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Ott 04


Un tavolo permanente di coordinamento e dialogo tra la Città di Torino e le associazioni cinesi e italo-cinesi per favorire l’inclusione e la crescita sociale e culturale della comunità immigrata. Per crearlo, è stato siglato oggi un protocollo d’intesa con la firma della sindaca di Torino, Chiara Appendino, dell’assessore all’Integrazione Marco Giusta e delle otto associazioni che rappresentano i cittadini e le cittadine di origine cinese che vivono in città. Al tavolo collaborerà la sede torinese dell’Istituto Confucio.

“È la prima volta che in Italia si crea un tavolo permanente di confronto tra le istituzioni e la comunità cinese cittadina, cui dico grazie per aver istituzionalizzato questo percorso di integrazione – ha affermato la sindaca Chiara Appendino -. È motivo di grande orgoglio per l’Amministrazione comunale essere arrivati a questa importante firma. Costruiremo insieme un ponte che faciliterà l’integrazione e il dialogo, da un lato come opera di promozione alla vita pubblica, sul piano economico e sociale, dall’altro permettendo un percorso guidato alle istituzioni, per favorire l’accesso a diritti e doveri per tutti i membri della comunità cinese”.

Il tavolo ha l’obiettivo di favorire l’organizzazione e la promozione di eventi, mostre, concerti, attività artistiche e culturali, incontri di scambio e dialogo per tutta la cittadinanza, valorizzando così la cultura e le tradizioni cinesi; inoltre, accompagnare cittadini e cittadine cinesi in percorsi di cittadinanza attraverso azioni di orientamento, mediazione e sostegno in merito a diritti e doveri, per costruire un buon rapporto con le istituzioni locali e favorire l’accesso ai servizi pubblici, soprattutto in ambito imprenditoriale. Altro obiettivo, promuovere la città di Torino, le sue imprese e il suo sistema di alta formazione nel mondo economico e culturale della diaspora e in Cina.

“Abbiamo iniziato questo cammino organizzando insieme il Capodanno cinese – ha detto l’assessore all’Integrazione Marco Giusta – pensato nell’occasione come festa aperta, per la prima volta, a tutta la cittadinanza. Il tavolo che apriamo oggi è il secondo aperto con le comunità immigrate, il primo, già funzionante, riunisce le comunità islamiche, altri ne seguiranno in ottica panafricana e sudamericana. Questi strumenti permetteranno di costruire una città nuova, con una forte identità costruita sul dialogo e sulla condivisione. Il tavolo che si apre oggi costituisce una apertura verso la comunità cinese locale, ma anche della città verso la Cina: Torino vuole essere una città accogliente anche nei confronti del turismo e dei flussi economici che sono già in parte una realtà viva e in crescita”.

Tra le prime azioni del tavolo, una progettazione unitaria con la Città del Capodanno cinese e strumenti di maggiore accessibilità ai servizi dell’Informagiovani e di Torino Città universitaria per i ragazzi italo-cinesi di nuova generazione e per gli studenti provenienti dalla Cina.

I cinesi a Torino sono 7543, il 5,65% del totale degli immigrati (al 1 gennaio 2017, fonte www.tuttitalia.it). In gran numero gli studenti universitari: 1271 solo al Politecnico (nel 2016, il 33% degli stranieri), 400 all’Accademia (26%). Il 12% degli studenti stranieri all’Università è cinese. Le aziende presenti nella provincia di Torino erano, nel 2010, 1087, in trend di forte crescita (Fonte: Fieri).

Il Consiglio d’Europa, nel 2016, ha inserito Torino al quinto posto (preceduta da Oslo, Zurigo, Copenhagen ed Amburgo) nella graduatoria delle città europee che si sono distinte per la buona capacità d’integrazione tra le diverse culture, unica città italiana presente.

[Fonte: TorinoClick]

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Apr 11


“Questa Amministrazione ha la coraggiosa ambizione di incrementare la raccolta differenziata fino a raggiungere la quota del 65% entro il 2020, che per altro è l’obiettivo indicato dall’Unione europea. Con l’aiuto di Conai redigeremo il Piano Pluriennale di sviluppo della raccolta e valorizzazione dei rifiuti urbani e rafforzeremo la comunicazione al cittadino per far crescere l’attenzione verso l’ambiente urbano: sappiamo che dalla sua salute dipende la nostra salute e che evitare lo spreco di materiali riciclabili è una questione di civiltà”.

È quanto ha affermato oggi la sindaca di Torino, Chiara Appendino, nel firmare il protocollo d’intesa con Conai e Amiat che pone le basi per un cambio di rotta nella gestione dei rifiuti nella nostra città, firma che si è svolta nella cornice storica della Sala delle Congregazioni del Palazzo Civico.

Cambio di rotta sottolineato anche dall’assessora all’Ambiente, Stefania Giannuzzi: “Dopo una rapida ascesa tra le più virtuose amministrazioni comunali d’Europa, forte del suo 42 per cento, Torino ha improvvisamente perso la spina iniziale, circa dieci anni fa. Anche nei quartieri dove il porta a porta era stato inserito da tempo si è prodotto un calo dei conferimenti. Ecco quindi che oggi la nostra città perde posizioni, proprio ora che servirebbe una forte spinta per raggiungere quel 65% richiesto dall’Unione europea entro il 2020, che ci porrebbe al riparo da sanzioni”.

Due sono gli obiettivi principali che il protocollo siglato oggi mira a raggiungere: l’avvio di iniziative di carattere immediato per rafforzare l’attenzione della cittadinanza sulla raccolta differenziata e la redazione di un piano pluriennale per la valorizzazione dei rifiuti urbani, che verrà elaborato dopo una ricognizione della situazione esistente portata a termine da un gruppo di lavoro misto composto da Amiat, Città di Torino e Conai.

