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Mar 30


Inaugurata al Museo Diocesano in piazza San Giovanni e alla Torre Campanaria, accanto al Duomo, la mostra antologica che documenta l’iter creativo di Mastroianni dal 1927 al 1997.

Nel suggestivo scenario sotterraneo – il museo è collocato nella chiesa inferiore della Cattedrale ed è una chicca imperdibile -, sono esposti bronzi, terrecotte, legni, rami, vetri, mosaici, arazzi e opere su carta: più di cinquanta opere, collocate in un allestimento in ferro e legno ignifugo, che ne evidenzia le peculiarità e dialoga perfettamente con l’antica struttura ospite.
La mostra Umberto Mastroianni tra coscienza civile e spirito del sacro è ospitata è allestita tra gli spazi della chiesa inferiore, il piano terreno e il secondo piano della torre campanaria la cui salita, fino alla cella, è stata messa in sicurezza e aperta al pubblico. Specifica attenzione è stata posta alla luce e all’aspetto conservativo delle opere, per cui l’illuminazione è realizzata mediante l’uso di faretti museali a luce fredda, che sono accuratamente calibrati al fine di valorizzare le opere pur nel rispetto di tutti i vincoli legati alla perfetta conservazione. L’evento, promosso dal Museo Diocesano e dall’Associazione Stars, è realizzato grazie alla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, con un contributo della Fondazione CRT e della Reale Mutua Assicurazioni. Si inquadra nell’ambito delle manifestazioni legate alla Solenne Ostensione della Sacra Sindone. “La mostra che oggi inauguriamo – afferma Maurizio Cibrario, Presidente della Consulta -, non solo evidenzia le straordinarie capacità creative dell’artista, ma possiede un suo peculiare valore, in quanto rara espressione moderna della ‘via pulchritudinis’ – che trova nella bellezza artistica la cifra del Mistero e il richiamo al Trascendente – già ricordata da Giovanni Paolo II, all’apertura del Giubileo del 2000.”

Maggiori informazioni sul sito del Museo Diocesano

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Mar 13


La stagione 2015 delle mostre alla GAM di Torino prosegue con un protagonista d’eccezione: Amedeo Modigliani , uno dei maggiori interpreti della pittura del Novecento.
Intorno alla figura centrale di Modigliani la mostra presenta la straordinaria atmosfera culturale creata dalla “École de Paris”, la corrente che ebbe protagonisti alcuni artisti attivi nel primo dopoguerra che si raccolsero intorno a Montmartre e Montparnasse uniti dal desiderio di vivere in pieno il clima artistico e culturale di Parigi, creando una completa simbiosi tra vita e arte.
In mostra circa 90 opere racconteranno questa esperienza artistica ‐ accanto a Modigliani, nomi eccezionali come Brancusi, Soutine, Utrillo, Chagall, Survage, Picasso ‐ tra cui sessanta capolavori provenienti dal Centre Pompidou e da importanti collezioni pubbliche e private. La mostra è promossa da GAM e prodotta da Mondo Mostre Skira in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne ‐ Centre Pompidou di Parigi. La curatela scientifica è affidata a Jean‐Michel Bouhours, uno dei massimi studiosi di Modigliani e curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou di Parigi.
La mostra è costruita in cinque sezioni, che analizzano la vitalità parigina del periodo, con uno sguardo non solo alla pittura, ma anche al disegno e alla scultura in cui il protagonista, insieme a Modigliani, è Costantin Brancusi, nel cui atelier l’artista livornese lavorerà per molto tempo. Tra le opere esposte in questa sezione le celebri Principessa X e Mademoiselle Pogany III, accanto a una serie di fotografie originali che Brancusi stesso scattò ai suoi lavori.
Modigliani è quindi raccontato in mostra come il principale testimone della realtà cosmopolita della Bohème parigina, che ha segnato la sua indipendenza dai movimenti ufficiali delle avanguardie artistiche. Un particolare momento storico in cui, alla creazione dei capolavori, si affianca un’esistenza disordinata che lo portò a morte prematura.

Per maggiori informazioni: www.modiglianitorino.it

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Dic 04


La Galleria Sabauda si presenta da questa sera in una magnifica veste, con cinquecento degli ottocento capolavori della collezione di inestimabile valore artistico e storico posseduti, nella sede di via XX Settembre, 86, a completamento del Polo Reale. Tra le opere esposte i visitatori potranno da domattina soffermarsi di fronte a capolavori di maestri italiani, fiamminghi e olandesi come Guercino, Giovan Battista Tiepolo, Rubens, Mantegna, Gentileschi, Van Dyck. Le opere sono disposte in ordine cronologico, dal Medioevo al Settecento. Inaugurata ufficialmente il 2 ottobre 1832, la galleria fu istituita da Carlo Alberto per esporre le pitture più significative e belle delle collezioni di casa Savoia. Sono 35 i milioni di euro stanziati per la realizzazione della nuova Sabauda, coperti in gran parte da fondazioni bancarie, Enti locali, Ministero dei Beni culturali e aziende private: è un momento storico per Torino perché si tratta di una delle realtà museali più significative in Italia e non solo, un fiore all’occhiello, è stato detto. L‘allestimento si snoda lungo quattro piani in un percorso ad anello, che consente al pubblico una visione anche ravvicinata delle opere. A tagliare il nastro sono intervenuti nel pomeriggio il Ministro Dario Franceschini e il sindaco Piero Fassino. E’ stata così data concretezza al grande progetto che restituisce al pubblico una delle maggiori pinacoteche pubbliche italiane e completa così il Polo Reale, complesso museale di valenza internazionale che riunisce Palazzo Reale, l’Armeria Reale, il Museo Archeologico, la Biblioteca Reale e lo spazio mostre di Palazzo Chiablese. “Concretizzando come un unicum il Polo Reale così come nell’Ottocento era stato progettato, torna oggi alla sua integrità – ha spiegato il sindaco Fassino – rafforzando il profilo della Torino città d’arte e di cultura. La cultura è un fattore ormai costitutivo della nostra città, che ruota intorno all’economia della conoscenza, incidendo sulla nostra identità “. La manica progettata da Emilio Stramucci tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, occupata sino a alcuni anni fa da uffici della Regione Piemonte, è stata così restituita all’originario smalto. Il Polo Reale, con i suoi oltre 46mila metri quadrati si presenta ora come uno tra i più grandi circuiti artistici europei, della caratura del Louvre o del Prado di Madrid. Negli spazi della Manica Nuova di via XX Settembre i visitatori potranno ammirare capolavori dell’arte italiana ed europea dal Medioevo alla modernità: “La riapertura della Sabauda completa una realtà museale tra le più ampie e significative non solo in Italia– ha sottolineato Mario Turetta, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici– Questo obiettivo è stato raggiunto grazie all’impegno convinto di soggetti diversi in sinergica collaborazione tra pubblico e privato”.

Maggiori informazioni sul sito del Polo Reale di Torino

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