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Mar 14


“Il futuro dell’umanità e la nostra stessa vita quotidiana sono sempre più legati alla capacità di utilizzare le enormi potenzialità delle conoscenze acquisite e delle moderne tecnologie. Apparteniamo a quella parte del mondo che ha il costo del lavoro più alto, ma che possiede anche un più ampio bagaglio di conoscenze, di ricerca e di innovazione. Possiamo quindi competere sempre di più investendo su prodotti ad alto valore aggiunto, con un maggiore contenuto tecnologico. Torino è in questo senso avvantaggiata: abbiamo una forte tradizione industriale e una competitività sostenuta dalle conoscenze tecnologiche. Qui c’è la parte intelligente della produzione. Si produce ideazione, ricerca, sperimentazione e la robotica è un’eccellenza mondiale del nostro territorio”.

Lo ha detto il Sindaco di Torino, Piero Fassino, ricevendo oggi a Palazzo Civico gli studenti dell’Itis Avogadro vincitori della sfida tra team di scuole europee ed americane “Zero Robotics-Spheres”. Al centro della competizione vi era la programmazione di un robot installato stabilmente nella stazione spaziale orbitante per la “cattura” di elio3 dagli asteroidi. I giovani torinesi sono stati, insieme ai compagni di gara di altre due scuole berlinesi, i più veloci ed efficienti e si sono meritati il primo posto a pari punteggio con gli sfidanti americani. L’iniziativa è promossa dal Mit di Boston e da quest’anno ha coinvolto gli istituti europei con il coordinamento del Politecnico di Torino.

“Crediamo così tanto a questa idea di sviluppo ad alto contenuto scientifico – ha aggiunto il Sindaco – che abbiamo promosso il progetto Torino Smart City per la realizzazione di una cittĂ  sostenibile, grazie all’apporto delle moderne tecnologie, coinvolgendo 400 aziende con progetti finalizzati al risparmio energetico, alla mobilitĂ  sostenibile, al miglioramento ambientale, all’innalzamento dei servizi per il cittadino”.
(mm)

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Mar 14


“La prima volta che sono venuto a Torino ho pensato immediatamente che fosse una cittĂ  cinematografica– ha detto questa mattina Ferzan Ozpetek il regista del film “Magnifica Presenza” presentato questa mattina alla stampa -. Sono passati gli anni e, com’è ormai noto, lo è diventata veramente! Io la amo molto. Trovo bellissimo poter uscire e camminare senza ombrello quando piove-. Mi attrae moltissimo anche il vostro grande gusto estetico”. Il film che uscirĂ  nei cinema italiani fra due giorni e in quattrocento copie, verrĂ  proiettato in anteprima a Torino domani sera alle 20,30 al Reposi per i lettori di TorinoSette (tutto esaurito in sala). Nel film, che scorre veloce per tutta la prima parte, si scopre un’atmosfere da ghost story. Un Elio Germano in gran forma veste i panni di Pietro, fornaio sforna-cornetti di notte e aspirante attore di giorno, che lascia la Sicilia per trasferirsi a Roma in cerca di fortuna (e provini). Affitta, per pura coincidenza, un grande appartamento nel quartiere di Monteverde, pagandolo meno del previsto ma scoprendo, pian piano che la pellicola scorre, di doverlo condividere con un compagnia di attori-fantasmi-ballerini (Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Cem Yilmaz), rimasti incastrati in quelle stanze a causa di un antico trauma (era il 1943 e a Roma era epoca di rastrellamenti). Gay dal cuor leggero, il garibaldino Pietro affronta ogni fallimento come un’occasione, ogni delusione come un’opportunitĂ . Meravigliosi i primi piani alle sue rughe sulla fronte, a quegli occhi e sopracciglia dall’incredibile potenza espressiva. “Magnifica Presenza” però nasconde nelle sue immagini un retrogusto decisamente amaro. Prima si concentra sull’instabilitĂ  dei desideri di un “diverso” nel contesto sociale della popolata “cittĂ  eterna”. Poi trasforma i suoi coinquilini-fantasmi da maghi del palcoscenico in personificazioni della memoria collettiva, ricordo di noti orrori bellici (“finzione” è la loro parola d’ordine, “realtà” la contro-parola d’ordine…). Piacevoli e ben studiate le spigolature quasi-horror della prima parte quando l’appartamento si popola pian piano di presenze e i siparietti comici che coinvolgono Pietro e i suoi compagni di lavoro al forno. Meno comprensibile invece la surreale discesa nel covo delle trans-sarte, capeggiate da una diabolica Platinette. Azzeccato invece il personaggio di Ennio (Gianluca Gori), il poetico e malinconico travestito, fil rouge tra Pietro e Livia Morosini (Anna Proclemer) l’attrice che ha tradito la compagnia fantasma. Proclemer a cui il regista regala dei primi e primissimi piani nel dialogo rivelatore con Pietro, ma della quale rivela di aver dovuto tagliare – per la lunghezza – una scena di altissimo livello in cui recita in russo Puskin (gli appassionati potranno trovarla nel dvd) esprime, all’alba dei suoi 88 anni, un’intensitĂ  ancora strepitosa. In tutto il film sono evidenti i riferimenti a Pirandello. “Certo! Anche il finale l’ho scritto e girato pensando a come lo avrebbe visto lui”, ha detto Ozpetek. Della trama ha invece spiegato: “Lo spunto arriva da un episodio reale: un mio amico circa 18 anni fa mi raccontava che mentre stava guardando la televisione aveva girato lo sguardo dal vide poichĂ© aveva visto una donna vestita in modo strano accanto a lui. Io l’ho preso in giro – ha continuato il regista -, ma poichĂ© continuava a vedere strane presenze in casa sua, una ragazza bellissima, una donna che si sdraiava a letto accanto e così via, dopo esserci documentati abbiamo saputo da alcune signore anziane che in quella casa, durante la seconda guerra mondiale, avevano vissuto una ragazza madre con sua figlia e si erano gettate dalla finestra durante un bombardamento. Inevitabile a quel punto iniziare a pensare. Ho quindi messo i tutti gli elementi insieme e proposto al produttore Domenico Procacci la sceneggiatura”. Il lungometraggio è prodotto da Fandango e Faros Film, con Rai Cinema e il contributo di Intesa San Paolo. (lc)

[Fonte: TorinoClick ]

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