preload
Dic 05


Nella magia del Natale tutto è possibile, anche la comparsa, nelle piazze di Torino, di sculture di ghiaccio. Monumenti storici, pupazzi, alberi, simboli della città e un presepe glaciale faranno la loro apparizione per tutto il mese di dicembre all’interno del programma natalizio promosso dalla Città di Torino.
Gli scultori del ghiaccio in piazza Castello hanno presentato LO SCUDO, stemma della Città di Torino e incipit della loro produzione.
Gli artisti realizzeranno una serie di opere (uniche) negli angoli più attraenti della città. Prenderà vita un sorprendente “Sentiero delle Statue di Ghiaccio”, seguendo il quale, si scoprirà una città immaginaria fatta di luce e solida trasparenza. Il 12 dicembre si inaugurerà, in piazza Emanuele Filiberto, sopra le storiche ghiacciaie romane, uno dei simboli più celebri della città: la Mole Antonelliana riprodotta con led luminosi tricolori. Il 19 dicembre in piazza della Consolata sarà scolpito il classico Presepe di Natale. Ai cinque personaggi della Natività si aggiungerà, il 24 dicembre, la ‘statua’ del bambino.
L’ultimo intervento è previsto giovedì 27 dicembre in piazza Carlo Alberto.
Gli artisti di Harbin, città della Cina nordorientale gemellata con Torino, creeranno due muri di ghiaccio – alti circa 2,5 metri – che si trasformeranno, il 29 e 30 dicembre, in due Babbo Natale sui quali sarà inciso il nome di Torino, come sigillo finale posto a chiusura del ‘sentiero’.
Il Sentiero delle Statue di Ghiaccio è realizzato dalla Città di Torino in collaborazione con la torinese ditta Cubetto.

La collezione di Luci d’Artista 2012-13 si arricchisce di un’installazione. Nel cortile di Palazzo Reale è stata infatti inaugurata l’opera BWINDI LIGHT MASKS, progetto artistico di Richi Ferrero.
L’installazione, presentata in anteprima a Francoforte nell’ambito di Luminale 2010 e nel giugno 2011 al Jerusalem Festival of Light – in un allestimento particolarmente evocativo all’interno della caverna di Zedekiah -, dopo essere stata allestita nel centro di Eindhoven, dal 10 al 17 novembre 2012, per la settima edizione del Glow Forum of light & Architecture 2012 (Festival di arte e luce) torna a Torino in occasione della XV^ edizione di Luci d’Artista.
Quaranta maschere identiche, provenienti dal Bwindi National Park, nel cuore più remoto dell’Africa nera, sono collocate come piccoli monoliti nello spazio buio della fabbrica abbandonata, simili ad antichi reperti in terracotta in un cantiere archeologico.
Il rito prende vita quando la luce artificiale muta i cromatismi delle maschere dando vita ad una danza ferma, sostenuta dai suoni bi-vocali dei Tuva (Asia centrale), che a sua volta esegue un dipinto d’ombre. Una ritualità nuova prende forma attraverso archetipi antropologici universali: la maschera africana da sempre tramite tra l’uomo e il soprannaturale, i canti armonici tipici della tradizione sciamanica dei Tuva e la luce. L’aspetto più interessante di questo rito senza tempo sta proprio nel legame tra luce e suono, spesso presente nelle culture antiche nelle quali il senso della performance religiosa è dato dal farsi sostanza del suono, che richiama la luce divina per stabilire un contatto tra questa e l’uomo.

Come ogni sera inoltre i pompieri hanno aperto la finestra del calendario dell’Avvento creando un piccolo spettacolo per il pubblico di grandi e piccini presenti in piazza.

Taggato con:
Nov 07


È dal 1998 che, nei mesi più freddi dell’anno, Torino è riscaldata dalle Luci d’Artista. Da allora circa trenta artisti, ispirati dalla materia non materia – la luce appunto – hanno creato opere d’arte pubblica open space, trasformando e illuminando le vie, i portici e le piazze della città.
Il 2012 non fa eccezione: la nuova edizione, la numero quindici, inaugura il 3 novembre e rimane accesa fino al 13 gennaio. All’inaugurazione, sabato 3 novembre dalle 17,30, partecipa il collettivo di interaction designer ToDO con lo spettacolo di mapping video Artificial Dummies, in collaborazione con Club To Club e accompagnato dalla sonorizzazione di Brindisi Paradiso.
Il riallestimento delle diciannove luci prevede collocazioni diverse nel centro di Torino e, come sempre, la presenza di due nuove installazioni: Ancora una volta e Luci in bici dei giovani Valerio Berruti e Martino Gamper.

www.contemporarytorinopiemonte.it

Taggato con:
Nov 01


Ritorna la prima esperienza italiana che coniuga arte e paesaggio urbano attraverso l’impiego della luce. 19 opere di artisti italiani e internazionali trasformano la città in un museo a cielo aperto inaugurando la stagione dell’arte contemporanea.
L’inverno torinese si anima così di una speciale atmosfera che conduce in un viaggio emozionale rivolto sia ai cittadini sia ai turisti, attraverso una serie di “set” d’eccezione.
L’evento, riconosciuto in Italia e all’estero come il simbolo di una Torino in costante fermento artistico, ha dimostrato nel tempo di avere la capacità e le potenzialità per avvicinare la gente comune all’arte contemporanea, promuovendo il dialogo fra questi due soggetti.

