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Ott 25



Sabato 23 ottobre, una giornata festa per l’arte alla Gam con le inaugurazioni delle nuove mostre:
I capolavori di Osvaldo Licini nell’Exhibition area, al primo piano; Martha Rosler. As If al Gam Underground Project, al seminterrato;  Sul vero: Vittorio Avondo e la campagna romana nella Wunderkammer.

Da segnalare Be Square! Gam, quando l’arte veste lo staff. In occasione dell’inaugurazione delle nuove mostre autunnali infatti il personale del Museo ha indossato una divisa progettata e realizzata dall’artista veneto Antonio Riello con la collaborazione di Gianluca Marziani. Gli abiti sono stati disegnati dall’artista tenendo conto delle esigenze ergonomiche e pratiche di chi lavora alla Gam e per celebrare l’identità collettiva utilizzando una stoffa tracciata appositamente dall’ideatore. A caratterizzare la livrea di volta in volta – Be Square! infatti è un progetto itinerante – è l’invenzione di uno specifico Tartan, il classico pattern scozzese sinonimo di una precisa appartenenza, che con la sua elegante squadratura da sempre evoca una certa idea, quasi ipnotica, di “tranquillo benessere domestico”.
Per il “TartanTorino” l’artista ha utilizzato i colori delle due squadre di calcio della città – il rosso granata, il bianco ed il nero – e i colori dello stemma della città – l’azzurro e il giallo oro – e una piccolissima quantità di verde – rimando al tricolore – per ricordare indirettamente il ruolo di Torino nel processo di unità nazionale ma anche rimando alla numerosa comunità islamica che costituisce una importante componente etnica dell’identità torinese contemporanea. Su questo concetto l’artista ha eseguito due versioni, in materiali diversi: uno per il tessuto utilizzato per gli abiti e l’altro per la realizzazione della “sciarpacatalogo”. Quest’ultima, idea alternativa al libro della mostra, è una sorta di “pezzo dell’esposizione” da portare a casa, un vero e proprio “wearable catalogue” destinato al pubblico, che celebra ironicamente il feticismo latente dei visitatori dei musei.

Nell’area Exhibition, al primo piano della Gam, la retrospettiva dedicata a Osvaldo Licini.
Nato nel 1894 l’artista è stato un rappresentante di spicco dell’arte astratta nel nostro Paese.
In rassegna si possono ammirare i capolavori degli esordi, a partire dagli anni Dieci e fino al 1958, lo stesso della morte in cui alla XXIX Biennale di Venezia ottenne il riconoscimento internazionale.

In mostra vi sono un centinaio di pitture. Alcune sono segnate dai contatti con l’ambiente parigino, altre dall’avvicinamento all’Astrattismo internazionale e poi le contaminazioni della variante fantastica finale, alternativa agli sviluppi dell’arte informale. Non è la prima volta che la pinacoteca dedica un’antologica a Licini: era avvenuto nel 1968 quando la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino assegnò alla ‘consacrazione’ dell’artista un ruolo non indifferente. La Gam aveva già peraltro nel 1957 acquistato due opere (che sono visibili ora): La sera (grande), 1950 e L’inverno, 1951.

Nel seminterrato, nella Gam Underground Project, la mostra AS IF (come se), formula che Martha Rosler ha sempre usato per descrivere il suo metodo di lavoro che è quello tipico dello schizzo, dello studio, senza nessuna pretesa di “professionismo dell’arte” e di compiutezza delle opere.
Procedere “come se” significa usare tutti i media possibili, anche quelli in cui l’artista non può raggiungere alcuna perfezione formale perché semplicemente strumentali alla presentazione dalla ricerca condotta. C’è anche dell’ironia in questa espressione che a lungo è stata usata in America come sostitutivo di un altro comune modo di dire: You wish! (Ti piacerebbe!)
Al pubblico dell’arte che spesso di fronte alle opere contemporanee dice: questo potrei farlo anch’io!
Martha Rosler ha sempre risposto: Please do it! (per favore fallo!) perché è al pubblico che spetta la responsabilità di prendere coscienza e fare proprie le tematiche che il lavoro dell’artista fa emergere.
L’esposizione raccoglierà le più importanti opere dell’artista dal 1965 ad oggi, dagli storici collage delle serie Body Beautiful e Bringing the War Home, alle più recenti opere installative, offrendo inoltre un’ampia panoramica delle serie fotografiche dedicate agli aeroporti, alle strade cittadine e alle metropolitane.
Opere molto note che hanno fatto la storia dell’arte internazionale degli ultimi quaranta anni saranno presentate accanto a video, testi, e ricerche meno conosciuti, nel tentativo di restituire la complessità e la profondità di un pensiero critico esercitato nell’arco di un ormai lungo impegno artistico.

