Oggi, 27 gennaio, Giornata della memoria, istituita per non dimenticare quellâimmane tragedia dellâumanitĂ che è stato lâOlocausto. Nella ricorrenza del 27 gennaio 1945, data in cui vennero liberati i prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz e il mondo comprese la ferocia di cui era stato capace il genere umano.
Le vittime dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi di concentramento sono state commemorate al Cimitero Monumentale in corso Novara con lâomaggio ai cippi della deportazione e degli ex internati e al Sacrario dei caduti della Resistenza e la preghiera alla Lapide in memoria degli Ebrei.
Presenti il vice sindaco Elide Tisi, le autoritĂ civili e militari, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e della Resistenza.
Alle 11.00 nella sala del Consiglio Comunale a Palazzo Civico si è svolta la celebrazione ufficiale con gli interventi di Nino Boeti, vicepresidente del consiglio regionale; Guido Vaglio, direttore del Museo Diffuso della Resistenza; Dario Disegni, presidente della ComunitĂ ebraica torinese. La cerimonia si è conclusa con le letture degli alunni della scuola media Foscolo ospiti dâonore della cerimonia per il Giorno della Memoria e lâintervento del Sindaco Piero Fassino.
In occasione del Giorno della Memoria, che il 27 gennaio di ogni anno commemora le vittime della Shoah, la CittĂ di Torino e la Fondazione Torino Musei rendono omaggio a Primo Levi presentando dal 25 gennaio al 7 febbraio a Palazzo Madama tre ritratti dello scrittore realizzati dallâartista americano Larry Rivers.
Il progetto nasce grazie alla collaborazione con la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli che ha con piacere accolto alla richiesta di prestito delle opere e conferma lâintento ormai consolidato di Palazzo Madama e della Fondazione Torino Musei di fare sistema con altre importanti istituzioni per una maggiore condivisione del patrimonio culturale.
I tre dipinti, intitolati Witness, Survivor e Periodic Table furono acquistati dallâAvvocato Gianni Agnelli ed esposti nella sede de âLa Stampaâ. Attualmente in deposito presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, essi provengono da un nucleo di dodici opere che Rivers realizzò nel 1987, sulla base di alcuni ritratti fotografici ottenuti dalla famiglia Levi, per celebrare la figura del grande scrittore e ricordare al contempo lo sterminio del popolo ebraico.
Larry Rivers, il cui vero nome è Yitzrok Loiza Grossberg (1923-2002), nacque in America da genitori russi ebrei. Chiamato alle armi nel 1942, venne poi congedato per motivi di salute. Musicista, poeta, attore, regista e pittore, la sua fu una personalitĂ artistica poliedrica, un vero “centauro” per usare una similitudine cara a Levi.
Nel 1945, poco dopo aver cambiato nome, iniziò a dipingere, diventando uno dei protagonisti della pop art americana. Negli anni Ottanta si dedica alle vicende della Shoah e del popolo ebraico, realizzando nel 1984 La storia della Matzoh (Storia del popolo ebraico) oggi alla Yale University e nel 1986 la copertina Erasing the Past per il magazine del New York Times. La ricerca sul tema dellâOlocausto lo porta alla lettura di molti autori tra cui Primo Levi, grazie all’amicizia con Furio Colombo, all’epoca corrispondente a New York per “La Stampa”, il quotidiano al quale anche Levi aveva a lungo collaborato. A colpire Larry Rivers erano state le sue tante e diverse identitĂ : chimico torinese, deportato come partigiano e identificato come ebreo, sopravvissuto allo sterminio e diventato poi famoso come scrittore.
In Witness, Survivor e Periodic Table il ritratto di Primo Levi si sovrappone e si fonde con altre immagini della Shoah ormai entrate nella memoria collettiva, in un rimando costante tra la vicenda personale dello scrittore torinese e quella di milioni di altre persone che vissero l’esperienza della deportazione. Per esprimere al meglio la sua visione della Memoria e della Morte, Larry Rivers utilizza nelle sue opere la tecnica della cancellazione con figure non pienamente presenti sulla scena, realizzando cosĂŹ una metafora della difficoltĂ di trasmettere la memoria dello sterminio da parte dei sopravvissuti: le immagini del passato non si possono dimenticare, eppure, allo stesso tempo, è impossibile riuscire a comunicare fino in fondo la tragedia a chi non lâha vissuta.
Ad arricchire il percorso in mostra anche una fotografia in prestito dal Centro Internazionale Studi Primo Levi dei dipinti di Rivers allestiti nella redazione de La Stampa e alcuni documenti dellâArchivio e della Biblioteca dâArte della Fondazione Torino Musei, tra cui un articolo di Levi scritto in occasione della mostra sulla Resistenza in Piemonte organizzata a Palazzo Madama nel 1955.
Orario: lunedĂŹ 10-18; mercoledĂŹ-sabato 10-18; domenica 10-19. martedĂŹ chiuso.
La biglietteria chiude unâora prima
âIl Politecnico di Torino può vantare due dati in controtendenza con le statistiche nazionali: il numero degli studenti che negli ultimi 10 anni ha richiesto di immatricolarsi al Politecnico, piĂš che raddoppiato a fronte di una diminuzione del 20% a livello nazionale, e lâelevata percentuale dei nostri laureati che trova unâoccupazione, a fronte dei recenti e sconfortanti dati nazionali rilevati da Eurostat. Crediamo quindi che per il nostro Ateneo sia non soltanto un dovere, ma un obbligo istituzionale, accogliere il maggior numero possibile di studenti. Ma per garantire, coerentemente con la nostra tradizione, una formazione solida e qualificata, la carenza di infrastrutture logistiche non ci lascia che due alternative: lâulteriore restringimento degli accessi alla Laurea triennale e Magistrale, oppure il completamento del programma edilizio che abbiamo avviato e condiviso con la CittĂ di Torino, riguardante lâestensione del Campus della Scuola di Architettura e il reperimento di nuove aree e spazi per la didattica presso il Campus della Scuola di Ingegneria. Noi ci siamo impegnati a cofinanziare i progetti edilizi strategici per lâAteneo, ma non avremo le risorse per portarli a termine senza un adeguato supporto pubblico, perchĂŠ non possiamo rinunciare agli investimenti prioritari in formazione, ricerca e soprattutto in capitale umanoâ. Ă questa la conclusione, e la principale istanza, della relazione che il Rettore Marco Gilli ha presentato oggi nel corso della cerimonia di Inaugurazione dellâanno accademico 2015/2016. Unâistanza che ha trovato immediato riscontro nellâimpegno di MIUR e CittĂ di Torino, che insieme allâAteneo hanno siglato al termine della cerimonia un protocollo dâintesa per il recupero e la rifunzionalizzazione del âComplesso di Torino Esposizioniâ, che diventerĂ un campus didattico e un centro culturale capace di attrarre studenti di Architettura di tutto il mondo.
Seconda tematica cardine della cerimonia è stata lâinternazionalizzazione, con la volontĂ del Politecnico di potenziare i propri campus allâestero, a partire dal potenziamento della presenza del Politecnico in Cina, dove, in stretta collaborazione con aziende italiane e cinesi e con i partner universitari del luogo, studenti e docenti dei due Paesi interagiscono efficacemente nei campi dellâarchitettura, dellâurbanistica, dellâingegneria manifatturiera, dellâautomotive, del design e dellâICT. I rapporti di collaborazione instaurati, a partire dalla creazione del Campus italo-cinese âPoliTongâ in collaborazione con il Politecnico di Milano, hanno portato lâAteneo a raggiungere il considerevole numero di circa 1.500 studenti cinesi iscritti ai corsi di Laurea dellâAteneo e gli oltre 90 dottorandi cinesi inviati al Politecnico di Torino, a partire dal 2008, con borse del China Scholarship Council; una collaborazione che ha portato anche alla chiamata di alcuni docenti del Politecnico come professori nelle migliori UniversitĂ cinesi, oppure come addetti scientifici nelle rappresentanze diplomatiche del nostro Paese in Cina: âLa presenza in questa sede del Preside, dei colleghi e degli studenti della Scuola di Architettura della Tsinghua University, uno degli Atenei maggiormente accreditati in Cina e nel mondo, è lâesempio di un rapporto internazionale di partnership, che oltre a comportare un piano congiunto di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico, con una regolare mobilitĂ di docenti e studenti, si propone di coinvolgere i territori, creare sedi distaccate dei propri campus, promuovere la cooperazione tra i vari attori del sistema socio-economico e contribuire al loro sviluppo e alla loro competitivitĂ . Lo dimostra la collaborazione che si sta avviando tra gli Atenei, le CittĂ e le Regioni, che domani troverĂ la sua espressione in un workshop, durante il quale condivideremo una lettera dâintenti per avviare la collaborazione sullâarchitettura dei siti olimpici e piĂš in generale sul trasferimento di conoscenze riguardanti le Olimpiadi invernali, che avranno luogo a Pechino nel 2022 e di cui, in questo periodo, celebriamo a Torino il decennaleâ, ha anticipato il Rettore Gilli.
Zhuang Weimin, Preside FacoltĂ di Architettura â Tsinghua University (prima Scuola di Architettura in Cina e classificata al settimo posto mondiale nel ranking QS delle Scuole di Architettura), a questo proposito ha sostenuto lâimportanza di rinforzare ulteriormente la collaborazione con il Politecnico, in particolare con il Dipartimento di Architettura e Design, che ha origine nel 2007 con il Joint Studio Polito-Tsinghua: unâiniziativa che ha ormai coinvolto, nelle sue sei edizioni, quasi 150 studenti italiani e cinesi in progetti sperimentali di architettura e progetto urbano. Nuove collaborazioni, anche nel campo della ricerca, si stanno intensamente sviluppando tra i due atenei. Zhuang ha inoltre tracciato un profilo dellâinsegnamento universitario di Architettura in Cina, cui sono riservate corpose risorse finanziarie dal Governo; in questo ambito è nato lâaccordo di Doppia Laurea tra Politecnico e Tsinghua, che permette ogni anno a due studenti del Politecnico di acquisire anche il titolo di laurea cinese, e viceversa.
Anche la prolusione, dedicata al tema âLa CittĂ cinese e noi: incontri con lâEuropaâ, questâanno è stata tenuta congiuntamente da un docente del Politecnico e uno della Tsinghua University (Michele Bonino e Zhang Li) proprio a sottolineare questa comunione di intenti sulle tematiche dellâArchitettura, ma non solo.