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Gen 18


Giovedì 18 gennaio 2018 sono state posate 8 nuove Pietre d’inciampo (Stolpersteine).
Le installazioni dell’artista tedesco Gunter Demnig sul territorio cittadino, realizzate per ricordare le vittime della deportazione nazista e fascista, arrivano così a 93.

Il progetto è il primo monumento europeo realizzato dal basso per ricordare le singole vittime della deportazione nazista e fascista. Un monumento che marca il territorio con un unico segno universale, diventando parte integrante dell’arredo urbano. L’artista produce piccole targhe di ottone poste su cubetti della dimensione dei porfidi delle pavimentazioni stradali, che sono poi incastonati nel selciato davanti all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima. Ogni targa riporta la dicitura “Qui abitava…”: il nome della vittima, la data e il luogo di nascita e quello della morte o della scomparsa. Ogni pietra rappresenta un eccezionale marcatore del territorio con una doppia valenza di conservazione e restituzione alla collettività della memoria storica. Ogni posa è un rito che l’artista compie inginocchiandosi e lucidando la pietra prima di installarla

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Mag 07


E’ stato celebrato oggi l’anniversario della liberazione del campo di concentramento di Mauthausen, liberazione avvenuta il 5 maggio 1945 quando le truppe americane liberavano i prigionieri del campo di sterminio.

Si sono svolte diverse celebrazioni per ricordare la ricorrenza. Al Cimitero Monumentale si è reso omaggio ai Caduti al Campo della Gloria.
In Sala Rossa a Palazzo Civico cerimonia con interventi di autorità e partecipazione commossa di studenti. A Mafalda, Marcello e Cecilia, allievi della terza B della Media Meucci, è toccato il compito di leggere le pagine più toccanti di ‘Codice Sirio’(Ramolfo editrice, Carrù, 2003). Si tratta delle testimonianze dirette del lager di Ferruccio Maruffi, classe1924, che conobbe la crudeltà di quel campo austriaco dal marzo ’44, quando vi fu imprigionato, fino al giorno della liberazione da parte delle truppe americane. Maruffi presiede in Piemonte la sezione dell’Aned, l’associazione degli ex deportati e non passa giorno che non si spenda per sottolineare l’importanza del ricordo, perché quello che ha vissuto sessantotto anni fa non avvenga ‘mai più’.
A proposito della dimenticanza e dell’oblio, “la peggiore nemica della tragedia dell’Olocausto”, Silvio Magliano, vicepresidente del Consiglio comunale, ha citato Simon Wiesenthal, il cacciatore di nazisti che assicurò alla giustizia, fino alla scomparsa nel 2005, tanti responsabili del genocidio. Ecco spiegata l’importanza di manifestazioni come quella di oggi, che mantengono vivo il ricordo degli orrori dei campi di sterminio, alimentano gli anticorpi contro i germi della violenza, contro la rimozione e il revisionismo.
A Mauthausen vennero deportati in 200mila. Uomini, donne, anziani e bambini di differenti nazionalità: oppositori politici, persone perseguitate per motivi religiosi, omosessuali, ebrei, zingari, prigionieri di guerra e anche detenuti comuni. La metà di essi fu uccisa, o morì a causa delle inumane condizioni di vita e di lavoro. Su quella collina dell’Oberdonau, sopra la piccola cittadina di Mauthausen, in Alta Austria, i deportati conobbero il martirio della prigionia, l’orrore dei forni crematori, la morte con il lavoro, nelle camere a gas e negli altri molteplici modi violenti.
“Auschwitz, Birkenau, Bergen-Belsen, Dachau, Ravensbrück insieme a Mathausen, sono alcuni dei diversi luoghi che evocano nella memoria collettiva il dolore universale per le generazioni intere del Novecento spazzate via dalla follia del nazismo – ha spiegato il sindaco Piero Fassino, pronunciando un discorso accorato. – Trasmettere conoscenza di quei fatti è non solo il doveroso omaggio a milioni di esseri umani – donne, uomini, bambini, anziani deboli e indifesi – vittime innocenti dell’agghiacciante volontà nazista di annientare il popolo ebraico, ma impegno per impedire che l’umanità possa tornare a conoscere quell’orrore aberrante”.
“Quel che è avvenuto non deve accadere mai più. La conoscenza aiuta a essere pronti a estirpare i primi segni dell’ antisemitismo, del razzismo, dell’intolleranza e della xenofobia. E’ necessario un impegno quotidiano, costante e continuo a fermarne la mano”- ha concluso il sindaco.

Nel pomeriggio alla stazione Porta Nuova, Marta Levi in rappresentanza della Città insieme a Roberto Placido e Ferruccio Maruffi hanno posto una corona sotto la targa che ricorda la partenza dei deportati politici per i campi di sterminio nazisti.

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Gen 25



“Dare modo ai torinesi di meditare di fronte alle immagini realizzate nel 1945 dall’adolescente Thomas Geve, appena liberato da Buchenwald, con l’animo di raccontare la tremenda realtà del Lager, è un’encomiabile iniziativa del Museo della Resistenza e della Deportazione, in occasione del Giorno della Memoria. Le cinquanta illustrazioni raccolte nella mostra ‘Qui non ci sono bambini’, copie della collezione dei 79 preziosi originali conservati nel Museo Yad Vashem di Gerusalemme, rappresentano un vivido ricordo della Shoah, la testimonianza di una spaventosa tragedia del Novecento e un monito affinché quelle atrocità non si ripetano mai più” – scrivono il Sindaco Piero Fassino e l’assessore alla Cultura, Maurizio Braccialarghe – in una nota a margine della conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella struttura museale di corso Valdocco, 4.

“Thomas Geve, nel giugno 1943, poco più che tredicenne, fu internato insieme alla madre ad Auschiwitz, poi trasferito a Gross-Rosen e infine a Buchenwald; subito dopo la Liberazione, per fermarne il ricordo, disegnò sul retro dei formulari delle SS con pastelli e acquerelli colorati, l’esperienza nel campo di concentramento. Soffermarsi davanti a queste ‘cartoline’ dai tratti miniaturizzati suscita in ciascuno di noi il ricordo della deportazione e dello sterminio di milioni di persone. La macchina dello sterminio messa in funzione dai nazisti coinvolse tutta l’Europa. Le leggi razziali fasciste dall’autunno del 1938, estromisero dalla vita del nostro Paese cittadini che fino a quel momento erano compagni di scuola, colleghi di lavoro, stimati professionisti, amici e uomini pubblici. Migliaia di cittadini italiani ebrei a cui prima si tolse la dignità e poi la vita stessa. Per questo la memoria della Shoah riguarda tutti”.

Come riconoscimento dell’alto valore civile dell’iniziativa, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito alla mostra una propria medaglia di rappresentanza: “Ringraziamo di cuore Thomas Geve per avere accettato l’invito a lasciare per qualche giorno Israele, dove oggi vive. I lettori hanno già apprezzato, grazie alla pubblicazione lo scorso anno da Einaudi, la sua testimonianza”.

Nella nostra città Thomas Geve incontrerà ragazzi, terrà conferenze e assisterà oggi alle 18 al cinema Nazionale all’anteprima italiana del documentario-intervista di Wilhelm Roesing, Nicht’s als das Leben (‘Nient’altro che la vita’). Alla proiezione sarà presente il Vicesindaco, Tom Dealessandri: “Lo sguardo su quel tempo è uno strumento di lettura essenziale della nostra condizione presente. Perché l’orrore di allora non accada mai più”, concludono Fassino e Braccialarghe”.

Informazioni:
Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
telefono: 011 4420780
mail: info@museodiffusotorino.it
prezzo: intero € 5,00; ridotto € 3,00

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