Tornando al primo piano della Galleria d’Arte Civica e Moderna nella Wunderkammer, la camera delle meraviglie, ci si può soffermare sulle opere del torinese Vittorio Avondo.
Sul vero: Vittorio Avondo e la Campagna Romana, celebra il centenario della morte dell’artista (Torino, 1836 – Torino, 1910). Grande collezionista e conoscitore dell’arte medievale e moderna, oltre che pittore paesaggista
Avondo ebbe un ruolo fondamentale nella storia culturale del Piemonte contribuendo, insieme a Alfredo d’Andrade, allo studio e alla tutela del patrimonio artistico del territorio. Importante la sua figura anche per la GAM, egli fu infatti Direttore del Museo Civico di Torino per un lungo periodo, dal 1890 al 1910, e contribuì in modo significativo alla definizione della raccolta d’arte moderna accogliendo ad esempio la donazione delle opere di Antonio Fontanesi.

[fonte: TorinoClickTorinoCultura]

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Feb 24


Sori Yanagi, Butterfly, 2006

Tutta la memoria del mondo
La relazione tra arte contemporanea e cultura del passato trova spazio dal 25 febbraio alla Gam nella mostra, a cura di Elena Volpato, Tutta la memoria del mondo. Si tratta di una collettiva, all’interno del ciclo Underground project, che propone in esposizione artisti, italiani e stranieri, che indagano, attraverso il proprio lavoro, i meccanismi di costruzione del racconto storico, le sue implicazioni, gli strumenti della registrazione e dell’archiviazione degli eventi. “Gli artisti in mostra – ha raccontato la curatrice – si interrogano sulla funzione della storia nelle loro opere. Le immagini, gli sguardi e le rappresentazioni sono fondamentali nella costruzione di una verità, sono all’origine del pensiero storico – ha continuato la Volpato – che è diverso ma altrettanto importante di quello scientifico”. Sette i nomi coinvolti: James Beckett, Rossella Biscotti, Patrizio Di Massimo, Haris Epaminonda, Simon Fujiwara, Dani Gal, Sean Snyder.

Keep your seat – Stai al tuo posto
Keep your seat – Stai al tuo posto, mostra curata da Danilo Eccher e Maria Cristina Didiero. La rassegna ha l’obiettivo di indagare il rapporto fra arte contemporanea e design, accostando opere o installazioni a oggetti, in questo caso sedie. Ai lavori degli artisti presenti in mostra tra cui Christoph Buchel, Marisa Merz, Tony Oursler, Doris Salcedo, Simon Starling, Adolf Vallazza, vedovamazzei e Chen Zhen, sono accostati 26 lavori di designer internazionali provenienti dalla collezione del Vitra Design Museum e da quella privata del direttore Alexander von Vegesack.

La mostra regala con leggerezza ed eleganza un nuovo dialogo fra arte e design fatto di costanti rimandi dalle emozioni storiche alle sorprese contemporanee, dalla magia delle esperienza storiche e d’avanguardia, alla sorpresa della molteplicità di linguaggi con cui si può leggere l’attualità.

La Wunderkammer ospita i disegni di Enrico Gamba

La Wunderkammer della Gam, infine, ospita il nucleo di disegni preparatori eseguiti da Enrico Gamba per la realizzazione del dipinto I funerali di Tiziano del 1855, opera che gli conferì grande fama a soli ventiquattro anni.

Approfondimento sulle 3 mostre su TorinoClick e nel sito della GAM.

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