L’edizione 2011-2012 si arricchisce del presepe di Emanuele Luzzati che ritorna nella sua completezza – con 90 sagome dipinte su legno e ispirate alla tradizione – in piazza Castello e che darà il via il 27 novembre, ai festeggiamenti del periodo natalizio.

In questa quattordicesima edizione, inoltre, grazie a un prestito proveniente dalla Fetes des Lumières della città di Lione, potremo ammirare in via Buozzi e via Amendola, Flamingo, di Pitaya Design: evocazioni luminose di uccelli stilizzati – a basso consumo energetico – che ricordano la semplicità formale degli origami. Maurizio Agostinetto è l’autore dell’altra opera ospite a Luci d’artista, E adesso usciremo a rivedere le stelle. Si tratta di una luce mobile che attraversa la città e 9 paesi europei e che rappresenta l’idea di rinascita. Lunghissime, curveiformi e bianche le scale che si proiettano dal tetto di un caravan verso il cielo. Questo camper è il simbolo itinerante del progetto europeo Caravan. Artists on the road e sarà installata in piazza San Carlo dall’8 dicembre.

Alle opere ospiti si affiancano le installazioni di Daniel Buren – il cui Tappeto volante è allestito nell’antica piazza delle Erbe – di Vasco Are, Enrica Borghi, Francesco Casorati, Richi Ferrero, Marco Gastini, Carmelo Giammello, Rebecca Horn, Joseph Kosuth, Qingyun Ma, Luigi Mainolfi, Mario Merz, Luigi Nervo, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Tobias Rehberger, Luigi Stoisa e Gilberto Zorio.

Sulla centralissima via Roma incontriamo Palomar di Giulio Paolini, l’opera concepita come un antico atlante astronomico e in via Garibaldi le surreali Palle di neve di Enrica Borghi; seguendo un filo rosso in flexneon retto da sagome geometrizzanti di uccelli arriviamo al Volo su… di Francesco Casorati, che illumina via Po.

Bwindi Light Masks, le quaranta maschere provenienti dall’area di confine tra Congo e Uganda, opera di Richi Ferrero sono installate nel cortile d’Onore del Palazzo dell’Università in via Po, mentre Neongraphy, la grande insegna al neon con immagini di ideogrammi di Qingyun Ma, impreziosisce nuovamente il portone d’ingresso della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

Adiacente al Teatro Regio, in Piazzetta Mollino, è riallestito il colorato Vento Solare di Luigi Nervo e nella pedonale via Lagrange si legge la storia Luì e l’arte di andare nel bosco di Luigi Mainolfi; in piazza Carignano incontriamo il grande orologio luminoso che scandisce le ore in formato binario My noon, l’opera di Tobias Rehbergher.

I Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn, cerchi di luce capaci di donare un aspetto surreale e onirico, dominano la città dal Monte dei Cappuccini; Il volo dei numeri di Mario Merz, la luminosa sequenza numerica di Fibonacci, in cui ogni numero è la somma dei due precedenti (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 8- 9…) si allunga sulla cupola della Mole Antonelliana.

Michelangelo Pistoletto a Porta Palazzo, sull’Antica Tettoia dell’Orologio, nel cuore di uno dei mercati all’aperto più grandi d’Europa, usa neon colorati per scrivere Amare le differenze in 39 lingue diverse.
Marco Gastini ha “ dipinto” il soffitto della Galleria Subalpina con i segni luminosi dell’opera L’energia che unisce si espande nel blu; all’entrata Sud della città, nel laghetto di Italia ’61, è situata Luce Fontana Ruota di Gilberto Zorio, una stella rotante che evoca un mulino; ai Murazzi prende luce Doppio Passaggio (Torino) di Joseph Kosuth. Passeggiando in via Pietro Micca ci troviamo sotto il Planetario di Carmelo Giammello mentre in via Carlo Alberto – verso corso Vittorio – incontriamo Noi, di Luigi Stoisa.

Le immagini dell’inaugurazione con la performance di Andrea Loreni e Le Baccanti
La mappa di Luci d’Artista 2011 (formato PDF – 2,72 MB)

Taggato con: