preload
Feb 16


Nuove aree espositive, più interattività, area ampliata a 3500 metri quadrati grazie a 1,8 milioni di investimento – perlopiù da fondi europei – nuove installazioni (o exhibit). E una nuova sigla, MAcA, a segnare il cambio di corso di un museo che dopo più di dieci anni ritrova linfa per crescere e diventare un punto di riferimento nel territorio.
“Un’eccellenza importante”, l’ha definito il sindaco Fassino nel corso di una telefonata in diretta da Roma, dove è andato per la firma dell’accordo che porterà a Torino la scuola per i quadri dei caschi blu Unesco. Il Museo A come Ambiente acquista sempre più peso con l’incedere del riscaldamento globale e con le nuove e urgenti domande che ciò fa scaturire, a partire da quella sulla nostra personale responsabilità e su come possiamo cambiare lo stato delle cose.
“Il Museo deve diventare un punto di riferimento nella promozione delle politiche ambientali della città”, ha continuato il sindaco, “le città hanno un ruolo centrale nello sviluppo della sostenibilità, ruolo riconosciuto nel recente incontro parigino dell’Onu, Cop21, che ha riservato alle città un incontro specifico”. E allora Torino prova, attraverso il Museo A come Ambiente, ad educare le giovani generazioni instillando in loro il germe della responsabilità, affinché crescano come cittadini responsabili e consci del peso della propria “impronta ecologica”.
Ma il MAcA vuole fare di più, ponendosi come “parte attiva nel proporre soluzioni strutturali al problema dell’inquinamento dell’aria, che fa solo in italia 84mila morti all’anno, 3,7 milini a livello planetario” ha detto Agostino Re Rebaudengo, presidente del Museo. E si apre ancor di più al territorio, partecipando a quello che l’assessore all’Ambiente della Regione Alberto Valmaggia ha definito un tavolo di lavoro “per fare maggiore sinergia con altri enti di promozione e di educazione ambientale” e costruire così una comunicazione efficiente.
“Il museo ha preso un’altra direzione, quella che tutti noi auspicavamo”, ha detto l’assessore alle partecipate Liliana Tedesco, ed Enzo Lavolta, assessore all’Ambiente: “IL MaCA ha contribuito a fare crescere consapevolezza e sensibilità; nelle città si consuma di più e si inquina di più, ciò rende necessario un centro educativo con queste potenzialità”.
Tra le novità, l’apertura del padiglione verde, dedicato in parte all’alimentazione, con giochi, attività e laboratori sulla disponibilità e limitatezza delle risorse, e in parte ai trasporti, parte ancora da sviluppare. Tutta l’area sull’energia è stata ripensata. Qui, il Muro dell’Energia raccolta l’evoluzione del rapporto tra le sue fonti e l’uomo. Altre novità nella sezione sugli scarti e in quella sull’acqua. In attesa che si completi un’altra nuova ala, in fase di costruzione: il Guscio, spazio polifunzionale per conferenze, spettacoli, proiezioni, laboratori didattici, oltra a un Planetario gonfiabile. Più basse le tariffe per laboratori e gruppi.

Per maggiori informazioni: www.acomeambiente.org

[fonte: TorinoClick]

Taggato con:
Apr 17


Attiva dal gennaio 2006, la mostra permanente “Torino 1938 – 1948. Dalle leggi razziali alla Costituzione”, nucleo fondante del Museo, è stato il primo percorso espositivo multimediale in Italia rivolto alla storia della Seconda Guerra Mondiale e alla memoria dei valori della Resistenza.
Allestita nei suggestivi locali sotterranei del Palazzo dei Quartieri Militari, curata dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e progettata dallo Studio Ennezerotre, la mostra ha raccolto un considerevole successo di pubblico, con un passaggio stimato intorno alle 100.000 persone. Grazie ad esso il Museo ha
conquistato una propria nicchia nel panorama museale piemontese e nazionale, diventando un punto di riferimento per le tematiche legate ai valori della Memoria, della Storia e in generale dei Diritti civili e delle Libertà, affermandosi come uno degli esempi più interessanti e innovativi dal punto di vista delle scelte museografiche.
A sei anni dalla sua inaugurazione, si è reso indispensabile un intervento radicale di revisione e rimessa a punto dell’impianto tecnico. Grazie al generoso sostegno della Compagnia di San Paolo e a un contributo in servizi della Città di Torino, lo scorso 12 marzo sono iniziati i lavori di ristrutturazione
tecnica. Dopo un mese di chiusura, il Museo a partire dal 17 aprile potrà offrire al pubblico un allestimento maggiormente accessibile e di facile fruizione. Infatti, oltre ai lavori di aggiornamento tecnico, realizzati da Euphon Communications, di restyling illuminotecnico e di perfezionamento scenografico, si è dato molto spazio alla sezione interattiva dell’allestimento, potenziando e incrementando le didascalie interne al percorso di visita.
In aggiunta alla revisione dell’allestimento permanente il Museo ha eseguito la ristrutturazione della biglietteria, implementando sia gli spazi di accoglienza, sia quelli dedicati al bookshop. Quest’ultimo a partire dalla riapertura dell’allestimento permanente presenterà una maggiore offerta di prodotti: da un
corposo catalogo di titoli, all’oggettistica realizzata da Papily Factory (prodotti realizzati con i materiali delle mostre passate del Museo dalle donne della Casa Circondariale di Torino).
Infine il Museo con l’occasione della riapertura dell’allestimento presenterà le nuove proposte educative per le scuole e i nuovi materiali
per l’accessibilità sensoriale.

www.museodiffusotorino.it

Taggato con:
Ott 21



L’America, dalla fine degli Sessanta al 2006, vista attraverso gli occhi, l’intelligenza,
lo humour e l’umanità di Robert Altman: questo tenta di raccontare la mostra Robert Altman. America America, un percorso che, attraverso 100 foto dai suoi film e dai suoi set e i manifesti dei suoi film, porta in primo piano i temi, i sentimenti, i paesaggi e soprattutto i volti che proverbialmente Altman mescolava, confondeva, sovrapponeva per restituire la casualità, quasi sempre crudele, raramente confortante, della nostra vita e del nostro mondo.

La mostra parte dai volti, più o meno famosi, e dalle coppie, più o meno male assortite,
che popolano i suoi film: dall’amarezza di McCabe e Mrs. Miller (Warren Beatty
e Julie Christie in I compari) e dalla spudorata provocazione di Hawkeye e Trapper
(Donald Sutherland ed Elliott Gould in MASH) fino agli scherzi sboccati dei cowboy
canterini Dusty e Lefty (Woody Harrelson e John C. Reilly in Radio America), dalla
svampita Millie (Shelley Duvall in Tre donne) e dal nevrotico “killer sentimentale”
Tom Frank (Keith Carradine in Nashville) fino al cinico executive hollywoodiano
Griffin Mill (Tim Robbins in I protagonisti) e alla tenera, scontrosa Emma (Liv Tyler
in La fortuna di Cookie), tutti raffigurano pezzetti di un’America disorientata.
Poi, i riti, le classi, la confusione pop, l’esibizionismo, l’ingenuità, le musiche e
l’incessante rumore di fondo che hanno trasformato la vita americana in un grande
Circo: la guerra come circo, e la politica, i riti sociali, i matrimoni, le sale da gioco, le
elezioni, lo spettacolo naturalmente.

Poi, le star, i divi che sono sempre accorsi a lavorare insieme a lui, con due piccole sezioni specifiche dedicate a due vere e proprie icone del suo cinema: Elliott Gould e Shelley Duvall. Gli attori lo adoravano perché lui adorava gli attori, li considerava artisti e creatori del film non meno del regista. Noti e meno noti, hanno materializzato insieme a lui la solitudine, la tenerezza, la stupidità, la vigliaccheria o il coraggio di un’umanità infinita.

La mostra, a cura di Emanuela Martini, è organizzata in occasione della retrospettiva completa dedicata al regista dal 29esimo Torino Film Festival (25 novembre – 3 dicembre).
È prevista la pubblicazione di un volume di saggi e testimonianze edito da Il Castoro.

Maggiori informazioni: Museo Nazionale del Cinema

[fonte: TorinoCultura]

Taggato con: