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Feb 13


La Città ha reso omaggio, questa mattina, alle 64 vittime dell’incendio del cinema Statuto, nel trentesimo anniversario della tragedia.
Lo ha fatto con la deposizione di corone al cimitero Monumentale e al cimitero Parco e con la commemorazione in Sala Rossa, a Palazzo civico.

Il presidente del Consiglio comunale, introducendo la cerimonia, ha sottolineato “come oltre alle legislazioni nazionali che devono essere sempre più intransigenti ed attente su tali tematiche, sia necessario sviluppare insieme una coscienza collettiva, una reale cultura della sicurezza e della prevenzione, che accompagni sempre la vita quotidiana ed i gesti di ciascuno di noi”.

Quindi è stata la volta delle testimonianze di chi, a vario titolo, ha vissuto la tragedia.
A partire da Diego Novelli, sindaco all’epoca della sciagura. Ha ricordato quella serata tra corpi esanimi, parenti in preda all’angoscia per la sorte dei loro congiunti, soccorritori alle prese con un bilancio sempre più drammatico, che avrebbe acquisito la sua dimensione definitiva con la scoperta della strage avvenuta nei locali adibiti a servizi, in galleria. Il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, accorse subito a Torino – ha rammentato Novelli, – e seppe esprimere allora il cordoglio di tutti gli italiani per quei 64 morti innocenti.

Cosimo Pulito, ex comandante dei Vigili del Fuoco di Torino, all’epoca funzionario del Corpo, è intervenuto rievocando come il fatto di non essere riusciti a salvare nessuno, pur con un rapido e massiccio intervento, resti un ricordo pesante per i soccorritori. A partire dalla tragedia di via Cibrario, la normativa di sicurezza per i locali pubblici e nei luoghi di lavoro si è evoluta: ma pensando anche a tragedie come quella della Thyssenkrupp, ha concluso Pulito, va sottolineato come la sicurezza sia connessa al rispetto del lavoro, se quest’ultimo perde la sua dignità allora anche la scurezza non esiste più.

Il procuratore Giancarlo Caselli ha ricordato quella relativa all’incendio dello “Statuto” come una delle più difficili da lui condotte, svoltasi in gran parte proprio in quegli stessi locali devastati, tra imputati, testimoni, periti e simulazioni dell’incendio a fini giudiziari. Ne emersero, ha sottolineato, gravi violazioni delle norme relative ai materiali, alle uscite di sicurezza e alle vie di fuga interne, oltre all’inadeguatezza dei controlli effettuati. Caselli ha poi ricordato come, dopo 8 anni e tre gradi di giudizio, il processo si sia concluso, nel 1991, con la prescrizione dei reati: a questo proposito, il procuratore ha stigmatizzato come la frequenza delle prescrizioni sia uno scandalo, un’anomalia rispetto agli altri Paesi occidentali. Caselli ha quindi sostenuto come sia necessario riformare la prescrizione, che solo nel nostro ordinamento non viene mai interrotta, neppure dopo i primi gradi di giudizio. Una riforma a costo zero, ha affermato, che sarebbe un modo per onorare anche la memoria delle vittime dello “Statuto”.

Sergio Cabodi, presidente del Comitato costituito dai familiari delle vittime, ha ricordato altre tragedie, da quella del traghetto Moby Prince alla più recente strage in una discoteca brasiliana. Cabodi ha quindi voluto rinnovare, a distanza di tanti anni, il ringraziamento rivolto ai soccorritori, a giudici e avvocati, giornalisti e istituzioni, a partire da Città di Torino, Regione Piemonte e IV Circoscrizione

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del sindaco che ha sottolineato come la vicenda dello Statuto abbia rappresentato uno spartiacque nel nostro Paese che fino ad allora non aveva una cultura della sicurezza dei locali pubblici. “Il cinema Statuto, ha detto il primo cittadino, è stato il simbolo di assenza di cultura, dell’irresponsabilità con cui una società aveva trascurato norme e controlli per dare sicurezza ai cittadini”.
“Il ricordo, ha aggiunto, è quindi doveroso perché la nostra comunità non torni a conoscere orrori come quelli di allora. La sicurezza resta una priorità non subordinabile ad alcuna ragione. E’ necessaria un’attenzione quotidiana e costante, consapevoli del fatto che non c’è futuro senza memoria”.
Alle 18, al santuario della Consolata, è prevista una messa in ricordo delle vittime. Alle 20.30, al cinema Massimo, in via Verdi 18, proiezione del documentario “Sale per la capra” e presentazione del libro Statuto – La memoria perduta.

