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Gen 29


Palazzo Madama presenta dal 30 gennaio al 19 aprile 2015 un percorso dedicato alla storia della tazza, attingendo dalle ricche collezioni di arte decorati va conservate in museo. L’esposizione si riallaccia al tema della porcellana torinese al centro di Fascino e splendore della porcellana di Torino, mostra curata da Andreina d’Agliano e Cristina Maritano che apre in contemporanea alla Fondazione Accorsi-Ometto e che presenta ben 90 opere provenienti dalle collezioni di Palazzo Madama . Le due esposizioni offrono nel complesso un vero e proprio percorso cittadino dedicato al tema della porcellana.
Filo conduttore dell’esposizione è la tazzina : da tè, da caffè e da cioccolata. Oggetto legato indissolubilmente all’introduzione in Europa delle bevande calde provenienti dall’Oriente e dal Nuovo Mondo e al materiale esotico e prezioso per eccellenza, la porcellana.

A Palazzo Madama una sequenza di tazze, a partire dai blancs-de-chine, ovvero le porcellane bianche cinesi prodotte a Dehua, mostra l’evoluzione delle forme e la varietà dei decori nel le tazzine prodotte dalle manifatture europee nel Settecento: dai motivi di origine cinese e giapponese, a quelli tratti dai libri di storia naturale, ai paesaggi derivati da incisioni olandesi e tedesche, fino alle scene mitologiche e della letteratura cavalleresca. Contestualmente la mostra è un’occasione per raccontare, per casi esemplari, la storia della porcellana, delle sue particolarità produttive, della qualità della pasta e dei colori.
Il valore socialmente rappresentativo della porcellana emerge anche grazie all’esposizione di alcuni servizi araldici, conservatisi integri per il loro valore altamente simbolico legato al passato illustre della casata oppure smembrati e dispersi sul mercato antiquario.
Una vetrina è dedicata alla principale manifattura di porcellana operante in Piemonte nel Settecento, la Real fabbrica delle porcellane di Vinovo, fondata nel 1776 grazie all’intraprendenza di un torinese, Giovanni Vittorio Brodel, e di un ceramista di Strasburgo, Pierre-Antoine Hannong, e poi rilevata nel 1780 dal medico e chimico torinese, Vittorio Amedeo Gioanetti. Alla produzione di questa fabbrica è dedicato un più ampio spazio nelle sale della mostra alla Fondazione Accorsi-Ometto.

Maggiori informazioni sui siti di Palazzo Madama e Fondazione Accorsi-Ometto