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Mag 09


Un ospedale gonfiabile pronto all’uso pensato per essere immediatamente operativo in contesti di crisi, nel periodo dell’immediato post-emergenza: questo è lo strumento di cui si è dotata Medici Senza Frontiere per fronteggiare e portare nei contesti più difficili del pianeta le cure mediche.
In piazza Vittorio Veneto a Torino è stato allestito l’ospedale che è stato inaugurato questa mattina dal vicesindaco di Torino e sarà visitabile gratuitamente al pubblico fino a domenica 11 maggio sotto la guida degli operatori umanitari di Medici Senza Frontiere. Un vero ospedale di tende pneumatiche, immediatamente operativo e provvisto di tutti i servizi (pronto soccorso, sala operatoria, farmacia). Il pubblico potrà scoprire attraverso un percorso interattivo le competenze mediche e le capacità logistiche che consentono a MSF di rispondere tempestivamente a qualunque tipo di emergenza, dal terremoto di Haiti al tifone delle Filippine, dai conflitti in Repubblica Centrafricana fino alla recente epidemia di ebola in Guinea.
“ In tutti i paesi in cui MSF è operativa sono in corso guerre, epidemie, calamità naturali e il nostro intervento è una corsa contro il tempo che richiede competenze mediche e logistiche – ha detto Gabriele Eminente direttore generale dell’organizzazione umanitaria – L’ospedale gonfiabile vuole avvicinare gli italiani a tutto questo, portando nelle piazze la nostra esperienza e la nostra testimonianza dai contesti umanitari più difficili del pianeta”.
Intanto l’epidemia di ebola è ancora in corso e Medici Senza Frontiere è scesa in campo fin dai primi giorni dallo scoppio dell’epidemia, inviando in Guinea, solo nelle prime settimane , 40 tonnellate di materiale e oltre 60 operatori internazionali e avviando progetti in tre località della Guinea – la capitale Conakry, Guekedou e Macenta- e nella vicina Liberia. Secondo il Ministero della Salute della Guinea, ci sono stati 121 casi confermati dall’inizio dell’epidemia, tra cui 74 decessi.

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Dic 07


È stato inaugurato il nuovo Centro regionale Grandi ustionati dell’ospedale CTO dell’Azienda Città della Salute e della Scienza di Torino (diretto dal dottor Maurizio Stella). Il Centro fu inaugurato nel 1968 e successivamente sottoposto a lavori di adeguamento strutturale nel 1986 e nel 2003; venne chiuso alla fine del 2008 per essere completamente ristrutturato.
L’attività del Centro fu poi allocata temporaneamente al terzo piano della torre degenze, mentre l’attività chirurgica è stata finora assicurata dal Blocco Operatorio di Chirurgia Plastica sito al 2° piano.
Attualmente il reparto accoglie, in numero massimo, 8 pazienti.
Alla base della decisione di rivedere completamente la progettazione del Centro vi era l’evidenza dell’inadeguatezza strutturale della sede storica: allocazione impropria della sala operatoria, mancanza di spazi idonei alla terapia intensiva, assenza di locali e percorsi separati per pulito e sporco, obsolescenza delle apparecchiature e degli impianti, insufficiente dotazione di posti letto. Tali considerazioni furono poste come propedeutiche alla ridefinizione del requisito funzionale/strutturale del nuovo reparto.

Il progetto di ristrutturazione è stato sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e dalla Regione Piemonte; la realizzazione è stata curata dallo Studio Sulmona e Vitali. Tra il 2006 ed il 2008, la Compagnia di San Paolo ha stanziato fondi per 4,5 milioni di euro, sia per la ristrutturazione del Centro Grandi Ustionati sia per la Banca della Cute del presidio ospedaliero CTO. Con questo contributo, la Compagnia ha permesso di adeguare la risposta del Centro, riferimento regionale per tali patologie, alle esigenze cliniche che si manifestano dalla fase di ricovero fino al completamento della fase riabilitativa, ottimizzando così la cura e l’assistenza a questi pazienti. L’intervento ha inoltre consentito l’accreditamento del Centro e della Banca della Cute come strutture di eccellenza nazionale in questo settore.

Il nuovo Centro Grandi Ustionati comprende:
• un’area per 4 pazienti in terapia intesiva, accolti in camera singola, dotata di opportune apparecchiature di supporto e monitoraggio e di due locali per medicazioni;
• un’area per 8 pazienti in terapia semi-intensiva, accolti in camere singole o doppie con servizi, dotate di apparecchiature di monitoraggio e di un locale per medicazioni. Questo settore comprende anche un locale per fisioterapia;
• un reparto chirurgico isolato, ma collegato ai due settori di degenza;
• un blocco di studi medici e una stanza per il medico di guardia, adiacente alla struttura.
Tutti i settori sono completati da opportuni locali di supporto, centrali di controllo e locali magazzino. I percorsi dei pazienti, del personale, dei visitatori e dei materiali sono stati definiti appropriatamente.

