preload
Ott 19


Questa mattina è stato intitolato un nuovo giardino per ricordare Gino Bartali “Campione del ciclismo e Giusto tra le Nazioni”. Il Giardino si trova in piazza Cavalcanti, poco distante dal monumento dell’eterno rivale e amico Fausto Coppi.
All’intitolazione, decisa dalla commissione Toponomastica della CittĂ , il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci ne ha ricordato la carriera da professionista, il dualismo con Coppi e l’impegno profuso negli anni della Seconda guerra mondiale a favore degli ebrei. Un numero interminabile di giorni passati a portare, con la bicicletta, documenti falsi da Assisi a Firenze per aiutare gli ebrei ad avere una nuova identitĂ  e poter espatriare. AttivitĂ  che nel maggio del 2005 gli è valsa la medaglia d’oro al valor civile e che viene ricordata nella targa del giardino che recita “Gino Bartali – Campione del ciclismo e Giusto tra le Nazioni”.Presente all’intitolazione anche Giacomo Bertagni, nipote di Bartali, che ha sollecitato i giovani a non dimenticarne il nonno quale esempio di sport, di vita che merita di essere ancora raccontato ai bambini nelle scuole.

Taggato con:
Set 16


Dalle 16 di questo pomeriggio la galleria che collega via Pietro Micca a via Santa Teresa è dedicata a Enzo Tortora, il popolare conduttore televisivo vittima di un clamoroso errore giudiziario, scomparso, non ancora sessantenne, nel 1988. Al presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino è toccato tracciare la biografia e ricordare il travaglio giudiziario, la carcerazione, la militanza nelle file radicali che lo porteranno all’elezione al Parlamento europeo e infine la riabilitazione dopo il riconoscimento dell’innocenza e dell’estraneità con il mondo della criminalità e le tante battaglie combattute per una giustizia autentica.

Al termine di un incontro solenne tra quanti hanno condiviso scampoli di vita con lui e ne hanno sottolineato i tratti di grande umanitĂ  – dai primordi della professione giornalistica al giornale radio Rai insieme a Piero Angela a Gigi Marsico, qui a Torino, agli amici radicali Valter Vecelio e Igor Boni, dal garante piemontese dei detenuti Bruno Mellano al presidente del Centro Pannunzio Pier Franco Quaglieni e all’avvocato Anna Chiusano – il sindaco Piero Fassino ha svolto una riflessione sulla necessitĂ  da parte dei cittadini di fidarsi della giustizia e sul controllo sacrosanto della veridicitĂ  di fatti raccontati dai cosiddetti pentiti. Ha spiegato come il caso Tortora ricordi il tema della responsabilitĂ  degli atti dei magistrati, chiamati a rispondere degli sbagli come qualsiasi altro cittadino, ha evocato il problema della carcerazione preventiva, che da straordinaria diventò ordinaria e infine il dramma che si consuma in seguito agli errori. Com’è il caso dell’innocente, in Sicilia, rinchiuso dietro le sbarre per ben undici anni, prima di essere scagionato e di cui le cronache trattano in questi giorni.

Il 17 giugno 1983 Enzo Tortora finì in prigione con l’accusa infamante di associazione per delinquere di stampo camorristico e traffico di droga, all’interno di una operazione che portò in carcere oltre 850 presunti affiliati alla Nuova Camorra Organizzata sulla base di dichiarazioni di pentiti. Scontò oltre 7 mesi di carcere e di arresti domiciliari, malgrado fosse completamente estraneo ai fatti. Candidato alle elezioni nel 1984 dal Partito Radicale, su una proposta del leader Marco Pannella, partito di cui divenne anche presidente, fu eletto deputato al Parlamento europeo con oltre 450mila preferenze. Condannato in prima istanza il 17 settembre 1985 a dieci anni di reclusione, si dimise dal Parlamento di Strasburgo per affrontare il processo d’appello nel quale – il 15 settembre 1986 – fu riconosciuto innocente ed estraneo alle accuse, come ribadì la sentenza definitiva della Corte di Cassazione il 13 giugno 1987.

Dal caso Tortora e dal suo impegno di vittima e di testimone nacque la battaglia per la giustizia giusta con il ricorso a una campagna referendaria che ha compreso la richiesta della responsabilità civile dei giudici. Profondamente minato nel fisico il 18 maggio 1988, dopo il calvario giudiziario che ne aveva scalfito l’onorabilità, venne stroncato da un tumore. La decisione della Commissione Toponomastica del Comune di Torino va a riconoscere la popolarità e il riscatto di un cittadino ingiustamente accusato.

Taggato con:
Apr 22


Un tratto pedonale di corso Carlo Luigi Farini, compreso tra via Niccolò Tommaseo e lungo Dora Siena, adiacente al Campus Luigi Einaudi è stato intitolato questa mattina a Ottavio Mario Mai, regista sceneggiatore, attore, scrittore e poeta italiano. La dicitura sulla targa recita: “ Viale Ottavio Mario Mai regista e attivista per i diritti degli omosessuali”. Erano presenti e sono intervenuti il presidente del Consiglio, Giovanni Porcino, Luca Cassiani, Emanuele Durante, Gianni Minerba e il sindaco Piero Fassino. Il primo cittadino ha ricordato come l’intitolazione a Ottavio Mario Mai sia un atto dovuto, di giusto riconoscimento per una persona che si è battuta per il diritto a vivere il proprio orientamento omosessuale senza vergogna. “ Torino – ha detto Fassino – è una città che ha il merito di essere all’avanguardia per quanto riguarda il rispetto dei diritti delle persone. Qui è nato il Festival del Cinema LGBT ed oggi a trent’anni dalla sua nascita è diventato un evento culturale a livello internazionale. Il viale Ottavio Mario Mai è un atto giusto per riconoscere un ruolo fondamentale per affermare il diritto di uguaglianza e assume un grande valore il fatto che sia di fianco all’Università dove passeranno molti studenti che potranno ricordare quello che ha fatto Ottavio nelle sue battaglie. Questa inaugurazione arriva a pochi giorni dal 25 aprile ovvero il giorno dei festeggiamenti della liberazione, di uomini liberi, per questo motivo assume un valore simbolico importante”.
Nel 1977 Ottavio Mario Mai con il suo compagno Gianni Minerba ha militato del F.U.O.R.I. ( fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), associazione attiva negli anni settanta dedita alla lotta per i diritti degli omosessuali e nel Partito Radicale.
Nel 1985 Mai e Minerba collaborano con la Rai 3 Piemonte girando alcuni filmati riguardanti l’omosessualità, un tema scottante per l’epoca ma anche un evento importante rispetto agli standard del servizio radiotelevisivo pubblico.
L’anno successivo , insieme a Minerba, l’idea di fondare il primo festival internazionale cinematografico con tematiche omosessuali: “ Da Sodoma a Hollywood”. Manifestazione che quest’anno compie trent’anni e che ha cambiato la sua denominazione in “ TGLFF Torino Gay & Lesbian Film Festival”, ormai considerata la massima rassegna di film a tema omosessuale in Europa e fra le più importanti nel mondo.

Taggato con: