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Apr 22


Un tratto pedonale di corso Carlo Luigi Farini, compreso tra via Niccolò Tommaseo e lungo Dora Siena, adiacente al Campus Luigi Einaudi è stato intitolato questa mattina a Ottavio Mario Mai, regista sceneggiatore, attore, scrittore e poeta italiano. La dicitura sulla targa recita: “ Viale Ottavio Mario Mai regista e attivista per i diritti degli omosessuali”. Erano presenti e sono intervenuti il presidente del Consiglio, Giovanni Porcino, Luca Cassiani, Emanuele Durante, Gianni Minerba e il sindaco Piero Fassino. Il primo cittadino ha ricordato come l’intitolazione a Ottavio Mario Mai sia un atto dovuto, di giusto riconoscimento per una persona che si è battuta per il diritto a vivere il proprio orientamento omosessuale senza vergogna. “ Torino – ha detto Fassino – è una città che ha il merito di essere all’avanguardia per quanto riguarda il rispetto dei diritti delle persone. Qui è nato il Festival del Cinema LGBT ed oggi a trent’anni dalla sua nascita è diventato un evento culturale a livello internazionale. Il viale Ottavio Mario Mai è un atto giusto per riconoscere un ruolo fondamentale per affermare il diritto di uguaglianza e assume un grande valore il fatto che sia di fianco all’Università dove passeranno molti studenti che potranno ricordare quello che ha fatto Ottavio nelle sue battaglie. Questa inaugurazione arriva a pochi giorni dal 25 aprile ovvero il giorno dei festeggiamenti della liberazione, di uomini liberi, per questo motivo assume un valore simbolico importante”.
Nel 1977 Ottavio Mario Mai con il suo compagno Gianni Minerba ha militato del F.U.O.R.I. ( fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), associazione attiva negli anni settanta dedita alla lotta per i diritti degli omosessuali e nel Partito Radicale.
Nel 1985 Mai e Minerba collaborano con la Rai 3 Piemonte girando alcuni filmati riguardanti l’omosessualità, un tema scottante per l’epoca ma anche un evento importante rispetto agli standard del servizio radiotelevisivo pubblico.
L’anno successivo , insieme a Minerba, l’idea di fondare il primo festival internazionale cinematografico con tematiche omosessuali: “ Da Sodoma a Hollywood”. Manifestazione che quest’anno compie trent’anni e che ha cambiato la sua denominazione in “ TGLFF Torino Gay & Lesbian Film Festival”, ormai considerata la massima rassegna di film a tema omosessuale in Europa e fra le più importanti nel mondo.

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Gen 25



“Dare modo ai torinesi di meditare di fronte alle immagini realizzate nel 1945 dall’adolescente Thomas Geve, appena liberato da Buchenwald, con l’animo di raccontare la tremenda realtà del Lager, è un’encomiabile iniziativa del Museo della Resistenza e della Deportazione, in occasione del Giorno della Memoria. Le cinquanta illustrazioni raccolte nella mostra ‘Qui non ci sono bambini’, copie della collezione dei 79 preziosi originali conservati nel Museo Yad Vashem di Gerusalemme, rappresentano un vivido ricordo della Shoah, la testimonianza di una spaventosa tragedia del Novecento e un monito affinché quelle atrocità non si ripetano mai più” – scrivono il Sindaco Piero Fassino e l’assessore alla Cultura, Maurizio Braccialarghe – in una nota a margine della conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella struttura museale di corso Valdocco, 4.

“Thomas Geve, nel giugno 1943, poco più che tredicenne, fu internato insieme alla madre ad Auschiwitz, poi trasferito a Gross-Rosen e infine a Buchenwald; subito dopo la Liberazione, per fermarne il ricordo, disegnò sul retro dei formulari delle SS con pastelli e acquerelli colorati, l’esperienza nel campo di concentramento. Soffermarsi davanti a queste ‘cartoline’ dai tratti miniaturizzati suscita in ciascuno di noi il ricordo della deportazione e dello sterminio di milioni di persone. La macchina dello sterminio messa in funzione dai nazisti coinvolse tutta l’Europa. Le leggi razziali fasciste dall’autunno del 1938, estromisero dalla vita del nostro Paese cittadini che fino a quel momento erano compagni di scuola, colleghi di lavoro, stimati professionisti, amici e uomini pubblici. Migliaia di cittadini italiani ebrei a cui prima si tolse la dignità e poi la vita stessa. Per questo la memoria della Shoah riguarda tutti”.

Come riconoscimento dell’alto valore civile dell’iniziativa, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito alla mostra una propria medaglia di rappresentanza: “Ringraziamo di cuore Thomas Geve per avere accettato l’invito a lasciare per qualche giorno Israele, dove oggi vive. I lettori hanno già apprezzato, grazie alla pubblicazione lo scorso anno da Einaudi, la sua testimonianza”.

Nella nostra città Thomas Geve incontrerà ragazzi, terrà conferenze e assisterà oggi alle 18 al cinema Nazionale all’anteprima italiana del documentario-intervista di Wilhelm Roesing, Nicht’s als das Leben (‘Nient’altro che la vita’). Alla proiezione sarà presente il Vicesindaco, Tom Dealessandri: “Lo sguardo su quel tempo è uno strumento di lettura essenziale della nostra condizione presente. Perché l’orrore di allora non accada mai più”, concludono Fassino e Braccialarghe”.

Informazioni:
Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
telefono: 011 4420780
mail: info@museodiffusotorino.it
prezzo: intero € 5,00; ridotto € 3,00

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Nov 30


Va a braccio, il Sindaco Fassino, parlando con i ragazzi che quest’anno presteranno nella nostra città il ‘Servizio civile giovani immigrati’, progetto innovativo nato 5 anni fa in analogia con il Servizio civile nazionale, ma rivolto a giovani immigrati di seconda generazione.
Nella sala Congregazioni, dove si è tenuto l’incontro ufficiale voluto espressamente da lui per conoscerli personalmente, e augurare loro ‘ buon lavoro’, c’erano Mosaab, Jacob, Romina, Zineb, Landu, Gloria e gli altri che hanno ascoltato, posto domande, si sono fatti fotografare e hanno a loro volta fotografato e intervistato i presenti.
Fassino ha parlato del bisogno per una comunità “di imparare ad essere fraterna”, soprattutto se la comunità in questione è la Città di Torino, dove abitano e vivono circa 50mila romeni, 25mila persone originarie del Magreb, 6mila provenienti dall’Albania e 6mila dalla Cina – solo per citare le comunità numericamente più significative. E rivolgendosi ai suoi giovani interlocutori di tutte le razze, ha detto: “è un’esperienza unica in Italia, è un progetto originale, che rappresenta una frontiera nuova. Siete giovani torinesi, ed è giusto che siate parte di un’azione di impegno civile e solidale”.
Alle domande dei ragazzi (solo tre, ma molto eloquenti) sul futuro, sul lavoro e sui diritti come quello di voto, Fassino ha risposto che ‘i giovani sono il grande tema, e non solo torinese. In tempi in cui per la prima volta nella storia i giovani hanno meno certezze dei loro padri, è nostra responsabilità dare loro certezze, costruire un futuro cui possano guardare con fiducia”. E ha citato tre azioni che a Torino (dove la disoccupazione giovanile tocca il 30%) si sta cercando di attuare: offrire opportunità formative; creare le condizioni per fare di questa Città un grande hub, e ‘continuare a lavorare perché continui ad essere la Città più dinamica d’Italia, una città dove succedono cose’, perché, come insegnava Vittorio Foa, “una società statica è destinata a morire”.
In chiusura il sindaco ha ricordato : “Il fatto che chi nasce qui da genitori stranieri non abbia il diritto alla cittadinanza significa che la legge è vecchia e va cambiata, perché non tiene conto dell’attualità del fenomeno migratorio. Credo che il nuovo governo sia più disponibile ad affrontare la questione, affinché tutti i giovani nati qui possano avere le stesse opportunità”.

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