preload
Mar 31


In via san Francesco d’Assisi all’angolo con via Monte di PietĂ , è stato commemorato nel 26° anniversario della morte l’agente di Polizia Municipale Roberto Bussi, ucciso per aver notato movimenti sospetti intorno alla banca mentre era di pattuglia.
Presenti alla cerimonia i genitori, il Comandante della Polizia Municipale di Torino Alberto Gregnanini, l’assessore Giuliana Tedesco e una rappresentanza di colleghi.

Taggato con:
Mar 28


E’ stato intitolato alla “Vittime delle foibe” il giardino che si trova tra i corsi Molise, Grosseto e strada delle Vallette, nel lato adiacente via Ambrosini, per conservarne e rinnovarne la memoria vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
La cerimonia si è svolta questa mattina alla presenza di autorità politiche, civili e militari, con il Gonfalone della Città di Torino.
Le foibe sono cavità di origine naturale presenti sul Carso (altipiano alle spalle di Trieste e dell’Istria). Alla fine della seconda guerra mondiale le truppe del regime di Tito vi gettarono migliaia di persone, alcune dopo averle fucilate, alcune ancora vive, “colpevoli” di essere italiane o contrarie al regime comunista. Gli infoibati erano prevalentemente italiani, ma tra loro vi erano anche sloveni e croati.
Una Legge italiana istituì il Giorno del Ricordo per conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo di 350.000 italiani dalle terre istriane, fiumane e dalmate che dopo il Trattato di pace purtroppo passarono alla Jugoslavia.

Terra di vento e cicale
Nel chiuso e silenzioso clamore
del mio febbrile pensare,
ricerco una irraggiungibile meta,
una ragione per tanta tenebra d’affanni
e per i sogni abbandonati
lungo i binari del destino.
Al tempo trascorso
ed alla mia natia terra
di rocce, vento e cicale,
molti fili ancora mi legano.
Vorrei essere vela,
o forse nube
per andare lĂ ,
ed immedesimarmi nel morire del giorno,
nella terra che s’oscura
e nel tenero abbraccio della sera.
Eleonora Manzin, poetessa, esule da Valle d’Istria

Taggato con:
Mar 27


Straordinaria raccolta cerimonia, ieri pomeriggio, nella porzione di Parco Colonnetti che si affaccia su via Emanuele Artom. Testimonianze e canti del coro diretto da Roberto Beccarla hanno fatto da contorno all’inaugurazione del Giardino dei Giusti, in ricordo delle persone che hanno salvato la vita agli ebrei perseguitati dalle leggi razziali. Fortemente voluta dalla CittĂ  e dalla comunitĂ  ebraica, intorno alla pietra erratica Val Pellice, da cui è stato ricavato il cippo in mezzo al prato in cui sono state messe a dimora 36 piante (come i 36 Giusti del Talmud che salveranno il mondo), si sono dati appuntamento i sopravvissuti alla Shoah, ormai molto anziani e i residenti di questo angolo verde di Mirafiori. Tutti convinti della valenza di questo omaggio che onora insieme la memoria degli scomparsi nel genocidio, i salvati e i loro benefattori. Dopo la lettura da parte di Sarah Kaminski del messaggio del sindaco, dolente per l’assenza dovuta a impegni istituzionali nella capitale, i saluti di Marco Novello (presidente della Circoscrizione) e di Ilda Curti. A Emanuele Segre Amar è toccato il ricordo dei salvatori di tante vite: di chi, invece di denunciare e incassare un compenso di cinque mila lire (alla fine degli anni 30 una cifra ragguardevole), ha nascosto in casa i perseguitati e chi, semplice ufficiale d’anagrafe, falsificò l’identitĂ  delle persone in fuga da nazisti e che, a settanta anni di distanza, si schermisce e, un po’ alla Gino Bartali (che nascose il ruolo di Giusto) giustifica il comportamento con parole che si scolpiscono nei cuori:”Non merito, ma dovere”.

Taggato con: