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Set 04


L’undicesima edizione del festival MITO SettembreMusica si è aperta lunedì 4 settembre a Torino al Teatro Regio, ore 21) con il concerto della Gustav Mahler Jugendorchester, considerata la più prestigiosa orchestra giovanile del mondo.
Sul podio Ingo Metzmacher, interprete di riferimento del repertorio del XX e XXI secolo che, nella sua carriera internazionale ha sempre promosso programmi innovativi e talvolta provocatori ma sempre di grande successo.

Il programma del concerto inaugurale di MITO SettembreMusica 2017, intitolato Quattro paesaggi, è stato, come da tradizione, appositamente creato per l’occasione e introduce al tema del festival scelto dal direttore artistico Nicola Campogrande, proponendo quattro differenti modalità musicali di relazionarsi alla “Natura”. In apertura, la prima esecuzione in Italia di This Midnight Hour di Anna Clyne – compositrice inglese trentasettenne, “in residence” alla Chicago Symphony Orchestra dal 2010 al 2015, vincitrice di numerosi premi e nominata ai Grammy Award – affascinata dal registro basso dei legni e ispirata da versi poetici di Juan Ramón Jiménez e da Charles Baudelaire, cui seguirà il celebre Concerto per pianoforte di Gershwin (1925) affidato a uno dei suoi più acclamati interpreti di oggi, il pianista francese Jean-Yves Thibaudet in cui i ritmi e le luci di Broadway, la vitalità del jazz e della musical, lasciano emergere nel poetico Adagio centrale una irripetibile e languida malinconia serale.
La seconda parte prevede invece l’ouverture di Dvořák Nel regno della natura op. 91 (1891) che invita l’ascoltatore alla meraviglia per la vastità e profondità del mondo paesaggistico slavo, quindi la Suite n. 2 da Daphnis et Chloé di Ravel, in cui il compositore francese evoca con straordinaria fantasia timbrica e colori orchestrali lussureggianti l’alba di una Grecia immaginaria che sfocia in un sontuoso baccanale conclusivo.

Considerato il gradimento dello scorso anno, tornano nel festival 2017 le brevissime introduzioni all’ascolto dei concerti, con l’obiettivo di offrire
un’esperienza musicale inedita, curiosa, capace di coinvolgere il pubblico offrendo il piacere di una comprensione più profonda.

I 140 appuntamenti di MITO SettembreMusica proseguiranno sino al 21 settembre, delineando un festival che unisce nel segno della musica le due più grandi città dell’Italia settentrionale, riconfermando il desiderio delle amministrazioni di considerare lo sviluppo della cultura musicale un’imprescindibile forma d’impegno a favore del bene comune.

Il Festival, con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, è presieduto da Anna Gastel e realizzato da I Pomeriggi Musicali di Milano e Fondazione per la Cultura di Torino grazie all’impegno economico delle due Città, e al prezioso contributo del partner Intesa Sanpaolo, che ha creduto al progetto sin dalla prima edizione, con il sostegno di Compagnia di SanPaolo,e degli sponsor Pirelli e Fondazione Fiera di Milano.

Il programma completo sul sito di MITO SettembreMusica

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Ott 25



Sabato 23 ottobre, una giornata festa per l’arte alla Gam con le inaugurazioni delle nuove mostre:
I capolavori di Osvaldo Licini nell’Exhibition area, al primo piano; Martha Rosler. As If al Gam Underground Project, al seminterrato;  Sul vero: Vittorio Avondo e la campagna romana nella Wunderkammer.

Da segnalare Be Square! Gam, quando l’arte veste lo staff. In occasione dell’inaugurazione delle nuove mostre autunnali infatti il personale del Museo ha indossato una divisa progettata e realizzata dall’artista veneto Antonio Riello con la collaborazione di Gianluca Marziani. Gli abiti sono stati disegnati dall’artista tenendo conto delle esigenze ergonomiche e pratiche di chi lavora alla Gam e per celebrare l’identità collettiva utilizzando una stoffa tracciata appositamente dall’ideatore. A caratterizzare la livrea di volta in volta – Be Square! infatti è un progetto itinerante – è l’invenzione di uno specifico Tartan, il classico pattern scozzese sinonimo di una precisa appartenenza, che con la sua elegante squadratura da sempre evoca una certa idea, quasi ipnotica, di “tranquillo benessere domestico”.
Per il “TartanTorino” l’artista ha utilizzato i colori delle due squadre di calcio della città – il rosso granata, il bianco ed il nero – e i colori dello stemma della città – l’azzurro e il giallo oro – e una piccolissima quantità di verde – rimando al tricolore – per ricordare indirettamente il ruolo di Torino nel processo di unità nazionale ma anche rimando alla numerosa comunità islamica che costituisce una importante componente etnica dell’identità torinese contemporanea. Su questo concetto l’artista ha eseguito due versioni, in materiali diversi: uno per il tessuto utilizzato per gli abiti e l’altro per la realizzazione della “sciarpacatalogo”. Quest’ultima, idea alternativa al libro della mostra, è una sorta di “pezzo dell’esposizione” da portare a casa, un vero e proprio “wearable catalogue” destinato al pubblico, che celebra ironicamente il feticismo latente dei visitatori dei musei.

Nell’area Exhibition, al primo piano della Gam, la retrospettiva dedicata a Osvaldo Licini.
Nato nel 1894 l’artista è stato un rappresentante di spicco dell’arte astratta nel nostro Paese.
In rassegna si possono ammirare i capolavori degli esordi, a partire dagli anni Dieci e fino al 1958, lo stesso della morte in cui alla XXIX Biennale di Venezia ottenne il riconoscimento internazionale.

In mostra vi sono un centinaio di pitture. Alcune sono segnate dai contatti con l’ambiente parigino, altre dall’avvicinamento all’Astrattismo internazionale e poi le contaminazioni della variante fantastica finale, alternativa agli sviluppi dell’arte informale. Non è la prima volta che la pinacoteca dedica un’antologica a Licini: era avvenuto nel 1968 quando la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino assegnò alla ‘consacrazione’ dell’artista un ruolo non indifferente. La Gam aveva già peraltro nel 1957 acquistato due opere (che sono visibili ora): La sera (grande), 1950 e L’inverno, 1951.

Nel seminterrato, nella Gam Underground Project, la mostra AS IF (come se), formula che Martha Rosler ha sempre usato per descrivere il suo metodo di lavoro che è quello tipico dello schizzo, dello studio, senza nessuna pretesa di “professionismo dell’arte” e di compiutezza delle opere.
Procedere “come se” significa usare tutti i media possibili, anche quelli in cui l’artista non può raggiungere alcuna perfezione formale perché semplicemente strumentali alla presentazione dalla ricerca condotta. C’è anche dell’ironia in questa espressione che a lungo è stata usata in America come sostitutivo di un altro comune modo di dire: You wish! (Ti piacerebbe!)
Al pubblico dell’arte che spesso di fronte alle opere contemporanee dice: questo potrei farlo anch’io!
Martha Rosler ha sempre risposto: Please do it! (per favore fallo!) perché è al pubblico che spetta la responsabilità di prendere coscienza e fare proprie le tematiche che il lavoro dell’artista fa emergere.
L’esposizione raccoglierà le più importanti opere dell’artista dal 1965 ad oggi, dagli storici collage delle serie Body Beautiful e Bringing the War Home, alle più recenti opere installative, offrendo inoltre un’ampia panoramica delle serie fotografiche dedicate agli aeroporti, alle strade cittadine e alle metropolitane.
Opere molto note che hanno fatto la storia dell’arte internazionale degli ultimi quaranta anni saranno presentate accanto a video, testi, e ricerche meno conosciuti, nel tentativo di restituire la complessità e la profondità di un pensiero critico esercitato nell’arco di un ormai lungo impegno artistico.

Tornando al primo piano della Galleria d’Arte Civica e Moderna nella Wunderkammer, la camera delle meraviglie, ci si può soffermare sulle opere del torinese Vittorio Avondo.
Sul vero: Vittorio Avondo e la Campagna Romana, celebra il centenario della morte dell’artista (Torino, 1836 – Torino, 1910). Grande collezionista e conoscitore dell’arte medievale e moderna, oltre che pittore paesaggista
Avondo ebbe un ruolo fondamentale nella storia culturale del Piemonte contribuendo, insieme a Alfredo d’Andrade, allo studio e alla tutela del patrimonio artistico del territorio. Importante la sua figura anche per la GAM, egli fu infatti Direttore del Museo Civico di Torino per un lungo periodo, dal 1890 al 1910, e contribuì in modo significativo alla definizione della raccolta d’arte moderna accogliendo ad esempio la donazione delle opere di Antonio Fontanesi.

[fonte: TorinoClickTorinoCultura]

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Apr 08



“L’ostensione è essenzialmente un evento spirituale e religioso e non commerciale o turistico”.
Parole dell’Arcivescovo di Torino, il cardinal Severino Poletto, rivolte ai giornalisti presenti nell’aula magna del Seminario Metropolitano nel corso conferenza stampa convocata a 48 ore dall’apertura ufficiale dell’ostensione della Santa Sindone nella cattedrale di Torino, la prima del terzo millennio, all’insegna del motto Passio Christi, passio hominis scelto dall’Arcivescovo per sottolineare come «la passione di Cristo riassuma in sé tutte le sofferenze degli uomini».
Anche per questo è stato forte l’appello rivolto ai pellegrini, quasi un milione e mezzo quelli ad oggi già prenotati. “Il vostro – ha detto il cardinal Poletto rivolgendosi direttamente a loro – è un percorso di fede e di preghiera. Vi invito quindi alla concentrazione e ad evitare, se possibile, di scattare foto o realizzare filmati”.
A sottolineare il valore spirituale dell’ostensione e il clima di raccoglimento in cui si dovrà svolgere la visita, è stato presentato stamani anche il nuovo video di prelettura realizzato per preparare il pellegrino, all’interno del percorso, poco prima del suo ingresso in cattedrale, a contemplare il Telo. «Nel video – ha sottolineato Gian Maria Zaccone, direttore del Museo della Sindone – appositamente realizzato per l’occasione, vengono evidenziati in suggestiva sequenza, della durata di poco più di 3 minuti, i particolari dell’immagine sindonica.
I pellegrini sono così condotti a riconoscere i segni delle percosse sul volto, le lesioni da spine sul capo, le tracce lasciate dal flagello, la ferita al costato, i fori dei chiodi, e permette loro di cogliere con immediatezza, una volta di fronte alla Sindone, la realtà di quell’impronta».
Il filmato è composto da immagini in altissima definizione della Sindone eseguite nel 2008 dalla società Halta definizione di Novara. L’accento sulla collaborazione tra istituzioni è stato posto da Fiorenzo Alfieri.
Un impegno, quello relativo dell’organizzazione della prima ostensione del nuovo Millennio, che – ha sottolineato il presidente del Comitato organizzatore – è stato svolto in piena sintonia tra Chiesa cattolica torinese e amministrazioni pubbliche, dal Comune alla Provincia di Torino, alla Regione Piemonte.
Fiorenzo Alfieri ha ricordato anche che ai visitatori della Sindone, Torino e il Piemonte proporranno numerose iniziative culturali legate all’ostensione, come l’esposizione di pittura antica allestita alla Reggia di Venaria, la mostra Ecce homo del Museo del Cinema, quelle di Palazzo Barolo e di Palazzo Reale.

fonte: TorinoClick

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