[fonte: Comunicati stampa Città di Torino]

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Gen 24


Nella Sala Rossa di Palazzo Civico, si è tenuta la commemorazione del senatore a vita Giovanni Agnelli, a dieci anni dalla sua scomparsa. Ha preso parte alla cerimonia anche il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.

Saluto del Presidente della Repubblica giorgio Napolitano (formato pdf)
Discorso del Sindaco di Torino Piero Fassino (formato pdf)

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Lug 10


La Sala Rossa ha reso omaggio alla presenza del sindaco, di assessori e diversi consiglieri al senatore a vita Sergio Pininfarina, scomparso martedì scorso, a 85 anni. Il presidente del Consiglio Comunale, Giovanni Maria Ferraris, ne ha ricordato il profilo, di fronte alla vedova, signora Giorgia, ai figli Paolo e Lorenza, agli altri familiari e ai dirigenti dell’azienda. Ferraris ha parlato degli inizi quando, dopo la laurea in ingegneria meccanica conseguita nel 1950 al Politecnico di Torino e le specializzazioni in Inghilterra e negli Stati Uniti, trasformò la “Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina”, fondata nel 1930 nella rinomata azienda che oggi tutti riconoscono essere simbolo mondiale dell’innovazione: “Sergio Pininfarina è stato davvero un fuoriclasse – ha sottolineato – tanto da meritare il sopranome di re del design italiano. Questo suo autentico dono lo ha portato lontano, trasformando la sua firma, oggi leggendaria, in un simbolo distintivo di stile, di classe e di ricercatezza nel mondo”. “Un imprenditore che tanto ha dato alla sua terra – ha aggiunto Ferraris – basti pensare alla costruzione nel 1958 a Grugliasco dello stabilimento che ha accolto, oltre ad un Centro Studi e Ricerche, la prima galleria del vento in Italia, all’insediamento industriale di San Giorgio Canavese e all’acquisizione dello stabilimento di Bairo Canavese nel 1987, nonché all’inaugurazione nel 2002 del nuovo Centro di Engineering di Cambiano”. Poi ha preso la parola Vincenzo Ilotte, vicepresidente dell’Unione Industriale, che ha tracciato un profilo dell’amico Sergio “esempio e modello di passione, coraggio e di capacità organizzativa per gli imprenditori torinesi. Era un uomo sensibile e attento alle persone, mai spigoloso. Ambasciatore di Torino nel mondo, a capo della Pininfarina, un’azienda, tra le prime a dimostrarsi veramente globale”. Il figlio Paolo ha spiegato come la cerimonia di oggi sia un attestato di stima “che dà forza in questo ennesimo passaggio luttuoso”. E ha parlato di un padre affabile, che ha trasmesso alla famiglia valori forti e determinati di convinto europeista, dotato di passione civile – tratteggiati anche nell’atto di nomina a senatore a vita da parte del Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi- : “Mio nonno ha inventato l’azienda, ma mio padre – ha detto – l’ha costruita giorno per giorno, con creatività” annunciando la ferma intenzione di proseguire sulle orme paterne “continuando a sviluppare il nostro lavoro e quello delle persone rimaste in azienda nei campi dello stile e dell’ingegneria”. Il sindaco Piero Fassino ha ricordato come l”ingegner Sergio Pininfarina sia stato un protagonista indiscusso della storia mondiale dell’automobile e della storia di Torino: “Un uomo che con la sua creatività, universalmente riconosciuta, ha fatto del design industriale uno dei timbri forti del made in Italy. Un rappresentante dei grandi carrozzieri dell’industria moderna, un maestro di stile, un grande creatore che come Bertone, ha saputo promuovere quello straordinario incontro tra prodotto ed estetica i cui segni tutti riconoscono nelle tantissime auto firmate Pininfarina”. Fassino ha sottolineato i tratti gentili dell’uomo, il suo sorriso amicale, il suo impegno a cercare sempre la mediazione a favore di soluzioni solidali e costruttive: “E’ stato un uomo garbato che ha saputo sempre unire alla forte vocazione imprenditoriale un sincero spirito civico e un alto senso delle istituzioni. Con lui è scomparso un genio creativo, un capitano d’industria consapevole del ruolo sociale e politico. Un uomo che ricordiamo con commozione e gratitudine”.

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