Questa mattina nella caserma La Marmora di via Asti 22 sono stati ricordati i partigiani fucilati nell’allora sede dell’Ufficio Investigativo della Guardia Nazionale Repubblicana. Il discorso ufficiale è stato pronunciato dall’avvocato Bruno Segre, presidente dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (A.N.P.PI.A.), presente per la Città di Torino l’Assessore Stefano Gallo.
Questa mattina in corso Ferrucci, in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile, negli uffici dell’assessorato allo Sport della Città di Torino, sono stati ricordati i partigiani e gli operai della Fiat caduti e deportati per aver difeso lo stabilimento nel 1945.
Dopo la deposizione della corona d’alloro l’assessore allo sport della Città , Stefano Gallo, ha sottolineato l’importanza di queste giornate di memoria perché “non si può costruire il futuro senza ricordare il passato”.
Erano presenti alla commemorazione anche Ferruccio Maruffi, presidente dell’associazione nazionale ex Deportati Politici e Raffaele Petrarulo, consigliere della Provincia di Torino.
“La Resistenza fu guerra di Liberazione, liquidazione del fascismo e costituzione di una democrazia repubblicana, attraverso i suoi atti militari, quelli politici ma anche, evidentemente, attraverso quelli civili”. Il ruolo importante della macchina comunale e dei suoi dipendenti nel corso della guerra di Liberazione partigiana è stato sottolineato dall’assessore Enzo Lavolta, questa mattina in Sala Rossa davanti a un folto gruppo di lavoratori. “A Palazzo civico, i dirigenti e la struttura amministrativa, gli operai, gli impiegati si impegnarono, durante l’occupazione fascista, a sostenere la Resistenza a anche a costo di essere arrestati. Grazie alla loro determinazione, migliaia di giovani furono forniti di documenti d’identità ed evitarono la deportazione o l’arruolamento forzato nei reparti militari della Repubblica sociale”. La cerimonia ha voluto ricordare quel lontano passato ancor così vivo nella memoria del Paese e i dipendenti che persero la vita per riaffermare i valori della libertà e della democrazia.
Su quell’ossatura organizzativa, permeata di ideali e principi democratici, si è costituito “il nucleo forte della vita collettiva”: la libertà , la solidarietà , “e poi la partecipazione, il dialogo, l’incontro”.
Diego Novelli, ex sindaco e ora presidente Anpi Torino, ha svolto una lunga riflessione storica sulle radici del fascismo, “quella lunga e terribile stagione – ha sottolineato Novelli – iniziata nel 1919 e conclusasi proprio il 25 aprile del ’45. Oggi possiamo dire che se non ci fossero stati loro, i partigiani, se non ci fosse stato il sacrificio di uomini e donne noi non saremmo qui, non ci sarebbe permesso. Parafrasando Croce, dico che non si può non essere antifascisti. Perché l’antifascismo non è schierato, è una scelta di civiltà praticata da persone con idee e fedi diverse. La lotta antifascista ha strappato dalla società il morbo della guerra e della violenza. Le idee non si impongono con la violenza: essa è l’ultimo rifugio degli incapaci”.
In apertura è intervenuto anche, dal banco della Presidenza del Consiglio comunale, il consigliere Magliano. “Le nuove generazioni devono capire che ci sono uomini e donne che ci hanno permesso oggi di essere liberi – ha detto Magliano – diamo onore ai dipendenti morti per la libertà : chi lotta per ciò che ritiene giusto è un uomo libero”.