Entrambe le iniziative sono finalizzate a dare un nuovo impulso alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, con particolare attenzione ai rifiuti di imballaggio. Si valuterà anche l’opportunità di predisporre una campagna informativa e di sensibilizzazione sulla corretta raccolta differenziata rivolta ai cittadini del Comune di Torino, che sarà cofinanziata da Conai.

“Con la firma di questo accordo, confermiamo una volta di più la nostra attenzione nei confronti dei Comuni, per far crescere non solo la quantità ma anche la qualità dei rifiuti di imballaggio raccolti in modo differenziato, così da poterli successivamente avviare a riciclo” dichiara Roberto De Santis, Presidente di Conai. Un’iniziativa , quella del Consorzio nazionale imballaggi, che ha già avuto buoni successi in altre città, soprattutto là dove la raccolta stenta a decollare come il Sud del Paese.

Secondo Lorenzo Bagnacani, Presidente Amiat spa, società del Gruppo Iren, “la giornata di oggi costituisce un momento importante per la nostra città”. Sottolineando l’opportunità di “affiancare alle azioni di natura industriale, come il continuo miglioramento tecnico e logistico della fase progettuale e di esecuzione dei servizi di raccolta, anche significative attività di comunicazione e di sensibilizzazione rivolte ai cittadini torinesi e ai molti ospiti che quotidianamente vivono la nostra città”.

[Fonte: TorinoClick]

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Ott 27


L’iniziativa Freedhome rivaluta il ruolo sociale del carcere, il suo vero mandato; l’economia carceraria è un investimento in termini di sicurezza, recupero della legalità, “fuori da ogni buonismo, cementando la sicurezza sociale”, sottolinea Luigi Pagano, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria.

Sedici iniziative di produzione e lavoro carcerario sparse in tutta Italia hanno trovato nel negozio di via Milano 2c a Torino la prima vetrina dei loro prodotti. Freedhome è quindi uno spazio che propone accessori, oggetti di design e produzioni enogastronomiche frutto del lavoro di persone private della propria libertà “portando valore, professionalità ed entusiasmo nel sistema penitenziario”, spiegano i produttori. Un negozio che è anche un racconto che illustra la storia di questa avventura e la qualità che si è saputa realizzare, perché “il giusto deve essere buono per dare continuità ed essere efficace”, ha sottolineato Daniele Buttignol di Slow Food, partner dell’iniziativa.

La sindaca Chiara Appendino, accompagnata dall’assessore alle Famiglie e Pari Opportunità Marco Giusta, ha tagliato il nastro tricolore dell’inaugurazione. “Questo risultato nasce dalla capacità del nostro territorio di fare sistema di fronte a progetti dotati di grande valore sociale. Un’iniziativa che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto e che abbiamo condotto a termine perché crediamo che i buoni progetti si devono portare avanti a prescindere dal colore politico”, ha affermato la sindaca. “Un bellissimo progetto, un grande obiettivo comune condiviso e voluto con forza, che offre l’opportunità a tante persone di uscire dal carcere con un’esperienza positiva e una nuova professionalità acquisita”.

Un progetto maturato cinque anni, un negozio messo a disposizione dall’Amministrazione comunale dipinto e arredato dagli stessi detenuti in due mesi. E, in vendita, prodotti che hanno nomi evocativi: come Banda Biscotti, della Casa Circondariale di Verbania; Sprigioniamo Sapori, della Casa Circondariale di Ragusa; o Dolci Evasioni, produzioni della Casa Circondariale di Siracusa.

Dopo l’inaugurazione, Comune, Amiat e direzione della Casa circondariale “Lorusso e Cutugno” hanno firmato un protocollo d’intesa per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità nell’ambito della cura e manutenzione di spazi pubblici urbani, in favore della comunità locale, da parte di soggetti in stato di detenzione. La durata del Protocollo è di circa sei mesi. Le attività saranno organizzate in tre moduli, di sette settimane ciascuno, coinvolgendo per ogni modulo circa trenta detenuti.

Le persone in regime carcerario che beneficeranno della possibilità di lavorare all’esterno del carcere saranno individuate dalla Casa Circondariale; le attività saranno svolte a titolo volontario e gratuito. I costi assicurativi per la copertura di eventuali infortuni e malattie professionali, oltre alla Responsabilità Civile verso terzi, saranno a carico della Città di Torino che si potrà avvalere delle polizze già attive a nome dell’Amministrazione.

La Città di Torino integrerà i moduli di lavoro volontario con attività in regime di lavoro accessorio per la durata di una settimana, attraverso un contributo della Compagnia di San Paolo e la collaborazione della Casa di Carità Arti e Mestieri di Torino che sarà il datore di lavoro ed erogherà i voucher a favore dei detenuti coinvolti. Sempre la Città fornirà alla Casa Circondariale i titoli di viaggio offerti gratuitamente da Gtt.

I detenuti opereranno con la supervisione dei referenti del progetto indicati da Città e Amiat, in costante collegamento con la Casa Circondariale. Amiat metterà a disposizione know how, personale, abbigliamento, adeguate  attrezzature e strutture necessarie.

Dal progetto AxTo, realizzato dall’Amministrazione comunale per accedere ai finanziamenti del Governo per la riqualificazione delle periferie, potrebbero pervenire altri fondi per estendere da 30 a 40 il numero massimo di persone private della libertà personale da utilizzare per ciascuno dei tre moduli e la realizzazione di un programma di sostegno economico temporaneo, rivolto a persone in difficoltà attraverso la forma del lavoro accessorio, o altra forma meno precaria: 70 persone disoccupate, da individuarsi con apposito bando pubblico.

[fonte: TorinoClick]

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