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Set 30


CAMERA , il Centro Italiano per la Fotografia che si è inaugurato oggi e la cui superficie espositiva è di circa 1000 mq, presenterà ogni anno tre mostre prin¬cipali e una serie di rassegne complementari, alternando esperienze italiane e internazionali. CAMERA organizzerà e accoglierà esposizioni antologiche di artisti affermati, collettive tematiche, così come progetti che investigheranno le più recenti ricerche dei giovani fotografi. Ampio spazio sarà dato anche all’approfondimento della fotografia di anonimi, familiare e d’archivio.
La mostra con cui si apre il nuovo Museo è una grande retrospettiva dedicata a Boris Mikhailov, tra i più importanti artisti viventi cresciuti nella ex Unione Sovietica. È una delle maggiori rassegne dedicate al suo lavoro mai realizzate in Italia, oltre 300 fotografie suddivise in nove serie. Si vai suoi primi lavori, negli ultimi anni sessanta, fino alle ultime ricerche fatte nel 2013 durante la rivoluzione dell’Euromaidan. Oggetto del percorso espositivo è proprio la sua terra d’origine, l’Ucraina raccontato con scelte formali e linguaggi di volta in volta differenti: dal ritaglio delle immagini fotografiche all’applicazione di uno strato di pittura sulla loro superficie, dall’accostamento di immagini e testi alla messa in scena, fino al più crudo stile documentario.
“Boris Mikhailov: Ukraine si sviluppa secondo due assi fondamentali – spiega il curatore, Francesco Zanot -. Innanzitutto la ricognizione sulla carriera di Mikhailov. Alla fine degli anni Sessanta lui abbandona il suo lavoro di ingegnere per dedicarsi alla fotografia, usandola come mezzo di espressione. Allo stesso tempo l’esposizione approfondisce un soggetto specifico, il suo paese, l’Ucrainaâ€.
Terminata questa mostra (l’ultimo giorno di esposizione sarà il10 gennaio 2016) seguirà Italia 1968–78 una rassegna dedicata a uno dei più complessi e de¬licati momenti della storia italiana. L’esposizione. che sarà suddivisa in 6 sezioni e aprirà il 21 gennaio (fino all’8 maggio 2016), verrà affidata ad altrettanti curatori pro-venienti da differenti discipline e ambiti di riferimento. L’esposizione esplorerà il decennio degli anni di piombo sottolineando il ruolo della fotografia come strumento di approfondimento storico e sociale: dalle immagini dei fotogiornalisti a quelle dei testimoni oculari, dai giornali ufficiali alle produzioni private dei militanti, dai memorabilia alle opere degli artisti.
La terza grande mostra (maggio – settembre 2016), a cura di Davide Quadrio, sarà invece incentrata sulla produzione fotografica e video di Ai Weiwei, indagando non soltanto la sua poetica artistica dagli esordi fino ai giorni nostri, ma anche il suo ruolo nel dibattito culturale e politico cinese e internazionale. Inoltre, nell’ambito delle mostre complementari sarà presentato per la prima volta l’ultimo lavoro di Lise Sar¬fati interamente realizzato in California e dedicato a una peculiare analisi del rapporto tra la figura umana, isolata nello spazio, e il contesto urbano. La mostra intitolata Oh Man, sarà a cura di Francesco Zanot (21 gennaio – 13 marzo 2016).

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Set 28


Preparatevi ad immergervi in un’ondata di colore. Dal 2 ottobre in mostra alla GAM di Torino, quaranta capolavori di Monet evocheranno lo splendore dei paesaggi impressionisti e dei leggiadri ritratti delle donne di fine Ottocento.
Luce e colore sono i veri protagonisti di questa eccezionale rassegna monografica dedicata al grande Maestro, a cui si deve il nome di quella corrente artistica, l’Impressionismo, così amata in tutto il mondo.
Nella galleria fotografica le immagini dell’apertura delle casse contenenti i quadri e i controlli sulle cornici e sulle opere che saranno esposti.

Tutte le informazioni sul sito www.mostramonet.it

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Set 16


Dalle 16 di questo pomeriggio la galleria che collega via Pietro Micca a via Santa Teresa è dedicata a Enzo Tortora, il popolare conduttore televisivo vittima di un clamoroso errore giudiziario, scomparso, non ancora sessantenne, nel 1988. Al presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino è toccato tracciare la biografia e ricordare il travaglio giudiziario, la carcerazione, la militanza nelle file radicali che lo porteranno all’elezione al Parlamento europeo e infine la riabilitazione dopo il riconoscimento dell’innocenza e dell’estraneità con il mondo della criminalità e le tante battaglie combattute per una giustizia autentica.

Al termine di un incontro solenne tra quanti hanno condiviso scampoli di vita con lui e ne hanno sottolineato i tratti di grande umanità – dai primordi della professione giornalistica al giornale radio Rai insieme a Piero Angela a Gigi Marsico, qui a Torino, agli amici radicali Valter Vecelio e Igor Boni, dal garante piemontese dei detenuti Bruno Mellano al presidente del Centro Pannunzio Pier Franco Quaglieni e all’avvocato Anna Chiusano – il sindaco Piero Fassino ha svolto una riflessione sulla necessità da parte dei cittadini di fidarsi della giustizia e sul controllo sacrosanto della veridicità di fatti raccontati dai cosiddetti pentiti. Ha spiegato come il caso Tortora ricordi il tema della responsabilità degli atti dei magistrati, chiamati a rispondere degli sbagli come qualsiasi altro cittadino, ha evocato il problema della carcerazione preventiva, che da straordinaria diventò ordinaria e infine il dramma che si consuma in seguito agli errori. Com’è il caso dell’innocente, in Sicilia, rinchiuso dietro le sbarre per ben undici anni, prima di essere scagionato e di cui le cronache trattano in questi giorni.

Il 17 giugno 1983 Enzo Tortora finì in prigione con l’accusa infamante di associazione per delinquere di stampo camorristico e traffico di droga, all’interno di una operazione che portò in carcere oltre 850 presunti affiliati alla Nuova Camorra Organizzata sulla base di dichiarazioni di pentiti. Scontò oltre 7 mesi di carcere e di arresti domiciliari, malgrado fosse completamente estraneo ai fatti. Candidato alle elezioni nel 1984 dal Partito Radicale, su una proposta del leader Marco Pannella, partito di cui divenne anche presidente, fu eletto deputato al Parlamento europeo con oltre 450mila preferenze. Condannato in prima istanza il 17 settembre 1985 a dieci anni di reclusione, si dimise dal Parlamento di Strasburgo per affrontare il processo d’appello nel quale – il 15 settembre 1986 – fu riconosciuto innocente ed estraneo alle accuse, come ribadì la sentenza definitiva della Corte di Cassazione il 13 giugno 1987.

Dal caso Tortora e dal suo impegno di vittima e di testimone nacque la battaglia per la giustizia giusta con il ricorso a una campagna referendaria che ha compreso la richiesta della responsabilità civile dei giudici. Profondamente minato nel fisico il 18 maggio 1988, dopo il calvario giudiziario che ne aveva scalfito l’onorabilità, venne stroncato da un tumore. La decisione della Commissione Toponomastica del Comune di Torino va a riconoscere la popolarità e il riscatto di un cittadino ingiustamente accusato.

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