne stretti rapporti di amicizia con pittori come Pietro Annigoni, Antonio Bueno e Giorgio De Chirico e si avvalse, per la ricerca dei dipinti antichi, di storici dell’arte come Adolfo Venturi e Bernard Berenson, e dei migliori antiquari e case d’aste del suo tempo.

La collezione, che non appare propriamente forgiata su un preciso filo conduttore, è comunque un intrigante racconto del sentimento artistico di Croff, violento e intenso, nato in età matura e che si sviluppò sotto le bombe della seconda guerra mondiale.

www. fondazioneaccorsi.it

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Dic 18

Ultima puntata del Torino Web News prima della pausa natalizia per l’occasione la visita ad un Museo particolare che altrove non poteva trovarsi se non a Torino. Il Museo della Sindone, via San Domenico 28.

Fondato negli anni ’30 dalla Confraternita del SS. Sudario di Torino, da undici anni il museo è allestito nella cripta della Chiesa del Santuario. Lo scopo del Museo è quello di diffondere nella maniera piĂą completa possibile i frutti delle ricerche sulla Sacra Sindone che da cinquecento anni si muovono fra storia, scienza, devozione e arte.

Numerosi gli oggetti che ripercorrono la storia del sudario. Dalle lastre di Enrie del 1931 alla cassetta che portò la Sindone a Torino nel 1578, incisioni e libri antichi, immagini tridimensionali, fotografie al microscopio elettronico e i diversi esperimenti fatti allo scopo di comprendere l’immagine.

Del ‘500 è anche la celebre teca in argento e pietre dure che ha custodito la Sindone fino al 1998.

Sulla volta della cripta, una serie di affreschi virtuali in movimento ripercorrono la Passione di Cristo, mentre all’ingresso, un dvd in cinque lingue illustra come leggere la sindone. Ancora oggi il Museo è gestito dalla Confraternita del Ss. Sudario, nata appositamente per coltivare la devozione al Lenzuolo e che si porta dietro oltre 400 anni di iniziative caritative, culturali e religiose, tra cui naturalmente, la fondazione del Centro Internazionale di Sindonologia, fondamentale per lo sviluppo della ricerca sulla Sindone.

Per ulteriori informazioni vi consigliamo di visitare il sito del Museo all’indirizzo www.sindone.it dove trovate, oltre agli orari d’apertura, un’interessantissima lettura virtuale della sindone.

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