Fino al 15 ottobre prossimo, la Mole Antonelliana ospiterĂ la mostra fotografica Cantiere Mole 2011. Immagini di un restauro – a cura di Manuela Castelli, Consuelo Orza e Maurizio Puato -, che descrive in modo spettacolare i lavori – durati un anno – realizzati sulla cupola della Mole Antonelliana, in occasione dei 150 anni dell’UnitĂ d’Italia.
Gli scatti in esposizione – una selezione di spettacolari fotografie che mostrano ai visitatori una nuova prospettiva da cui guardare il simbolo della CittĂ di Torino – raccontano il percorso progettuale prima, e la realizzazione poi, dei lavori di restauro della cupola della Mole e dell’installazione del “Gioiello di luce tricolore”.
“Un anno di lavoro, fatto di ghisa e di corde, di scalate e di vertigine, ma sopratutto di persone – hanno spiegato gli organizzatori – che hanno avuto il coraggio di stare in bilico a 100 metri di altezza per riportare la Mole al suo splendore”.
Gli interventi previsti nel progetto di restauro erano sia dedicati alla conservazione delle componenti edilizie e sia al blocco del degrado presente sulle stesse, senza apportare modifiche alle facciate.
Dopo vari sopralluoghi i tecnici hanno individuato una serie di criticità : il basamento della Mole, dal piano 0 fino a quota + 45.45 m circa, caratterizzato da una superficie esterna in muratura e dall’intonaco decorato con inserti in pietra, nonostante fosse già stato restaurato in occasione dei lavori per la realizzazione del nuovo Museo, richiedeva qualche piccolo intervento alle coperture in lose, alle ringhiere metalliche e ai capitelli in pietra.
Il passare del tempo e le condizioni atmosferiche avevano infatti determinato, una minore capacità di tenuta delle impermeabilizzazioni influendo così sulle condizioni degli elementi metallici e delle parti lapidee in arenaria.
La cupola a pianta quadrata, compresa fra la quota + 45.85 m e + 85.85 m, realizzata interamente in muratura e rinforzata da elementi di ferro e sostenuta anche da strutture in cemento armato, è ricoperta da un manto di pietra con dei costoloni in granito rosa, alternati e ancorati alla struttura muraria con tiranti in ferro e bloccati da stelle in ghisa.
“Nel 2008, le condizioni del manto apparivano buone, ma si è ritenuto necessario verificare l’efficacia degli interventi eseguiti nel 1984, quando sono state consolidati lastre e costoloni lesionati tramite barre e staffe in acciaio inossidabile e appurare la presenza di eventuali nuove incrinature – spiega Manuela Castelli, architetto del Settore Edifici per la Cultura della Città e direttore dei lavori -.
Si sono riscontrate, infatti, numerose fratture recenti, in particolare sulle lastre in pietra di lucerna, su tutte le quattro facciate. A seguito dei sopralluoghi in quota – ha continuato -, parecchie stelle in ghisa erano risultate rotte in modo più o meno grave. Le cause che hanno provocato tali rotture sono diverse, dagli sbalzi termici alle infiltrazioni d’acqua, alla difficoltà di sostituzione.
Alcune stelle della facciata sud, eseguite in due pezzi, con elementi in alluminio, durante i lavori di ripristino del manto lesionato dalla caduta della guglia avvenuta nel 1953, si presentavano in condizioni pessime e necessitavano di essere sostituite”.
Alle quote superiori, in fase progettuale, le condizioni strutturali non destavano preoccupazioni, ma alcune parti risultavano rovinate dal degrado in particolare, al livello del tempietto (da 85.85 m a 98.33 m) molti elementi decorativi in ghisa, utilizzati per le ringhiere, erano o rotti o a rischio di distacco.
In sintesi i lavori sono stati effettuati sulla guglia (da +165 m a + 107 m), sul tempietto (da +107m a + 85.85 m), sulla cupola (da +85.85 m a +45.85m), sul camminamento (a quota +45 m), sul peristilio(a quota +35 m), sulla cancellata esterna e al piano seminterrato (a quota – 5 m). Qui, a seguito di una richiesta da parte del Museo Nazionale del Cinema, sono stati eseguiti dei lavori per risolvere il problema del ristagno delle acque piovane.
L’importo complessivo dei lavori – finanziati con oneri di urbanizzazione della CittĂ – è stato di circa 394mila euro.
In occasione della mostra, verrĂ aperto al pubblico il dehor del Cabiria Cafè con accesso da via Montebello. L’iniziativa, a cui hanno collaborato il Comune di Torino, il Comitato Italia 150 e il Museo Nazionale del Cinema (ospitato proprio nell’edificio antonelliano), fa parte del programma del Festival Architettura in cittĂ promosso dall’Ordine e dalla Fondazione Ordine Architetti di Torino.
[Le spettacolari foto del restauro della Mole sono di Maurizio Puato]
[fonte: TorinoClick]