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Apr 19


“La Resistenza fu guerra di Liberazione, liquidazione del fascismo e costituzione di una democrazia repubblicana, attraverso i suoi atti militari, quelli politici ma anche, evidentemente, attraverso quelli civili”. Il ruolo importante della macchina comunale e dei suoi dipendenti nel corso della guerra di Liberazione partigiana è stato sottolineato dall’assessore Enzo Lavolta, questa mattina in Sala Rossa davanti a un folto gruppo di lavoratori. “A Palazzo civico, i dirigenti e la struttura amministrativa, gli operai, gli impiegati si impegnarono, durante l’occupazione fascista, a sostenere la Resistenza a anche a costo di essere arrestati. Grazie alla loro determinazione, migliaia di giovani furono forniti di documenti d’identità ed evitarono la deportazione o l’arruolamento forzato nei reparti militari della Repubblica sociale”. La cerimonia ha voluto ricordare quel lontano passato ancor così vivo nella memoria del Paese e i dipendenti che persero la vita per riaffermare i valori della libertà e della democrazia.
Su quell’ossatura organizzativa, permeata di ideali e principi democratici, si è costituito “il nucleo forte della vita collettiva”: la libertà, la solidarietà, “e poi la partecipazione, il dialogo, l’incontro”.
Diego Novelli, ex sindaco e ora presidente Anpi Torino, ha svolto una lunga riflessione storica sulle radici del fascismo, “quella lunga e terribile stagione – ha sottolineato Novelli – iniziata nel 1919 e conclusasi proprio il 25 aprile del ’45. Oggi possiamo dire che se non ci fossero stati loro, i partigiani, se non ci fosse stato il sacrificio di uomini e donne noi non saremmo qui, non ci sarebbe permesso. Parafrasando Croce, dico che non si può non essere antifascisti. Perché l’antifascismo non è schierato, è una scelta di civiltà praticata da persone con idee e fedi diverse. La lotta antifascista ha strappato dalla società il morbo della guerra e della violenza. Le idee non si impongono con la violenza: essa è l’ultimo rifugio degli incapaci”.
In apertura è intervenuto anche, dal banco della Presidenza del Consiglio comunale, il consigliere Magliano. “Le nuove generazioni devono capire che ci sono uomini e donne che ci hanno permesso oggi di essere liberi – ha detto Magliano – diamo onore ai dipendenti morti per la libertà: chi lotta per ciò che ritiene giusto è un uomo libero”.