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Ott 24


Il sindaco Piero Fassino è intervenuto all’inaugurazione dell’archigrafia dedicata ad Antonio Gramsci e installata sulla facciata dell’ex Albergo di Virtù di piazza Carlo Emanuele II nr. 15, in fase di ristrutturazione.

Si tratta di un pannello lungo quaranta metri e alto dieci su cui spicca il volto dell’illustre pensatore affiancato da alcune delle sue frasi più celebri. L’archigrafia, oltre a essere testimonianza della memoria di Antonio Gramsci che abitò in questo edificio dal 1914 al 1922, è un’opera innovativa e di grande interesse comunicativo.

Il Sindaco, dopo aver ricordato che in questo palazzo – dove oltre a Gramsci ha abitato Angelo Tasca – si è sviluppato nella prima parte del Novecento un ruolo politico importante per la storia italiana, ha sottolineato come questo progetto sia indicativo della capacità di Torino di non smarrire il senso della sua memoria: “L’iniziativa, resa possibile della Fondazione Gramsci e dalla proprietà dell’ex Albergo di Virtù, sono una testimonianza dell’apprezzamento al valore dell’uomo politico e assolvono al compito di sottolineare come le sue riflessioni siano attualissime oggi e vengano studiate dai politologi di tutto il mondo. I suoi scritti sono infatti, da tempo, tra i più tradottiâ€.
“Torino – ha proseguito Piero Fassino – ha investito molto nella ricostruzione della sua storia e, le manifestazioni legate ai centocinquanta anni dell’Unità d’Italia, sono servite per trasmettere la memoria del percorso del nostro Paeseâ€.

Il prospetto dell’edificio è stato così trasformato in un’ esposizione culturale e, come ha spiegato Sergio Scamuzzi, direttore della Fondazione Gramsci, “l’archigrafia è solo l’inizio di un percorso di ricerca e di progettazione che continuerà, d’accordo con la proprietà, anche a cantiere finitoâ€.

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Ott 24


Si può essere italiani “con il trattino”, in tanti modi diversi.
Ciò vale anche per i Giovani musulmani in Italia, una rete nata nel 2001 con un crescente seguito tra i giovani immigrati o nati in Italia e di fede musulmana.
A Torino sono 150 e hanno promosso la Festa dei giovani musulmani, un programma di iniziative che sottolinea il loro sentirsi italiani. “I giovani di oggi sono plurali – ha sottolineato l’assessore Ilda Curti nel corso della presentazione al Circolo dei Lettori – e rappresentano la normalità come dovrebbe essere. Una ragazza mi ha scritto che spesso le chiedono se si sente più italiana o più musulmana. In risposta, dice che è come se le chiedessero se vuole più bene al papà o alla mamma”.

Le iniziative si aprono con un confronto in via di definizione tra i tre sindaci della trasformazione di Torino dalla città della Fiat alla “Gran Torino”: Valentino Castellani, Sergio Chiamparino e Piero Fassino, previsto per giovedì 27 alla Gam. Poi il programma prosegue con una particolare attenzione alla “situazione della donna musulmana in Europa e a Torino”, che comprende un pomeriggio di confronto e di documentazione (31 ottobre aula magna Atc di corso Dante) e una serie di attività sportive. Il 30 e il 31 ottobre alcune moschee saranno aperte anche ai non musulmani per offrire un’occasione d’incontro e condividere un dolce tipico.

Il programma completo dell’iniziativa è nel sito ufficiale della Festa all’indirizzo www.fgmto

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Ott 21



L’America, dalla fine degli Sessanta al 2006, vista attraverso gli occhi, l’intelligenza,
lo humour e l’umanità di Robert Altman: questo tenta di raccontare la mostra Robert Altman. America America, un percorso che, attraverso 100 foto dai suoi film e dai suoi set e i manifesti dei suoi film, porta in primo piano i temi, i sentimenti, i paesaggi e soprattutto i volti che proverbialmente Altman mescolava, confondeva, sovrapponeva per restituire la casualità, quasi sempre crudele, raramente confortante, della nostra vita e del nostro mondo.

La mostra parte dai volti, più o meno famosi, e dalle coppie, più o meno male assortite,
che popolano i suoi film: dall’amarezza di McCabe e Mrs. Miller (Warren Beatty
e Julie Christie in I compari) e dalla spudorata provocazione di Hawkeye e Trapper
(Donald Sutherland ed Elliott Gould in MASH) fino agli scherzi sboccati dei cowboy
canterini Dusty e Lefty (Woody Harrelson e John C. Reilly in Radio America), dalla
svampita Millie (Shelley Duvall in Tre donne) e dal nevrotico “killer sentimentaleâ€
Tom Frank (Keith Carradine in Nashville) fino al cinico executive hollywoodiano
Griffin Mill (Tim Robbins in I protagonisti) e alla tenera, scontrosa Emma (Liv Tyler
in La fortuna di Cookie), tutti raffigurano pezzetti di un’America disorientata.
Poi, i riti, le classi, la confusione pop, l’esibizionismo, l’ingenuità, le musiche e
l’incessante rumore di fondo che hanno trasformato la vita americana in un grande
Circo: la guerra come circo, e la politica, i riti sociali, i matrimoni, le sale da gioco, le
elezioni, lo spettacolo naturalmente.

Poi, le star, i divi che sono sempre accorsi a lavorare insieme a lui, con due piccole sezioni specifiche dedicate a due vere e proprie icone del suo cinema: Elliott Gould e Shelley Duvall. Gli attori lo adoravano perché lui adorava gli attori, li considerava artisti e creatori del film non meno del regista. Noti e meno noti, hanno materializzato insieme a lui la solitudine, la tenerezza, la stupidità, la vigliaccheria o il coraggio di un’umanità infinita.

La mostra, a cura di Emanuela Martini, ̬ organizzata in occasione della retrospettiva completa dedicata al regista dal 29esimo Torino Film Festival (25 novembre Р3 dicembre).
È prevista la pubblicazione di un volume di saggi e testimonianze edito da Il Castoro.

Maggiori informazioni: Museo Nazionale del Cinema

[fonte: TorinoCultura]

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