Arrivata a Palazzo Civico verso mezzogiorno, dopo una colazione istituzionale in Sala Colonne, Aung San Suu Kyi, premio nobel per la Pace nel 1991 e cittadina onoraria torinese, nel pomeriggio è stata accolta in Sala Rossa in una seduta solenne del Consiglio Comunale, alla presenza di numerose autorità civili e militari e dei Gonfaloni della Città di Torino, della Provincia di Torino e della Regione Piemonte.
Il Consiglio comunale di Torino le aveva conferito la cittadinanza onoraria, con una mozione approvata il 14 giugno 2010, per l’impegno politico in Birmania volto all’affermazione dei principi di democrazia, pace e tutela dei diritti umani e al perseguimento di un governo basato sulle virtù di verità, giustizia e gentilezza.
Ha aperto la cerimonia il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris, che ha ricordato l’operato di Aung San Suu Kyi e il suo ruolo da protagonista nella lunga e pacifica battaglia per la democrazia nel suo Paese: la Birmania. Ha quindi elogiato “la sua forza e la sua convinzione che l’hanno aiutata a resistere alle ingiustizie e alle privazioni, soprattutto quelle affettive, sorretta dall’incrollabile fede nei propri ideali ispirati alla dottrina gandhiana della non violenza”.
“Torino – ha concluso Ferraris – apprezza il suo impegno politico volto all’affermazione delle idee di democrazia, pace e rispetto dei diritti umani. Ha dimostrato che un gruppo di opposizione può diventare il catalizzatore di un cambiamento virtuoso, creando le condizioni perché un potere autoritario accetti di negoziare progressive concessioni. Averla come concittadina è un onore per ciascuno di noi. Come cantano gli U2: Walk on, Suu! Vai avanti, Suu! Siamo tutti con te”.
È poi intervenuta la consigliera Domenica Genisio, presidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità: “È con grande emozione e gioia che accogliamo nella nostra città San Suu Kyi, una donna che incarna la democrazia del suo Paese. Una donna che propugna l’impegno per un Governo fondato sulle virtù di verità, giustizia e gentilezza, che non subordina i diritti alla crescita economica fine a se stessa.
Nell’operare della Commissione Diritti e Pari Opportunità della Città di Torino ci siamo sempre ispirati ai principi di eguaglianza, rispetto del diritto e lotta all’omofobia promossi dal premio Nobel per la Pace. Lei ha chiesto alle democrazie occidentali di aiutarla a portare la democrazia nel suo Paese e noi dobbiamo ringraziarla perché con il suo impegno ci sta aiutando a rafforzare il nostro impegno di cittadini e amministratori pubblici per la nostra comunità.
Torino è considerata la città dei diritti e la città delle bambine e dei bambini e si impegna per le nuove generazioni, affinché non debbano sempre condannare il passato, ma guardare con sempre più fiducia al futuro. Come ha detto San Suu Kyi in occasione della consegna del premio Nobel per la Pace nel 1991, dobbiamo ricordarci che l’umanità è sempre una sola”.
Ha quindi preso la parola il sindaco Piero Fassino: “È con vera emozione che le porgo il benvenuto della Città. La mia emozione è tanto più grande perché per quattro anni, dal 2007 al 2011, ho ricoperto il ruolo di Inviato speciale dell’Unione Europea per la Birmania. Anni duri nei quali la sua tenace e coraggiosa resistenza al regime militare è stato un punto di riferimento costante per la mia azione, come per tutti coloro che nel mondo intero le hanno espresso solidarietà e vicinanza.
Lei, infatti, è divenuto simbolo della lotta per i diritti, per la democrazia, per la libertà. E la sua scelta di condurre questa battaglia con la non violenza ha accresciuto ancora di più l’ammirazione del mondo intero. Il conferimento del Premio Nobel per la pace ha assunto così il valore di un riconoscimento morale e politico.
Oggi la accogliamo qui nel Consiglio Comunale di Torino, di questa città che nel 2010 le ha conferito la cittadinanza onoraria e dove nel corso dell’800 trovarono asilo e rifugio coloro che si battevano in tutta Europa per l’indipendenza della loro nazione. E nel ’900 Torino è stata una delle città che più ha lottato contro il fascismo, per la riconquista della libertà.
Abbiamo voluto che fosse una nostra concittadina per manifestarle la nostra solidarietà, per esserle vicini nella sofferenza, per sostenerla nella sua lotta per la libertà.
E ricordo con emozione il nostro incontro, un anno fa, quando le consegnai il diploma di cittadina onoraria di Torino proprio in quella casa di Rangoon in cui il regime l’ha costretta per anni a un ingiusto e duro isolamento.
Dal giorno della sua liberazione, nel novembre di tre anni fa, molte cose stanno cambiando in Birmania. Grazie alla sua lotta, si è aperta una transizione democratica con la formazione di un Governo civile e un Parlamento che – anche se eletto con una legge elettorale censurata dalla comunità internazionale – sta assumendo gradualmente un profilo autonomo.
Nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza il suo coraggio, la sua tenacia, la sua passione.
Certo, abbiamo consapevolezza che la battaglia per la democrazia in Birmania ha ancora molto cammino davanti a sé.
Anche oggi l’impegno della comunità internazionale è necessario per difendere la transizione democratica. Vanno in questa direzione atti concreti come la decisione di Stati Uniti e Unione Europea di sospendere le sanzioni, le visite di ministri di molti Stati e la scelta di conferire a Myanmar la Presidenza di turno 2014.
Anche oggi il nostro Paese deve fare la propria parte. E confermo l’impegno della Città di Torino nel sostenere in modo concreto ogni azione utile a promuovere democratic institution building, cooperazione sociale, sviluppo economico, scambi culturali con la Birmania e le sue città. E proprio per dare corso a questo impegno sarò a fine novembre in visita in Birmania.
Sappia che Torino è e sarà al suo fianco e ogni suo impegno sarà anche il nostro impegno.Può contare su di noi, sulla nostra amicizia, sulla nostra solidarietà”.
Infine, è intervenuta Aung San Suu Kyi: “È un grande onore essere accolta come cittadina di Torino perchè condividiamo tutti uno spirito di generosità e lo sforzo nella lotta contro le ingiustizie e per promuovere i valori in cui crediamo.
Sono ormai trent’anni che il mio partito lotta per la democrazia e la libertà nel Paese, ma l’obiettivo non è ancora raggiunto.
La non violenza rimane però l’unico modo per lottare contro valori negativi. Non è con l’odio che si raggiunge il successo, ma comprendendo le differenze e cercando la condivisione dei valori. Civiltà italiana e civiltà birmana sono profondamente diverse, ma ci sono legami inaspettati: mi ricordo di un monaco che veniva da Torino e che sarebbe contento oggi di sapermi cittadina torinese.
Dobbiamo continuare insieme a promuovere lo spirito di amicizia, per il bene di tutto il mondo. Dobbiamo parlare dei diritti umani, dei diritti che fanno la dignità dell’uomo. Il mio popolo vuole solo vivere in un Paese libero dove poter condurre una vita dignitosa, basata sull’uguaglianza, non materiale, ma in termini di valori umani.
Bisogna accettare e condividere le differenze. La democrazia non è perfetta, ma è quanto di meglio può raggiungere la natura umana e può fare la differenza, promuovendo il dialogo e il compromesso. Democrazia però non significa solo diritti, ma anche responsabilità. E dobbiamo ancora impegnarci, anche con l’aiuto internazionale, per migliorare la Costituzione, per una maggiore democrazia.
Dobbiamo avere saggezza e compassione – come dicono i buddisti – per promuovere una società più forte, progredita e pacifica. Ringrazio la Città di Torino e tutta l’Italia per avermi fatto capire che questi valori superano le frontiere nazionali. Ci avete aiutato moltissimo e sono orgogliosa dell’onorificenza, non soltanto per il nostro popolo, ma per tutto il mondo”.
La cerimonia si è poi conclusa con la consegna della targa e della pergamena della Città ad Aung San Suu Kyi da parte del sindaco Fassino e del presidente Ferraris e con la firma del Libro d’Oro dei cittadini onorari torinesi.
[fonte CittAgora]