Il nuovo Centro è dotato di una capienza maggiore di posti letto e di una articolazione moderna degli spazi lavoro, che ne favoriranno un incremento di attività. Ciò risulta opportuno sia per venire incontro al bacino di utenza regionale, che talora non trova pronta disponibilità di letti, sia per far fronte alle frequenti richieste di ricovero provenienti da altre Regioni.
Anche in caso di macroemergenze, la disponibilità di un maggiore numero di letti si dimostrerà preziosa. Negli ultimi anni, nei casi di più elevata richiesta di ricovero in caso di disastri da incendi avvenuti nella regione (Fossano, Thyssen-Krupp, San Germano Vercellese) o sul territorio nazionale (Viareggio, Milano), si è palesata una scarsità di letti.
Inoltre, va sottolineato che, mentre la numerosità dei pazienti ustionati non è variata significativamente nell’ultimo ventennio, è tuttavia aumentata la prevalenza nel gruppo dei pazienti di età superiore a 65 anni, che attualmente raggiungono il 34% della casistica. Tali pazienti, particolarmente complessi e fragili, potranno nel nuovo Centro, più articolato e attrezzato, avere una risposta assistenziale più adeguata alle loro esigenze.
Non va poi trascurato il rilevante problema sanitario e sociale rappresentato dal progressivo incremento di patologie cutanee necrotizzanti infettive, che necessitano dell’ambiente di cura del nuovo Centro Ustionati e che precedentemente si riusciva ad accogliere con estrema difficoltà.

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Feb 07


L’idea è partita da Torino circa un anno e mezzo fa, da Mohamed Aden Sheikh (scomparso nell’ottobre del 2010), medico somalo, Presidente dell’Associazione Soomaaliya Onlus ed ex consigliere comunale. Si tratta della progettazione e raccolta fondi per la costruzione dell’ospedale pediatrico di Hargeisa in Somalia, promossa dall’Associazione Soomaaliya Onlus. Con la posa del primo mattone, domenica 29 gennaio, si è dato il via alla realizzazione di un reparto – intitolato proprio a Mohamed Aden Sheikh – dell’ospedale nella zona nord della Somalia in Hargeisa, nel Somaliland regione più idonea per la stabilità politica e la sicurezza che offre.
Il progetto, voluto con grande determinazione da Felicita Torrielli Aden (che ha raccolto il testimone del marito dopo la sua scomparsa) è promosso da Soomaaliya Onlus con il sostegno della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi (500mila euro raccolti in poco tempo tra i lettori) e della Marco Berry Onlus Magic for Children che ha attivato una raccolta di fondi attraverso la vendita virtuale di ognuno dei 53.334 mattoni che comporranno l’ospedale. Al progetto si è affiancata anche l’Associazione NutriAid Onlus che finanzierà un ambulatorio per combattere la malnutrizione infantile.
“Penso che sia un obbligo dare questa possibilità alla Somalia – ha dichiarato, in conferenza, la iena Marco Berry –. Durante il mio viaggio nel paese ho scoperto la presenza di sale operatorie invivibili. Non ci porterei nemmeno la mia auto! – ha sottolineato –. Sono piene di pattume e vi accedono persino le capre”. La situazione nello stato del Corno d’Africa non è per nulla semplice. “Nelle sale operatorie, in totale 4, non ci sono nemmeno gli strumenti necessari per realizzare gli interventi – ha continuato – e oltre la metà dei pazienti che si stende sui lettini probabilmente muore”. Berry ha raccontato anche delle difficoltà finanziarie dei genitori che non riescono a far curare i propri piccoli (in pediatria il solo ingresso costa 3 dollari, mentre la paga mensile è di 40 $), ai quali scompaiono, per malattia, uno o due bambini sui 5 o 6 posseduti in media. “Il nostro progetto è una goccia nell’oceano – ha terminato – ma intende dare la speranza e il sorriso ai più piccini: un bambino che non ride è una perdita per tutti!”.
Il prossimo appuntamento per la raccolta fondi è il 19 febbraio a Bardonecchia. La Marco Berry Onlus Magic for Children realizzerà una “Staffetta del cuore”. Chi parteciperà potrà sfidare tre squadre delle Iene e, tutto il pubblico presente, con 10 euro, potrà acquistare il suo mattone certificato per partecipare alla realizzazione del nuovo nosocomio. Il costo totale dell’edificio sarà di 1milione e mezzo di euro. Cinquecentosedicimila euro per lo stabile senza arredi, attrezzature mediche e la parte energetica. A questi andranno aggiunte le spese di organizzazione in loco e le gestionali per due anni, utilizzate per rendere l’ospedale pubblico e gratuito.

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